MasterChef 5: la Twittercronaca

La Twittercronaca della puntata di Masterchef 5 dell'11 febbraio 2016. Tutto quello che è successo raccontato con lo stile inimitabile di Dissapore

MasterChef 5: la Twittercronaca

Eravamo rimasti col dubbio… E ora, dopo una settimana di bagnomaria ce lo devono pur dire chi se ne va. A togliere il grembiule è Mattia. Tristezza che si taglia con il coltello in sala.

Bando alle lacrime, si passa alla mistery box. Sotto la scatola c’è un golosissimo tablet. Gulp. Dentro, ovviamente, ci sono i video carrambate con le ricette dei parenti, quelle che fanno piangere. Manco dalla De Filippi l’avrebbero pensata.

Allora: stasera ognuno cucina per sé. I parenti strappalacrime hanno dato indicazioni precise: chi buone, chi meno buone.


A Maradona è stato assegnato un piatto libanese. Forse.

Anche Silvye è felice della ricetta della cara figlioletta…


Tra i migliori abbiamo Lorenzo con la carne, Rubina e Lucia col suo pesce d’amore (ordinato dal suo compagno in preda alle promesse shock di matrimonio). La situazione romantica ispira Bastianich in una performance canora degna di Sanremo.


E, l’avreste mai detto?, Lucia stavolta ce l’ha fatta. La platea rosica, rosica di brutto.

La vincitrice viene letteralmente gettata dentro il paradiso; il paradiso dello street food. Nella dispensa ci sono i carretti regionali infarciti di tutti i più meravigliosi cibi di strada di tutta Italia. Panini, cartocci, spiedini: un festival di salivazione come non si era mai visto a MasterChef.


Oltre a poter scegliere quali cucinare, Lucia ha un secondo diabolico vantaggio.

Chi, chi dico io, potrebbe non apprezzare una cosa del genere? Un tal ben-di-dio come un tour di street food da Nord a Sud? Chi, santo cielo?


In effetti, Alida ama le zuppe. Buone eh, ma alla decima puntata mi si presenta alla porta un po’ di noia, oltre che di voglia di masticare.

Mentre “di là” guardano Sanremo, di qua si sprecano le disquisizioni nazional-popolari sulla superiorità della razza italica quando si parla di street food.


Borlengo: panino modenese, arancina al ragù (Cracco la vede femmina), bombetta pugliese: Lucia ha scelto i suoi guanti di sfida e li ha sbattuti in faccia agli ignari concorrenti.

Ma attenzione: i giudici chiedono di metterci un po’ di creatività. Non so se mi piace questa cosa: queste sono cose pure e già perfette. Perché rivisitare? Comunque, stiamo a vedere. Nel frattempo la perfidia (in realtà una perfidia molto signorile, per me) di Lucia ha trovato le sue vittime.


Le due “favorite” Alida e Rubina devono cucinare anche la stigghiola.
Comunque, tutti hanno qualche difficoltà…


Erica, al posto del capocollo ha preso il polmone. (Il tutto dopo aver dimenticato il riso in dispensa e aver fatto chiedere da Cracco capoclasse il permesso per andarlo a prendere). Insomma, una specie di suicidio.

I risultati sono leggermente deludenti.

Maradona se la cava bene, ed è il vincitore assoluto. Silvye, invece, ha fatto un disastro incompleto e inguardabile. Una tragedia.


La vedo molto dura. I peggiori sono Silvye, Erica e (ATTENZIONE) Alida!
E ti credo: lo street food gli fa schifo (cit.)! Merita la ghigliottina!
Io l’avrei mandata a casa (capra, capra, capra!), invece tocca a Silvye. Esplode in un boato di gioia tutto Twitter, soprattutto quelli che si ricordano le finali dei mondiali sfortunate per l’Italia contro i galletti. Sono cose che non vanno giù.

E’ andata. Erica, aspirante chef in una vallata di lacrime, se ne va direttamente al pressure test. Durante la pubblicità butto l’occhio su Rai Uno, e non vedo il Maestro. Vuoi dire che…


L’allegra brigata, intanto, se ne va in gita niente popo di meno che a Venezia. Che, diciamocelo, è sempre bellissima, ma l’arrivo dei giudici in barca a motore è stata un po’ poco romantica.

Campi di battaglia: due menu di pesce per innamorati, da servire a coppie in stile San Valentino. Le squadre: Maradona, Dario e Lucia contro Alida, Rubina e Lorenzo. Scusate se mi espongo, ma io tifo Maradona e il suo team. Non ce n’è per nessuno. Parte la baraonda ormai classica dell’esterna.

Lorenzo, alle prese con le granseole, ha il suo da fare. Il suo bel da fare. Insomma, per capirci, ha cavato un grammo di polpa dopo un’ora di tentativi e alcune dita mozzate.

Le coppiette ben vestite, leccate e pettinate se la magnano in terrazza, con la brezza dell’estate in differita. E Bastianich, come al solito, si trasforma in zanzara e dispensa fastidio tra gli innamorati. Ma su cosa mi cade l’occhio? Alcuni ospiti hanno un papillon di legno. Legno???

Ok, basta. Scusate, ma la parentesi del farfallino di legno mi ha regalato 10 minuti di scompisciamento assoluto. Allora, vediamo. Le coppie hanno assaggiato, i giudici si sono dati le solite gomitatine di rito, l’ansia assassina ha abbandonato i potenziali MasterChef che ora possono smettere di sudare. Pubblicità: che Dio me ne liberi, a Sanremo ci sono i Pooh. Prometto: ora non faccio più zapping durante la pubblicità. Piuttosto mi vedo Cracco testimonial di forni, patatine, e pure di divani.


Vince la squadra rossa: diretti al pressure test volano Alida, Rubina e Lorenzo. E poi non dimenticate pure Erica, per la prova finalissima.
Alida è già in panico prima di iniziare. E, straaano, piange. Ma Bastianich si spazientisce e nell’enfasi ne spara una delle sue.


Venti minuti per il primo piatto. Per il secondo 15. Per il terzo, diciamo che dovevano consegnarlo ieri. Mo’ sono cavoli amari.


Venti minuti sono poca roba, si sa, e Rubina regala una chicca: pollo al sangue. Ahia.

Lorenzo vince. 1 punto per Lorenzo. Si ritenta: 15 minuti per un piatto. Eccola lì Alida con la zuppetta. Di nuovo, ci credete? E, manco a dirlo, un punto anche per Alida. Gli chef devono avere la dentiera e non ce ne eravamo accorti.


In 10 minuti, si guadagna il punto della salvezza Lorenzo con il petto d’anatra.
Chapeau.

Ora un piatto da fare in 5 minuti. Sì, ho detto 5. E va beh, ma adesso come si fa? Va bene il massacro, ma questa è una guerra di crudità crudeli.


Gazpacho contro gazpacho. E si salva Alida, mannaggia. Ce la dobbiamo sorbire ancora. Lei e la sua Master-zuppa.
Ora Rubina se la deve giocare con Erica. In venti minuti (si torna a ragionare, più o meno) 4 polpette diverse, con anche delle misure diverse. Perché, sappiatelo, c’è lo strumento di misurazione delle polpette.

Tutto sommato se la sono cavata. La polpetta pare semplice, ma è infingarda.

Rubina, da favorita a defenestrata nel giro di una polpetta. E’ la dura legge del “chi sbaglia se ne va”. O forse da oggi si chiama la dura legge del “se sbagli una polpetta sei fuori”.


A giovedì, non piangete troppo per gli eliminati che quest’anno di lacrime ne abbiamo viste già troppe.

P.S. Giamma, ci sei, hai visto?