Abruzzo contro Cannavacciuolo per gli arrosticini

Durante Masterchef lo chef napoletano Antonio Cannavacciuolo dimentica di attribuire all'Abruzzo la paternità degli arrosticini di pecora. E sul web parte immediata la #sheepstorm

Abruzzo contro Cannavacciuolo per gli arrosticini

Non è stata una buona settimana per Antonino Cannavacciuolo. Intendiamoci, l’amatissimo distributore di cannapacche ha portato la sua augusta (e robusta) persona al teatro Ariston, e viste le percentuali d’ascolto bulgare del Festival di Sanremo una promozione migliore del brand Cannavacciuolo non poteva esistere.

Peccato per le gaffe: l’uovo à la coque (che non cuoce in 6 minuti), l’uovo sodo (che non cuoce in 12 minuti), soprattutto il sale che non evapora dall’acqua di cottura della pasta.

Gaffe che abbiamo giustificato con l’emozione per la scalinata infingarda, per il palco che fa tremare i polsi, per i dieci milioni e passa di italiani davanti al video.

Salvo però notare, nonostante il nostro conclamato amore per lo chef napoletano, che non sono stati le uniche di una settimana vissuta pericolosamente.

Succede nell’ultimo episodio di Masterchef 5 che durante l’invention test dedicato allo street food saltino fuori gli arrosticini.

Sono pezzetti di carne (pecora o castrato, tutto il resto è fuffa) infilati sugli spiedini e poi cotti in lunghe file sulla brace.

Una consolidata scuola di pensiero ne attribuisce la paternità al teramano, un’altra alla piana del Voltigno, ma si trovano luoghi di culto degli arrosticini a Giulianova o muovendosi random tra Val Vomano, Villamagna, Lanciano, Alanno, Vestea o Elice.

Va da sé che toccare i “rostelli” adorati agli abruzzesi espone a rappresaglie di ogni tipo, soprattutto su Twitter dove puntuale è scattata la #sheepstorm (letteralmente tempesta di pecora).

Per quale motivo, vi chiederete?

arrosticini, antonino cannavacciuolo

Beh, addentando un arrosticino Cannavacciuolo ha omesso di dire che era abruzzese. Eppure aveva associato le bombette alla Puglia e le stigghiole alla Sicilia.

Il ghigno di Joe Bastianich per l’inflessione partenopea –shpiedino– ha fatto credere che lo chef volesse addirittura attribuirne la paternità a Napoli.

Onta, sdegno, ripulsa.

In una parola: putiferio. Subito è scattata la polemica sui social network cavalcata dalla pagina Facebook l’Abbruzzo di Morris.

Arriveranno le agognate scuse agli abruzzesi, si chiede ansioso Il Giornale?

Lo scopriremo solo vivendo, ma forse è colpa soltanto di un montaggio troppo aggressivo.

Altrimenti dovremmo dire come facciamo da tempo per Sanremo che non c’è Masterchef senza gaffe (di Cannavacciuolo).

[Crediti | Link: Dissapore, Il Centro, Il Giornale, immagini l’Abbruzzo di Morris]