Ti piace la birra? Troppe IPA fanno spuntare il seno maschile

Pochi sanno che bere birra in quantità è una tra le cause della ginecomastia maschile, ovvero lo spuntare del cosiddetto seno dei maschi. La causa? Il luppolo

Ti piace la birra? Troppe IPA fanno spuntare il seno maschile

Una bella pinta di birra  fresca e spumosa è ancora tra le immagini più “maschie” e virili che ancora resistano nell’immaginario collettivo.

Ma pochi  invece sanno che la virile bevanda è in realtà una tra le cause della “ginecomastia maschile”, ovvero lo spuntare del seno agli uomini.

E tutto questo  per effetto del luppolo, che oltre a essere l’ingrediente principale di molti tipi di birra, è anche un potente fitoestrogeno,  ovvero una sostanza naturale contenuta nelle erbe e nelle piante e che svolge un’azione simile a quella degli estrogeni femminili, tette comprese.

Ma il luppolo ha anche altre benefiche virtù, ed è stato spesso impiegato nella medicina naturale per le sue innumerevoli proprietà. È infatti un ottimo diuretico, un conciliatore del sonno e aiuta a combattere i disturbi femminili legati agli estrogeni, come endometriosi e menopausa, oltre a far aumentare nelle donne la produzione di latte durante l’allattamento.

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Ma se gli effetti dei fitoestrogeni del luppolo sono graditi alla maggior parte delle donne, non è così per gli uomini. Oltre all’inconveniente di causare un seno “procace”, il luppolo causerebbe negli uomini, secondo quanto afferma l’erborista Stephen Herrod Buhner nel suo libro “Sacred and Herbal healing beers”, anche  disturbi di erezione, effetto secondario poco gradito ma non certo  sconosciuto ai mastri birrai, soprattutto in Inghilterrra.

Ma, luppolo a parte, è interessante sapere che Herrod si rifà all’antica tradizione della birra curativa, come era spesso considerata nei secoli passati.

Herrod, che è anche un piccolo produttore di birra “medicinale”,  ottenuta da erbe selvatiche che crescono vicino al suo cottage a Provo, nello Utah, è un vero appassionato delle antiche birre curative, che ha iniziato a produrre in proprio per trovare sollievo da influenze e raffreddori, utilizzando soprattutto l’achillea.

L’achillea, come il luppolo, ha un aroma gradevolmente amaro, ma un maggiore sentore di erba. Nella birra, l’achillea, detta anche “erba degli artisti”, servirebbe, secondo Herrod, ad accentuare i sensi, e raggiungere un gradevole stato di coscienza solo con pochi sorsi.

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Herrod, inoltre, non utilizza mai luppolo o orzo per la sua birra, proprio come facevano nel lontano 1400 le cosiddette “ale wives”, o “mogli della birra”.

All’epoca molti villaggi europei avevano almeno una “ale wife”, termine che indicava la dedizione per il proprio mestiere, ovvero occuparsi di erbe e piante necessarie per ottenere bevande che allietassero la comunità.

Una “ale wife” era una donna abile, esperta conoscitrice delle piante e delle erbe, una sorta di curatrice che instillava il suo sapere nella birra.

La figura delle “ale wife” si estinse verso il 1512, quando si pensò di standardizzare tali preziose conoscenze su base industriale. Quando, proprio in quell’anno, vennero emanate le leggi sulla purezza e sulla composizione della birra, le birre medicinali, con cui all’epoca venivano curate diverse patologie, dalla sterilità all’impotenza, si perdettero, a causa del divieto di impiegare per la produzione di birra altri ingredienti oltre al luppolo e all’orzo.

Lo stesso luppolo che oggi causa poco virili problemi di seno maschile agli appassionati di birra.

[Crediti | Link: Munchies]