Vissani: evitateci l’imbarazzo di doverlo ascoltare sulla prostituzione

Gianfranco Vissani dice a Tagadà, programma di La7 che a incentivare la prostituzione minorile non sono gli uomini, bensì le stesse minorenni con atteggiamenti provocanti

Vissani: evitateci l’imbarazzo di doverlo ascoltare sulla prostituzione

Il tubo catodico come canale digerente. E mentre il cibo ingrassa i palinsesti, l’indigestione della cucina in Tv esonda dai programmi specializzati: non solo mappazzoni di Barbieri, patate viola di Borghese, Mars fritti della Parodi.

La contaminazione è completa, i cuochi sono ovunque, pronti a perseguitarci con opinioni da neo-ideologi, non richieste e sulle cose più impensate.

Prendi Gianfranco Vissani, cuoco umbro vanaglorioso e zoticone, talento insuperabile ai fornelli mai veramente domato nella sua veracità gaffosa.

Sta rimbalzando sul web la polemica per quanto ha detto ieri a Tagadà, il contenitore pomeridiano di La7 condotto da Tiziana Panella.

Chiamato in causa per esprimere il suo parere sul tema del giorno, ovvero la prostituzione minorile, in particolare la vicenda delle baby squillo romane che ha tenuto banco per mesi nei telegiornali (pure voi, però, redazione di Tagadà, ve le andate a cercare) Vissani ha detto che a incentivare la prostituzione minorile non sarebbero gli uomini, ma le ragazze che “con atteggiamenti accattivanti, incoraggerebbero i rapporti sessuali“.

Lo studio, decisamente color rosa ieri, gli si è prevedibilmente rivoltato contro.

Ma Vissani, che ha l’involontaria topica come mantra personale, è andato oltre aggiungendo:

In Italia ci sono tante minorenni che fanno le stupide, stupide veramente. Lo fanno con gli uomini, lo so. E dirò di più: dipende dalla famiglia. Il ceppo parte da lì, parlo di persone italiane“.

Risposta per le rime della conduttrice: “Molte ragazze minorenni adescano gli uomini. Voi ci andateQuesto significa che voi siete imbecilli.

Ora, non volendo pensare che l’unico modo rimasto a Vissani per far parlare di sé sia spararle grosse sempre e ovunque (aveva da poco insultato giornalisti e foodblogger), specie in televisione, viene da chiedersi: abbiamo davvero bisogno della sua illustre opinione su un tema come questo?

Perché invece di chiedergli pareri sulla prostituzione non lo ascoltiamo sulla perfetta cottura dell’uovo alla coque, che porca l’oca resta ancora una questione senza vere risposte?

Non sarebbe un modo per evitare a figure illustri della società magnacciona topiche epocali come queste, e soprattutto, a noi telespettatori l’imbarazzo di doverlo ascoltare?

[Crediti | Repubblica]