Cose che vogliamo provare: i panini di Poldo, la birra di Homer Simpson, la caponata di Montalbano

Missione: scrivere una roba sul cibo che vogliamo provare dopo averlo visto in uno schermo, letto in un libro o sentito in una canzone. Bravi, quello che gli americani chiamano fictional food. Nonsò: la Edible Teacup di Willy Wonka & la Fabbrica di Cioccolato, il Raspberries Cordial di Anna dai capelli rossi, la Butterbeer di Harry Potter. Ma anche cose meno demenziali. Così ho chiesto agli editor qui, di farlo al posto mio. Pregustando il momento in cui l’avrei chiesto a voi. Momento che, evidentemente, è arrivato.

Andrea Soban. Da buon alcool-addicted veneto/giuliano non posso non citare la birra Duff’s di Homer Simpson. E la mitica azienda di gamberetti Bubba Gump (poi divenuta catena di ristoranti reale) di Forrest Gump.

Giorgia Cannarella. Il timballo di maccheroni nel Gattopardo, e se mi si chiede perchè posso solo citare “l’oro brunito dell’involucro, la fragranza di zucchero e di cannella che ne emanava non erano che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno…”.  Tanto per scendere un pò dal piedistallo, nella mia immaginazione di undicenne i pub non servivano roba troppo diversa dalla butterbeer.

Fiorenzo Sartore. I gamberi serviti durante il briefing di Apocalypse now: “Se li assaggia non dovra’ provare il suo coraggio in nessun altro modo”. Ogni volta che spilucco shrimps penso a quel pranzo.

Lorenza Fumelli. Il pan di via del Signore degli anelli: dal libro: “Gimli ne prese uno, guardandolo con aria sospettosa. “Gallette”, disse sottovoce, rompendo un angolino croccante e rosicchiandolo. Nel film lo sgranocchiano nel viaggo. Il motivo è che ho sempe sognato un Pan di Via per i periodi di dieta: è buono, ti toglie la fame, ti dà energia per affrontare qualsiasi cosa e soprattutto ha proprietà magiche. La cosa buffa è che il web è infestato di sedicenti ricette del Pan di Via.

Mauro Z_Z. I pulcini di Se niente importa, questo per la categoria citazione colta. Perche’ mentre leggevo mi facevo le uova … ma come faro’ mai a formulare un pensiereo coerente sul fatto che mentre leggevo di torture inenarrabili ai pulcini mi veniva voglia di mangiare i pulcini???

Antonio Tomacelli. Il cioccolato di Willi Wonka. L’amante bollito del film Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante. I cinghiali di Obelix, la salsapariglia. Il ragù di Edoardo De Filippo. La pasta e fagioli de I soliti ignoti. Tutto Chocolat. I panini di Poldo! (ca**o c’era dentro).

Martina Liverani. Da piccola avrei mangiato pure le polpette di Marrabbio (Kiss me Licia), poi son passata a desiderare il misterioso burro di arachidi (una chimera per noi ragazze di campagna) dei sandwich dei Robinson. Cresciuta, fantasticavo sulle fragole e champagne di Pretty Woman e sui piatti prelibati e colorati di Mangiare Bere Uomo Donna, mentre l’emancipazione aveva per me il gusto del bollente Starbucks di Carrie Bradshaw. Ora dico Ratatouille tutta la vita!

Andrea Gori. Tutto il cibo che esce dal food replicator di Star Trek, sempre pensato che facesse schifo e sapesse di plastica, e il filetto che lo stronzetto traditore di Matrix mangia con l’agente Smith, pur se finto e plasticoso. La faccia di Pizza Margherita in SpaceBalls, ma avevo molta fame.

Mauro Mattei. La bavarese di tette de La grande Abbuffata di Ferreri. Tiè, beccatevi la ricetta.

Silvia Fratini. Lo sciroppo di Mary Poppins perché nella mia testa era fastasmagorico, i biscotti di mandorle cotti nel forno a legna de La zia Marchesa di Simonetta Agnello Hornby perchè pare funzionino meglio di ostriche e champagne. La torta delle fatine della Bella Addormentata. Il tacchino ripieno di Monica e il tiramisù con piselli e carne tritata di Rachel in Friends, la crema chantilly di Vatel.

Sara Porro. Gli scrocchiazeppi o Popplers di Futurama. la storia è questa (copio da Wikipedia): “Su un lontano pianeta i membri della Planet Express trovano degli strani snack molto gustosi e li esportano sulla Terra, dove vengono chiamati “scrocchiazeppi” (popplers). Adoro questa puntata perché riflette in modo sorprendentemente acuto sul mangiare animali intelligenti. Davvero!

Ora tocca a voialtri fratelli dell’Internez: coraggio, uscite subito il vostro fictional food del cuore.

[Crediti | Link: Officine cinematografiche, immagini: Google, Facebook]