Cucine da incubo 4: Cannavacciuolo funziona senza essere truce

Parte bene la quarta stagione di Cucine da incubo con Antonino Cannavacciuolo sempre più nella parte dello chef burbero ma simpatico che non ha bisogno di maltrattare i concorrenti per piacere

Cucine da incubo 4: Cannavacciuolo funziona senza essere truce

Se la cucina in tivù è ormai il vero incubo, Antonino Cannavacciuolo rappresenta un modello fuori dal coro. Fisiognomicamente privo della cifra dell’antipatia, scrive oggi sul Corriere il critico tivù Aldo Grasso, a differenza di altri chef è un burbero simpatico.

In chiaro, la sera di Pasqua alle 21:30, con una nuova collocazione su Canale Nove (Discovery Channel) del digitale terrestre (prima era trasmessa da Fox Life, per poi essere replicata in un secondo momento su Cielo) è iniziata la stagione numero quattro di Cucine da Incubo.

Tra continue litigate, spirito amatoriale, brigate improbabili, lunghe attese, cibo mediocre e indifferenza per i clienti, la produzione (Endemol) ha apparecchiato la quinta ideale per l’operazione salvataggio dello chef campano, alle prese con gli orrori della ristorazione di provincia.

Le cucine da incubo stavolta erano Totem, un risto-pub immalinconito alla ricerca di nuovo vigore dalle parti di Carignano, e Dalla padella alla brace (quando la sfiga un po’ te la chiami), ristorante con un menu che Mauro, ex tassista di Roma trasferitosi a San Benedetto del Tronto, ha ingolfato con oltre sessanta voci.

Al solito sono 4 le parti in commedia recitate dal nostro amato chef Antonino: psicologo che sgrida e consola durante la presentazione dell’appassito locale, arbitro tra le parti responsabili della crisi, maestro di cucina e di gusto nel restyling del locale, motivatore al momento della rinascita.

E proprio nell’aggiustare, nel metterci una pezza, nel trasformare la vita degli scarmigliati protagonisti con un tocco di mestolo magico che sta la vera cifra televisiva di Cannavacciuolo.

Non ha bisogno di ruggire, né di essere burbero e severissimo, l’effigie dello chef che strapazza i concorrenti senza pietà, gelandoli con il suo sguardo truce.

E’ severo ma umano, s’acciglia quando serve ma è sempre pronto a dare una mano (di più, una delle famose pacche). E’ decisamente più a suo agio e incisivo qui che tra i colleghi giudici di Masterchef.

Va da sé che, nella realtà, neanche il miracolo Cannavaccioulo riesce a cambiare il destino di un ristorante campione di improvvisazione e sciatteria.

Ma per fortuna ci sono meno esagerazioni rispetto alle edizioni precedenti, l’eccesso di finzione a cui non credeva nemmeno il pubblico più ingenuo sembra essere sotto controllo. E il piacevole intrattenimento offerto dal programma premia:

[Crediti | Link: Dissapore, Canale 9, immagine TvBlog]