L’hamburger di Andrea Berton, il McItaly e la terza via

Cos’hanno in comune Andrea Berton, chef del ristorante Trussardi alla Scala a Milano, 40 anni da San Vito al Tagliamento, e Luca Zaia, ex ministro delle politiche agricole, 42 anni da Conegliano? Voglio dire, a parte essere nati in due paesi del ricco e operoso nord est? Ai gastrofanatici non sarà sfuggito che le loro strade si sono incrociate grazie a un panino. Al Trussardi Caffè, due passi dalla Scala di Milano, Berton ha inserito nel menù il panino con l’hamburger migliore del mondo alla (poco) modica cifra di 22 euro.

“La semplicità di questo piatto non è sinonimo di banalità. Perché il risultato non sia scontato, tutti gli ingredienti sono di prima scelta e preparati ad arte. La carne riveste un ruolo fondamentale, è il «pezzo forte» di questo piatto”.

Zaia ha promosso con entusiasmo il panino McItaly definito un’ancora di salvezza per gli agricoltori italiani nonché uno spot per gli alimenti italiani nel mondo.

“McItaly è un grande obiettivo realizzato. Un network mondiale come McDonald’s rappresenta un importante sbocco per i nostri contadini. Non potevamo perdere quest’occasione”.

Due scuole di pensiero opposte, la prima si rivolge a un segmento di mercato, una nicchia. La seconda è legata alla legge dei grandi numeri.

Non sono mai stato contro McDonald’s dal punto di vista ideologico, e non lo sarò fino a quando qualcuno proverà che i suoi prodotti fanno male alla salute. Anzi, riconosco alla catena americana il merito sociale di vendere cibo alla portata di tutte le tasche.


Giorni fa sono stato anche al Trussardi caffè per provare il famoso panino con l’hamburger di Andrea Berton. Non pensavo che all’ora di pranzo di un giorno feriale il locale potesse essere pieno. Sarà che siamo nel cuore della Milano finanziaria, ma con prezzi come questi, in nessun altro luogo d’Italia avremmo atteso 20 minuti prima di sederci nello splendido dehors progettato dal botanico francese Patrick Blanc, quelli dei “giardini verticali”.

Lo chef Andrea Berton porta avanti il ristorante di Trussardi, al piano superiore, con molto successo, in pochi anni è riuscito a conquistare due stelle Michelin. Dalla stessa cucina arrivano piatti più veloci per il Caffè al piano terra. Certo, non siamo in un posto per tutti, non ce la vedo una classica famiglia italiana di quattro persone spendere più di 100 euro per un panino e una bibita a testa. Ciò nonostante, l’ hamburger di manzo e chips di patate alla paprika è una vera delizia. La qualità della carne si avverte al primo boccone così come per il panino, fatto lievitare naturalmente solo con lievito madre.

Mentre seduto al tavolo sbranavo l’hamburger più buono e caro della mia vita riflettevo su una possibile “terza via”. Fra il panino del Trussardi Caffè e il McItaly c’è l’immenso.

Conoscete una catena, non per forza italiana, che sia riuscita a sposare l’informalità, la velocità e i prezzi contenuti, il fast food insomma, con la buona cucina, l’attenzione per il prodotto, magari il km zero? O trovate che siano solo chiacchiere perché certe prospettive cozzano inevitabilmente con i numeri?

[Una delle immagini e’ di Claudio Sacco]