Microonde chi?

Dibattiti: lavastoviglie e forno a microonde sono morti, vivi o sotto osservazione? Dissimulare la dipendenza dai due arnesi che, volenti e nolenti, hanno plasmato gli ultimi decenni, è stata a lungo la nostra mission. Ma il 2011, sarà un effetto della crisi economica, coincide con l’era dell’autenticità e fissa l’ora del decesso per espressioni tipo: “Non voglio sapere niente del tuo microonde almeno quanto tu non vuoi sapere niente della mia lavastoviglie, caro”.

Per varie ragioni sintetizzabili in una — con la lavastoviglie ci posso cucinare — abbiamo iniziato a ingolfare i cestelli, oltre a stoviglie e posate, di verdure, uova, pesce e molluschi, cous cous vegetariani. Se la cosa vi giunge nuova i casi sono due, o eravate su Marte o non avete letto Cucinare in lavastoviglie di Lisa Casali.

Gli scienziati prima e gli chef poi hanno certificato come defunto l’oscurantismo verso il microonde. Le radiazioni non sono pericolose, la cottura modifica la struttura chimica dei cibi né più né meno di ogni altra, il cambiamento dipende dal calore generato e non dalle microonde.

Tuttavia, siccome è evidente a chiunque che ci siamo in mezzo, lo sdoganamento delle microonde sta avvenendo ora, la nuova epoca ha bisogno di regole. Dobbiamo sapere come comportarci, cosa fare e cosa no. L’esimio scienziato ci viene in soccorso.

  • Prima cosa da sapere. Le microonde non vengono assorbite dalla superficie dei corpi, ma penetrano all’interno. Nell’acqua, che è in assoluto l’ingrediente che ne assorbe di più, riescono ad arrivare fino a tre centimetri di profondità, riscaldando tutto lo strato attraversato.
  • Seconda cosa da sapere. Quindi, col forno a microonde gli alimenti si scaldano subito anche in profondità, mentre con gli altri tipi di cottura il calore attacca la superficie e solo dopo si diffonde, lentamente, all’interno.
  • Terza cosa da sapere. Per questo motivo con le microonde non si può ottenere uno strato esterno croccante, per il quale bisogna disidratare l’alimento in superficie e non all’interno. L’effetto è possibile con la frittura o la cottura in forno molto caldo o alla brace. Al microonde, la pasta al forno non si può fare, e nemmeno il pane.
  • Quarta cosa da sapere. L’uso del forno a microonde richiede alcuni accorgimenti. E’ bene evitare contenitori di metallo, perché riflettono le onde impedendo la cottura, e perché se hanno spigoli vivi possono generare scintille pericolose. I contenitori in plastica, ceramica e vetro sono invece trasparenti alle microonde, che li attraversano senza scaldarli.
  • Quinta cosa da sapere. Non si devono cuocere le uova col guscio, così come le patate con la buccia senza avere l’accortezza di bucarla: le microonde riscaldano l’acqua all’interno, questa evapora e crea uno scompenso di pressione che fa esplodere l’involucro.
  • Sesta e ultima cosa da sapere. Attenzione se si vuole bollire l’acqua. Scaldando in modo uniforme, tra la superficie e la base del recipiente non si crea quella differenza di temperatura che in un tegame sul fornello provoca la risalita delle bolle. Si arriva invece a uno stato di calma apparente: bastano un movimento della mano o un granello di zucchero per innescare un’ebollizione improvvisa con fuoriuscita di bolle e rischio ustioni.

Ora, guardiamoci negli occhi noi e voi, ritenete l’uso del microonde sintomo di clinica? (Fa male, fa esplodere gli alimenti, causa noiose bruciature…). O la vita è quello che fai mentre il microonde mantiene le sue promesse? (E’ comodo, veloce e l’ho appena scoperto, anche impiegabile in ricette che generano endorfine).

[Crediti | Link: Dissapore, Ecocucina, Youtube, Moebiusonline. Immagine: Flickr/Suavehouse113]