7 regole per mangiare bene e spendere meglio in viaggio per il mondo

7 regole per mangiare bene e spendere meglio in viaggio per il mondo

Da sempre amo viaggiare. Lo considero il modo migliore per condursi alla catastrofe economica (per completezza di informazione, mi segnalano che anche l’eroina non sia male). Viaggio spesso e di recente ho scoperto di essere diventata piuttosto brava: faccio valigie minuscole in pochi minuti e dimentico max 60% delle cose essenziali che devo portare con me (non sembra, ma è un miglioramento).

Oltre a questo, ho sviluppato alcuni metodi piuttosto affidabili per mangiare (quasi) sempre bene, con un budget limitato, un po’ dappertutto nel mondo.

Eccoli qui.

Viaggi gastronomici

1. Più pianifichi, meno (ma soprattutto, meglio) spendi.

Se ci pensi ai primi di novembre, con 10€ riesci a fare dei regali di Natale bellissimi: stampe o piccoli gioielli su Etsy, locandine di film e vecchie edizioni di libri su eBay. È la Vigilia e non hai ancora comprato niente? Preparati a piangere forte mentre cacci 25€ per un angioletto Thun che suona l’arpa celeste.

Lo stesso vale quando si viaggia: pianificare – almeno alcune tappe – prima della partenza, fare un po’ di ricerca e prenotare i ristoranti imperdibili, consente di non ridursi come me che la prima volta a Bilbao fui costretta a mangiare un amarissimo cinese (ero uscita dall’hotel alle 23 esclamando tronfia “in Spagna si mangia tardi!).

Instagram hashtag

2. Lasciati consigliare dagli abitanti del villaggio (globale)

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Quando escono le inquietanti statistiche che segnalano il nostro uso smodato degli smartphone, e gli editoriali che sanzionano la nostra abitudine di fotografare anche l’insalata di pasta della mensa aziendale, tutti ci incupiamo.

Ma guardiamo al lato positivo: letteralmente ovunque nel mondo, qualcuno sta caricando su Instagram i piatti più gustosi nella nostra destinazione di riferimento (del resto, #YOLO).

Basterà una ricerca con gli hashtag più rilevanti: un buon punto di partenza sono gli Instagramers delle città – al momento ci sono 410 gruppi ufficiali in tutto il mondo. Essi mangiano in continuazione: lasciati ispirare dal food porn o chiedi loro consiglio.

Fa’ lo stesso con i foodblogger del posto.

Viaggi gastronomici

3. Lasciati consigliare dagli abitanti del villaggio (quelli in carne e ossa)

Capita di incappare in consigli su dove mangiare senza bisogno di chiederli: un piccolo trucco è notare quali siano i ristoranti più frequentati del luogo – se c’è la fila ancora meglio. Livello jedi: fare l’ispezione all’ora di pranzo, appuntarsi i nomi, tornare un paio d’ore dopo quando la fila è ormai smaltita (per bancarelle, food truck e affini). 

Attento al risparmio? Scegli quelli in cui gli impiegati sono in maniche di camicia, evita quelli dove indossano anche la giacca. Sarà eccesso di zelo, ma la prevenzione è importante: chiedere consiglio al concierge dell’hotel è un errore da principianti.

Nel migliore dei casi, indicherà un luogo da turisti senza infamia né lode. In genere, invece, suggerirà un postaccio sul quale prende le provvigioni.

fratellini, firenze

4. Sii affamato, sii folle

Come testimoniato dall’avvincente documentario sulle donne che viaggiano sole in Messico “Sex & The City: Il Film”, in viaggio i problemi intestinali sono all’ordine del giorno.

Darò un consiglio un po’ contro-intuitivo: spesso questo genere di disagi (allarme: sto finendo gli eufemismi) dipende non tanto dall’aver mangiato la cosa “sbagliata” quanto dal fatto che la fauna che tanto collabora al nostro benessere interiore è diversa da luogo a luogo, perciò ci vuole qualche giorno di adattamento.

Quindi scendi dall’aereo, dirigiti al mercato e mangia la cosa più fermentata che trovi. Per carità non prendere un’intossicazione o il colera o l’Epatite A, che poi ti ho sulla coscienza.  

Viaggi gastronomici, Parigi

5. Segui l’adagio “Colazione da Re, pranzo da principe e cena da povero”

In genere, questo proverbio è interpretato in chiave salutistica: sarebbe meglio mangiare di più nella prima parte della giornata, e meno con il passare delle ore, bla bla bla. Io però diffido di chi dispensa consigli sulla dieta da quella volta che saltò fuori che Rosanna Lambertucci prendeva le mazzette per le telepromozioni.

Ciò che intendo, invece, è: dal punto di vista del rapporto qualità/prezzo, la colazione è il miglior affare. Segue il pranzo: chi viaggia con un budget ridotto ma desidera comunque visitare un grande ristorante dovrebbe controllare i menu speciali: spesso il costo è una frazione di quelli della cena.

Il menu del pranzo, in genere, vale solo nei giorni feriali: accertatevi che non sia un giorno di festa nazionale, come capitò a me in un ristorantone di Borgogna, incidente che mi costrinse a mangiare sandwich au fromage per i due giorni successivi.  

Viaggi gastronomici Sudafrica

6. Affitta  (o, ancora meglio, scambia!) una casa

Alcuni anni fa, trascorsi tre settimane a zonzo per l’Europa con un budget che avrebbe fatto arrossire un viaggiatore dell’Interrail, mangiando in modo eccellente. Come fu possibile, ti chiederai?! (Se non fosse che hai già letto il titolo della regola, ho fatto un auto-spoiler): da anni viaggio scambiando casa (io uso questo sito).

Tra le mie mete preferite c’è la campagna francese: la vacanza ideale prevede un giro del marché la mattina, un paio di abbazie, una cena a base di sidro e crêpes (non resisto al padellino dedicato, sempre in dotazione) e, in un caso piuttosto memorabile, un clafoutis con le ciliegie del giardino.

Con quel che si risparmia, ogni due o tre giorni ci si può concedere un buon ristorante.

Viaggi gastronomici, Beijing

7. Non ti stressare 

Per qualcuno che ama avere la situazione sotto controllo (tipo, ehm, io), viaggiare è un’esperienza inevitabilmente stressante: costringe a confrontarsi in continuazione con imprevisti, ad affrontare l’ignoto, ad avventurarsi nel parlottare lingue che non si padroneggiano.

Oltre a questo, c’è stato un tempo in cui andare nel ristorante sbagliato era in grado di funestarmi l’intera giornata – come si dice, mai sprecare una fame!

Con il tempo, ho imparato che non esistono percorsi netti, e che a volte una cena terribile si trasforma in un ricordo di viaggio esilarante.