La vera storia dei baci gay negli spot dei Sughi Althea

La vera storia dei baci gay negli spot dei Sughi Althea

Ultime notizie da Milano: il PD è al 45% e tutti sostengono di non guardare più la televisione (lo so che una correlazione non è un rapporto di causa, ma). Nemmeno io guardo più la tivù – sono troppo impegnata con i video di cani che quando abbaiano urlano fortissimo su Youtube.  Ma di tanto in tanto trascorro con i miei genitori del tempo di qualità (=stiamo zitti e guardiamo la televisione).

Al passaggio dei nuovi spot Althea, ho strabuzzato gli occhi, fatto questa faccia (link non sicuro per tutti coloro che sono durevolmente traumatizzati dall’horror The Ring) e chiesto a mia madre, seduta al mio fianco: L’HAI VISTO ANCHE TU? neanche fosse un Poltergeist.

Succede che Althea, produttore parmense di sughi pronti, ha commissionato alle agenzie McCann Erickson e MRM Worldwide una serie di cinque spot in cui delle coppie si scambiano tenerezze. Il claim è “Althea, Amore e Sughi”, il cui tasso di disagio era migliorabile solo se l’azienda avesse prodotto succhi di frutta (mamma, non mi telefonare di nuovo per dirmi che scrivo in modo pruriginoso. Ne abbiamo già parlato).

Cinque spot, dicevamo, visibili solo dopo le 23, che ritraggono la:

coppia etero elegante

coppia etero sportiva in campeggio

coppia di anziani

coppia omo al femminile (la segmentazione del target etero tra acquirenti di cappottini / acquirenti di tende istantanee Quechua 3 posti non è chiara ma mi delizia)

E coppia omo al maschile.

Dicono sul loro sito, ‘sti paraculi di Althea, a commento della campagna:

“Non possiamo negare che se ne sia parlato molto. Con grande entusiasmo, con qualche scetticismo, la nostra campagna tv è stata al centro di una conversazione online bella e animata. Per noi, l’amore può avere molte forme, ma una su tutte lo rappresenta in modo universale: il bacio. Quando in un bacio si riconosce l’amore, non c’è molto altro da aggiungere. Guardate anche voi, l’amore è uguale.”

Come sempre in questi casi, chiudo gli occhi e mi pare d’essere al pitch. L’agenzia è agguerrita: piatto di pasta uguale famiglia, certo, ma non è forse ora di svecchiare questo concetto?

La carta della famiglia allargata se l’erano già giocata, ormai 10 anni fa, i Sughi Knorr: nello spot tv, il bambino Diego voleva una seconda porzione di pasta, e con intento manipolatorio chiedeva al toy boy diciannovenne di sua madre, sui 40: “Mi vuoi bene anche se non sei il mio papà?”.

Ci voleva quindi un’idea nuova: Mettiamoci dei baci omosessuali, dicono i creativi.

Il Direttore Marketing di Althea, che ben ricorda quando in un gesto di rottura votò il grillino Pizzarotti a Sindaco di Parma ed è quindi tornato su posizioni molto conservatrici, si agita sulla sedia.

L’account dell’agenzia insiste sottolineando i vantaggi: la produzione dello spot costa meno di un barattolo di sugo pronto, ci sono evidenti ricadute di Pubbliche Relazioni, ai consumatori giovani piacerà.

Il cliente ci pensa. Poi dice:

«E sia. Niente lingua, però.»

«Chi ha parlato di limonare» replicano i creativi, sentendosi già la vittoria in tasca. «Sarà un bel bacio tra due ragazzi che si amano.»

«No, si devono baciare a stampo.» dice fermissimo il Direttore Marketing.

«Ma sono due adulti. Gli adulti si baciano prendendosi il volto tra le mani…» insiste il creativo, un po’ irromantichito.

«ASSOLUTAMENTE NIENTE MANI SULLA NUCA TRA QUEI SODOMITI» dice il Direttore Marketing, ormai turbato, tamponandosi la fronte. «E lasciate uno spazio di almeno 30 cm tra i due». 

«Ma così dovranno tendere il collo come giraffe e la scena risulterà forzata e innaturale…» si cruccia il creativo.

«FORZATA E CONTRO NATURA, appunto» conclude il Direttore Marketing, rassererenato.

E così, ecco il prodotto finito.