Come si mangia l’avocado (e le ricette migliori)

Come si mangia l’avocado (e le ricette migliori)

Come si mangia l’avocado, come si pulisce, come si taglia? Che ricette con l’avocado fare? I più attenti (o maniaci) in fatto di alimentazione hanno grande familiarità con il termine superfood che identifica quei prodotti (naturali, non integratori e simili) ricchi, quando non ricchissimi, di principi nutritivi utili e/o essenziali.

Trattasi in genere di frutti, bacche, ortaggi, semi, olii vegetali, che chissà perché l’alimentazione sana sta diventando ogni giorno che passa sempre più cruelty free.

Fra roba ancora abbastanza strana come bacche di acai o di goji (detto fra noi, mi furono presentate qualche anno fa come un Viagra naturale: maschi, sappiatelo!), compaiono cibi assai comuni come il pomodoro, i mirtilli, l’aglio. A metà strada, diversi frutti esotici dalle riconosciute virtù salutistiche.

Tra loro si distingue, verde e pastoso, l’avocado. Per molti unicamente sinonimo di guacamole (vedi oltre), in realtà è un prodotto versatile dalle interessanti potenzialità gastronomiche per via della sua consistenza burrosa, del retrogusto di nocciola, della dolcezza appena accennata.

In più, si diceva, fa un gran bene.

Perché l’avocado avrà anche 231 calorie per 100 grammi, ma gli stessi 100 grammi ne apportano circa 23 di grassi di cui 20 insaturi, con un ottimo contenuto di Omega 3 e 6, fonte: Inran. Insomma, i famosi grassi “buoni” che riducono il colesterolo. Non solo: il nostro ha anche una quantità significativa di vitamina E antiossidante.

Ottimo, quindi, da inserire nelle diete prive di prodotti di origine animale, ma anche (e, forse, a maggior ragione) in quelle che contemplano allegramente carni rosse e formaggi grassi. Come già fatto per il tofu, scopriamo come mangiare l’avocado e cosa farci ora che l’abbiamo comprato.

Tagliare avocado

Scegliere l’avocado e conservarlo

Smetto subito i panni della nutrizionista de’ noantri per indossare quelli, a me più consoni, di cuoca amatoriale. E vi svelo perché, quando andate ad acquistarlo, l’avocado è spesso ancora acerbo. Per questo scegliere l’avocado perfetto non è facile.

La sua particolarità è, infatti, quella di non completare il processo di maturazione prima di essere staccato dalla pianta e, quindi, arriva sui banchi dell’ortofrutta ancora duretto e gli servirà qualche giorno, a temperatura ambiente, per ammorbidirsi: è pronto quando risulta cedevole al tatto e, una volta maturato, si conserva in frigo abbastanza a lungo, anche una settimana, senza sciuparsi.

Detto questo, se avete in programma una cena messicana, compratelo qualche giorno prima, per dargli modo di intenerirsi.

Pulire avocado

Come pulire l’avocado

Per capire come pulire l’avocado dovete sapere che, quando è maturo, si taglia facilmente a metà per il lungo, seguendo il contorno del nocciolo centrale e separando le due metà come fareste con una pesca. Il nocciolo si sguscia facilmente ma, se volete fare un po’ di scena (magari mentre cucinate avete una claque), infilzatelo con un coltello appuntito e staccatelo tirando, che in realtà è un sistema utile se la polpa è ancora un po’ tenace.

Anche la pelle vien via senza grossi problemi: sollevatene un lembo e sbucciate come fosse una banana.

Subito, subito, subito bagnate la polpa dell’avocado con un velo di succo di limone o lime (usate le dita, o un pennello), perché annerisce in men che non si dica. Spruzzate poco succo anche via via che la sminuzzate.

Fettine e dadini non presentano alcun problema, la lama del coltello entra nel frutto come nel burro. Se volete farne una crema, sono perfetti minipimer e food processor (secondo quantità). Per una via di mezzo (che è quella che io preferisco nel guacamole), per tagliare l’avocado lavorate su un tagliere con due coltelli, praticando tagli incrociati fino a ottenere una poltiglia grossolana.

Molte ricette parlano di schiacciare la polpa con una forchetta, ma in questo modo ho lanciato più tocchetti di avocado che Julia Roberts str**ze lumachine.

Scelto, maturato, pulito, tagliato. Ecco ora come mangiare l’avocado.

Toast all'avocado

Su tartine, gallette al posto del burro

Sulle navi mercantili, che andavano dal Sudamerica all’Europa, i marinai spalmavano l’avocado sulle gallette: una sorta di pane e burro vegetale nutriente e facile da stoccare.

In effetti, su tartine e canapè un velo di polpa, semplicemente schiacciata e condita con sale e pepe, è una buona base per guarnizioni di pomodoro e cipolla (in assoluto i due ingredienti che meglio si sposano all’avocado), la seconda declinata anche nelle varianti cipollotto o erba cipollina.

Su carne e pesce, a mo’ di crema

Perfetto l’abbinamento dell’avocado con alici fresche o marinate, salmone a tartare o affumicato, gamberi o scampi scottati a vapore. E, a proposito di tartare, un ricciolo di crema di avocado è delizioso su quella di manzo.

Guacamole

Fare la salsa guacamole

Sono convinta che ogni Doña Maria messicana abbia la sua ricetta della salsa guacamole, quindi non starò qui a dirvi che la mia è quella originale ma solo quella che, negli anni, ho messo a punto con maggior soddisfazione. Sminuzzate un avocado, tritate 3-4 pomodorini e 1 cipollotto rosso e mescolate il tutto. Condite con il succo di un lime o di mezzo limone (io preferisco il limone), sale, qualche goccia di Tabasco e un cucchiaino da caffè di coriandolo in polvere.

Naturalmente, potreste usare anche un ciuffo coriandolo fresco tritato ma se devo essere sincera non lo amo molto (e non a molti piace), mentre quello secco ha un interessante fondo agrumato.

Decorate con peperoncini piccanti a rondelle e servite con nachos, tortilla o quel che più vi aggrada.

Volete “mediterraneizzarlo”? Usate basilico o menta e succo di arancia e servitelo con un pinzimonio di verdure – ma non chiamatelo guacamole, che Doña Maria non se ne abbia a male.

Hogao colombiano

Avocado alla colombiana

Confesso: questa dell’avocado alla colombiana l’ho imparata a Expo. Insieme alle arepas (focaccine di mais bianco piastrate o fritte e farcite con carne o uova), ai patacones (cialde di platano, farcite con carne), alle empanadas (piccoli calzoni, farciti come sopra) c’è spesso una salsina, “hogao”, sorta di soffritto leggero con pomodoro, cipolla e sale.

Arricchita da una dadolata di avocado (naturalmente, a crudo) e piccante, rinfresca e sferza snack comunque piuttosto ricchi.

Imparata lì, usata qui: nel panino con l’hamburger e, arricchita con un pizzico di semi di cumino, persino nella mia versione della ricetta del kebab.

Pasta con avocado

Avocado sulla pasta

Avocado sulla pasta??? Ho reagito come voi quando un noto giornalista del settore, metà di una celebre coppie foodie e sincero gourmet, mi ha raccontato la sua ricetta della pasta con l’avocado, che ora vi giro con le sue stesse parole: “Metti nel frullatore in parti uguali avocado maturo e pomodori senza pelle, meglio San Marzano, molto maturi.

Unisci olio extravergine e il succo di mezzo lime. Frulli e la salsa è pronta.

Il meglio lo raggiunge quando sopra alla pasta condita con questa salsa aggiungi gamberi scottati in acqua e succo di limone”.

Non gli ho chiesto se finiva con pepe o peperoncino, ma secondo me sì. E la proverò quanto prima. Insieme alle ricette che mi suggerirete. A base di avocado superfood, supergood.