Scrivi come mangi. Cosa c’entra il Mahatma Gandhi col babbà?

Scrivi come mangi. Cosa c’entra il Mahatma Gandhi col babbà?

I dubbi insinuati la scorsa settimana nel primo post di quest’audace rubrichetta erano già parecchi. Ma, prima di iniziare a derimerne qualcuno, vorrei fare un po’ d’ordine metodologico introducendo delle simpatiche categorie.

Intanto, la questione delle trascrizioni da parole dialettali: bagna caoda bagnacauda, bunet bonet bonnet [e siamo in Piemonte]; seadas/sebadas, bottarga/bottariga [per restare nel Regno di Sardegna]; chili/chilli – e qui saltiamo alla categoria delle doppie: babà/babbà, capasanta/cappasanta, canellini/cannellini

Degli accenti s’è già detto – la cucina francese la fa da padrona facendoci la guerra pure con la grafia: tutte quelle e, alcune accentate acute, altre gravi, effettivamente sembra un esercizio di stile più che la lettura di un menu [senza accento! c’est français, parbleu].

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E ancora, le questioni sollevate dalle traduzioni da altra lingua; la principale, il genere: sarà maschile o femminile? Rientrano in questa categoria il/la già menzionato/a tempura [maschile, è un fritto; femminile, finisce con la a], gli attualissimi [le attualissime?] cupcake [cupcakes? ecco: c’è pure la questione del singolare/plurale, lo scriviamo con la esse o senza?], la/il bisque.

Poi: il criterio di chi scrive: filostraniero o filo Treccani? Ragoût/ragù (e qui l’accento ci vuole, mi raccomando eh), purè/purea/purée, bolognese/bolognaise.

I casi dubbi, che non si derimono nemmeno a cannonate, spesso frutto di traslitterazioni da grafemi o fonemi diversi dai nostri: felafel/falafel, cous-cous/cus-cus/cuscus, wanton/wonton, caipirinha/caipiriña.

I semplici strafalcioni, di cui è pieno l’universo mondo, dal portale di ricette al Menu (vedi sopra) blasonato: craker (o addirittura creker), crèpe (l’accento grave fa molto francese), carry (con buona pace del Mahtma Gandhi, ops Mahatma), la cervella…

Infine, i neologismi – in un’epoca di gran parlare di cibo perché non azzardarne qualcuno? Tartetatin, pandispagna e pangrattato, pastasfoglia (del resto, pastafrolla è già stato sdoganato), sottolio, primosale e plumcake (e ci risiamo: maschile? femminile??), finendo in bellezza con un nuovo santo in paradiso: il pescesanpietro – senza dimenticarsi del pescespada.

Bene, giuro che dalla prossima settimana la smetterò di porre questioni. Sull’ordine alfabetico, però, non garantisco.