Cosa dice la gente dentro Eataly: “Cara, compra il controfiletto per il cane”

Cosa dice la gente dentro Eataly: “Cara, compra il controfiletto per il cane”

Nel corso degli anni abbiamo detto che Eataly è il super-mega-iper-mecato imponente, invadente, costoso, ambizioso, godereccio, politicamente trasversale, finto slow e bla bla bla. Ma non abbiamo mai detto cosa dice la gente dentro Eataly. Ecco se fate attenzione rischiate di ascoltare deliri del genere.

— “Pupa, mentre faccio la fila per il pesce, vai al banco dei formaggi e ricordati di prendere il parmigiano per tutte e due le case”

— “Se non mi ricordo io di quel povero cagnolino: gli ho comprato mezzo chilo di controfiletto dal macellaio”.

— “Ale, ho preso la farina del Mulino Marino, il lievito e la treccia per fare la pizza di Bonci. Mi dici quale pomodoro usa LUI così lo compro?”

— “Scusi sa dove posso trovare le alici di Cetana. Ops, Cetara, scusi!”

— “Amore, ho comprato il fritto di Pasquale Torrente, ma da portare via perché tra poco arriva la squadra per la manutenzione delle siepi”.

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Come dite? Non si origliano le conversazione delle persone durante il sacro rito della spesa? Secondo me siete male informati. Da pochi giorni questa è l’attività preferita di Overheard in Waitrose, geniale pagina Facebook inglese che affonda con arguzia il dito nella piaga del fanatismo gastronomico, pubblicando pillole di conversazioni come:

— “Tesoro, prendi le olive Kalamata, non le Halkidiki. Davvero, ci serve il Châteauneuf-du-Pape, non il Lambrusco!”

— “Quentin, trova una torta che posso spacciare per fatta in casa”.

— “Capisci che sei da Waitrose dall’essenzialità delle brioche”.

— “Non abbiamo già un misuratore della temperatura del vino, caro?”

Ora, non pensavate mica che la posa edonista e snob mentre si riempie il carrello sia una tara solo italiana? Nemmeno è nata la pagina che si è già beccata gli articoli su HuffingtonPost, BuzzFeed e soprattutto ha raggiunto 223.000 mi piace in breve tempo.

Noi, però non potevamo stare a guardare e vogliamo rispondere chiamando in causa la ricca antropologia gastronomica italiana aprendo la pagina SpyFood. Però vogliamo essere più democratici: ci interessano tutti i supermercati, tutti i tipi umani e soprattutto vogliamo fotografare la spesa nei carrelli. Perché è lì che si annidano le abitudini più virtuose, pragmatiche, gastrosnob o lisergiche che siano.

Non so se conquisteremo migliaia di lettori al giorno, ma se il buongiorno si vede dal mattino i primi stalkeraggi racchiudono gemme del genere.

— “Tesoro, hanno un bel sarago da 1,5 kg e dicono che è pescato. Pensi che mentano?”
Complottista all’IperCoop

— “Giovanni ci sono gli asparagi in sconto del 40%. Ne prendo 10 pacchi?”
Donna accumulatrice all’Esselunga

— “Amore, faccio tardi sono andata in centro a compare la farina di quinoa”.
Mamma bio a Natura Sì

— “Cercavo un bianco senza solfiti, ma qui la situazione è imbarazzantemente mainstream”.
Hipster al Todis

— “Sì, adesso sono allo scaffale che cerco la farina con LA FORZA!”
Yoda al Despar (ma ci piace pensare che il segnalatore se la sia inventata!)

Insomma, siete pronti a spiare per noi, o a confessare le vostre più malsane esternazione da supermercato? Astenersi (ovviamente) esegeti della privacy e del politicamente corretto.