Chiuso il 60% dei ristoranti di Kitchen Nightmares: Cannavacciuolo meglio di Ramsay?

Chiuso il 60% dei ristoranti di Kitchen Nightmares: Cannavacciuolo meglio di Ramsay?

Non basta neanche fare gli Sgarbi della cucina. Nonostante le più scenografiche modalità di insulto, quello sbroccare in apparenza bilioso e lo status di innegabile fuoriclasse della cucina nemmeno Gordon Ramsay fa miracoli. Da qualche giorno sappiamo che oltre il 60% dei ristoranti visti nel suo talent show Kitchen Nightmares (Cucine da Incubo), per la precisione 47 su 77hanno chiuso per sempre. Ma siccome le cattive notizie non arrivano mai sole, alcune insegne hanno chiuso prima ancora che il loro episodio andasse in onda. 

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Un lascito poco invidiabile per il detentore di ben 9 stelle Michelin, profuse tra i suoi ristoranti sparpagliati in tutto il mondo.

Non è dato sapere quanto abbia contato l’onore ferito nella decisione presa pochi giorni fa da Ramsay e comunicata con un post della categoria “Announcement” nel suo sito, ovvero che dopo 123 episodi in 12 stagioni venduti in 150 Paesi e “localizzati” in 30 (come in Italia) non sarà più lui a condurre il fortunato programma.

Vedremo con chi la Fox rimpiazzerà l’irriverente cuoco scozzese.

Nel frattempo, preoccupati dai dati della serie originale, ci siamo sbattuti per sapere come vanno le cose in Italia. Quanti ristoranti che hanno partecipato a Cucine da Incubo, la Kitchen Nightmares de noantri, che ha nel  voluminoso chef Antonino Cannavacciuolo il suo prode condottiero, hanno abbassato la serranda per sempre?

Cucine da incubo, trasmesso da Fox Life, è solo alla seconda serie, magari è presto per i bilanci, ma il quadro che emerge è decisamente roseo. Ha chiuso solo un ristorante, Cuore e Sapore di Milano, mentre gli altri, a sentir loro, vanno a gonfie vele. E segnalano tre grandi vantaggi ricevuti dal programma, a parte la ristrutturazione del ristorante interamente sostenuta dalla produzione.

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“Diversi gruppi che avevano pianificato un weekend a Torino ci hanno scelti dopo averci visto in tv”, spiega Iacopo, titolare del BojaFauss di Torino. I fan di Cannavacciuolo sono un altro piacevole effetto. “Girano i ristoranti visti nel programma per collezionare souvenir, alcuni anche solo per una foto” ci hanno detto da Le Lanterne di Roma.

NUOVI CLIENTI.
All’inizio vengono per toccare con mano la trasformazione del locale vista in tivù e il lavoro dello chef. “Poi si trovano bene e tornano”, ci ha raccontato Valentina de La Vecchia Soria di Ozzero, Milano. “Con Cucine da Incubo mi sono giocato il jolly: oltre ai nostri clienti che sono tornati, ne abbiamo conquistati di nuovi, da soli non ce l’avremmo mai fatta”, ha spiegato Gigi dell’Osteria Vitanova di Padova, già del Terzo Tempo.

RITORNO ECONOMICO.
“Più che aumentata, la nostra clientela è quintuplicata” ha riferito contento Stefano di Re Artù a Gaggiano (MI). Secondo Alessandra de Lo Zodiaco di Fiumicino “i consigli di Cannavacciuolo hanno reso il lavoro più scorrevole sia dal punto di vista organizzativo che in cucina”. “Quando recuperi i clienti che avevi e ne acquisisci di nuovi il fatturato aumenta” argomentano Al Bacioch di Alessandria. Inevitabile che nelle spiegazioni dei ristoratori faccia capolino la crisi economica. “Ho avuto la fila per quarant’anni ma la crisi ci ha davvero spaventato. Ora Cucine da Incubo ci ha restituito visibilità e per mangiare il nostro riso cacio e pepe vengono da tutto il Lazio, assicura orgoglioso Salvatore de Il Piave di Frascati.

Ci sono anche i lati negativi. “Commentando la puntata nei social network qualcuno ha scritto che le cose viste in tivù erano vere, cioè che il nostro locale è davvero sporco. Si parla per dare fiato alla bocca” chiosano dal ristorante Al Capolinea, visto nella prima stagione.

In più c’è la fatica. Dal Bacioch spiegano che “Chiudere per una settimana e recitare davanti alle telecamere con ritmi sconosciuti è statostancante”. “Non è l’ora scarsa che si vede in tv, dietro c’è un lavoro pazzesco”.

Resta il fatto che l’entusiasmo prevale e dai racconti emerge una situazione diversa, quasi opposta rispetto al Kitchen Nightmares di Gordon Ramsay. Sara forse perché, banalmente, Antonino Cannavacciuolo è un cuoco ma anche un ristoratore più affidabile?