Eataly Firenze: scene da un’apertura

Eataly Firenze: scene da un’apertura

Sono una fanatica del cibo, un’avida e compulsiva sbranatrice di pane, pizza, pasta e fritti. Ho il pallino del vino e un certo disincanto per l’alta ristorazione, a cui preferisco i godimenti da trattoria. Insomma ho il profilo dell’entusiasta di Eataly. Mi ci perdo, mi abboffo; trovo molte cose buone nello stesso posto e potrei passarci le giornate, anche se infastidito da quell’hipsterismo indomito che mi fa guardare con sospetto intorno.

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Non posso quindi ignorare l’apertura di Eataly Firenze, centoventidue posti di lavoro anche se 42 part-time. Questo il boccone più saporito, insieme alla riassunzione dei dipendenti della libreria Martelli, chiusa ormai due anni fa: l’ex direttore, abituato a destreggiarsi tra le pagine, lavorerà in panetteria.

Poi c’è quella voce interiore che mi fa pensare che non tutto l’oro di Eataly brilla. E mi faccio alcune domande che vedo già circolare su Twitter, in compagnia di foto festanti a decine. Le licenze, i prezzi, la qualità che non è sempre quella che dovrebbe. Sicuro, faremo le pulci anche a Eataly Firenze, ma da domani. Oggi invece scopriamo com’è.

Eataly apre a Firenze

Apre nei locali che ospitavano la libreria Marzocco e poi la Martelli, nella via omonima, sono duemila metri quadri disposti su tre piani aperti 7 giorni su 7, dalle 9 alle 22:30. Inaugura Matteo Renzi, neo segretario del Pd e sindaco che non perde un’apertura (ma come fa?), figurarsi quella di Eataly Firenze, appendice in città del suo grande sponsor, Oscar Farinetti.
Foto: Dario Nardella.

Eataly a Firenze, la ressa per l'aperturaEataly Firenze, apertura

Le stesse scene che abbiamo già visto a Roma, a New York, anche a Bari. La folla si accalca, sempre un po’ più numerosa, per scoprire cosa c’è dentro. Qualcosa possiamo anticipare anche noi. Al piano terreno trovano spazio i vari ristoranti a tema, dalle verdure ai formaggi, pasta-pizza, carne-pesce. E altri due in rappresentanza della quota “local”, il primo dedicato alle zuppe, specialità di una popolare trattoria fiorentina, Da Burde, e il Magazzino di Luca Cai, lampredottaio di piazza della Passera. Sempre a piano terra c’è il mercato, vera specialità di Eataly.
Foto: Gli Aironi, Antonio Giudilli.

Eataly Firenze, l'internoAttrezzi da cucina di Eataly firenzePasticceria di Eataly Firenze

Da un lato del piano superiore una grande cucina apre all’Osteria del vino libero, dove secondo indiscrezioni si mangia con 245 25 euro. C’è anche il ristorante gourmet, si chiama Da Vinci come Leonardo che ha alloggiato proprio nella casa di fronte. Lo chef è Enrico Panero, nato professionalmente da Guido, il ristorante di Pollenzo, poi nella sede di Eataly a Genova dove gestiva il ristorante Il Marin.
Foto di Scatti di gusto, Missione Cucina.

Il lampredotto di Eataly FirenzeEnoteca Eataly FirenzeEataly Firenze

La scuola di cucina si trova invece al secondo piano, è grande, più grande che in ogni altra sede di Eataly. Ci sono sette aule diverse per insegnare tutto e in ogni lingua, specie ai turisti stranieri che invadono Firenze. Spiegheranno a un giapponese come si fa la pizza, a un americano come si cucina la pasta, a un australiano il vino.
Foto di Missione Cucina.

Le carni di Eataly FirenzeLa libreria di Eataly FirenzeLa pizza da Eataly Firenze

Altre varie ed eventuali di Eataly Firenze: la terrazza panoramica, la gara tra Piemontese e Chianina per diventare miss bistecca, la pasta di Gragnano fatta all’impronta e ovviamente i libri, una grande quantità di libri. Ancora: il museo del Rinascimento, un percorso guidato dall’onnipresente cartellonistica di Eataly e dalla voce dello scrittore Antonio Scurati. Per scoprire la storia comprando il prosciutto.
Foto di Missione Cucina.

Lampredotto a Eataly FirenzeMatteo Renzi a Eataly Firenze

Eataly Firenze, dedicato al Rinascimento

In attesa di Milano e con l’apertura di Firenze ci sono Eataly a Roma (60 milioni d’incasso), Istanbul, Torino (40 milioni d’incasso), Asti, Genova, Bologna (4,5 milioni d’incasso), Tokyo, Monticello d’Alba, New York, Chicago, Pinerolo e Dubai. Farinetti ha tremila dipendenti, per la maggior parte giovani. Un grande merito (al netto della mediocrità di ogni sua apparizione in Tivù, il mezzo, evidentemente, non gli rende adeguato omaggio).
Foto: Gli Aironi, G. Cervone per il Corriere Fiorentino.