Expo 2015: 7 consigli pratici per gestire bene la vostra visita

Expo 2015: 7 consigli pratici per gestire bene la vostra visita

La mia partecipazione all’opening di Expo 2015 è stata da comune mortale: nessun invito, nessuna preview, nessun evento esclusivo, nessun contatto con i vip. 

L’unico privilegio che ho avuto è stato ottenere (faticosamente, ma questa è storia che a voi interessa poco) il pass stampa. Ergo, non so darvi info sull’acquisto e il ritiro dei biglietti, a questo ci pensa Dissapore. Né ho intenzione di raccontarvi cosa ho assaggiato e dove: sono più brava a parlare del cibo che preparo io piuttosto che consigliare quello altrui.

Invece, ho messo insieme una serie di consigli pratici che vi saranno utili, quando andrete (perché prima o poi cederete alla malia delle sirene mediatiche) a visitare l’esposizione.

Expo 2015, consigli pratici

1. I VESTITI

Expo è all’aperto. I padiglioni sono strutture chiuse, ma si raggiungono percorrendo un viale, il Decumano, coperto solo da teloni, che in alcuni punti si interrompono. I padiglioni sono ai lati del viale, dove i teloni finiscono, e Piazza Italia è scoperta. [related_posts]

Ergo, se fa caldo farà caldo, se fa freddo farà freddo, se piove vi bagnerete (anche perché i teloni non sono proprio a tenuta perfetta, verificato con una pioggia neppure troppo violenta). Insomma, guardate il meteo, le temperature e vestitevi di conseguenza.

Accessori: meglio una giacca da legare in vita che un soprabito da tenere sul braccio, uno zaino o una borsa a tracolla che una hand bag; utile un cappellino per ripararvi da sole o pioggia.

Corollario: borchie, bigiotteria, chincaglieria varia lasciatele nel cassetto o rassegnatevi a toglierle per passare i metal detector.

Expo 2015, consigli pratici

2. LE SCARPE

Farete tanta strada. Il Decumano è lungo “solo” un chilometro e mezzo; il Cardo, che lo attraversa all’altezza di Piazza Italia (e alla cui estremità si trovano Padiglione Italia e Albero della Vita), 350 metri: detti così, non sembrerebbero tanta roba, ma a ogni piè sospinto vi infilerete in una laterale, salirete le scale di un padiglione e girerete sale e allestimenti, oltre al fatto che passerete molto tempo in piedi.

Quindi, ragazze, niente tacchi, lasciate che li indossino solo le povere hostess, come da uniforme.

Un bel paio di sneaker vi permetterà, fra l’altro, di arrampicarvi in scioltezza (insomma!) sulla rete del padiglione Brasile, già eletta attrazione più cool.

Se, comunque, avete sbagliato modello e le vesciche vi attanagliano (è successo a me, seppure con un paio di stivali morbidissimi e super collaudati), sappiate che esiste un servizio di navette che circumnaviga il sito.

Expo 2015, come arrivare

3. COME ARRIVARE E COME ANDARSENE

Lasciate a casa la macchina. Vi risparmierete traffico, parcheggio (se proprio ci tenete 12,20 euro) e navette. Mentre metropolitana e treno sono comodi, veloci, economici e siete già praticamente nel ventre dell’esposizione.

Scesi dal treno potrete imboccare due strade: la prima vi farà camminare all’interno della stazione sotterranea, passare per biglietterie e uffici accrediti, salire su comodi tapis roulant per arrivare infine ai metal detector davanti all’ingresso di Porta Triulza.

La seconda vi farà fare un giro più tortuoso e percorrere una lunga, lunga, lunga passerella. Che se all’arrivo può sembrare poca cosa, al ritorno, chilometri nei piedi, parrà non finire mai. Ecco, al ritorno evitatela. Sulla destra dei metal detector ci sono due piccoli varchi, e io vi consiglio di uscire di lì.

La buona notizia è che se tornate in metro troverete il vostro posto a sedere: la linea 1 parte da qui quindi i vagoni arrivano vuoti.

Expo 2015, cartina

4. LA CARTINA 

Se non ve la siete scaricata, non dimenticate di chiedere la mappa al ritiro biglietti o, in alternativa, ai volontari che fanno capannello qua e là. 

Perché se è vero che lungo tutto il Decumano sono disseminati totem interattivi con la piantina dell’esposizione (ma, ahimè, i touch screen non funzionano benissimo), è anche vero che dieci passi dopo averli consultati vi sarete dimenticati se dovevate andare a destra o a sinistra per raggiungere quel padiglione che tanto vi interessava.

Uno sguardo preliminare alla cartina potrebbe essere utile ai più organizzati per decidere, prima di cominciare, cosa andare a vedere. Soprattutto dopo aver consultato l’elenco degli eventi del giorno.

Anche se poi non rispetterete il programma perché vi verrà voglia di entrare in ogni padiglione.

Esclusi, forse, solo quelli di Tecnogym, dove gente strana si affanna in improbabili sessioni di Indoor Cycling o Step al ritmo di una musica martellante.

Expo 2015, file al padiglione Italia

5. LE CODE 

Rassegnatevi a fare tante file, più o meno ordinate. Soprattutto se andrete da qui a giugno, perché l’esposizione è diventata meta di gite scolastiche per gruppi di alunni di tutte le età: da quelli minuscoli, delle elementari, così carini con le loro magliette tutte uguali, fino ai liceali grandi, goffi e rumorosi.

Non cadete nell’equivoco che coda significa padiglione imperdibile: spesso, infilandovi in siti all’apparenza deserti potrete scoprire angolini interessanti, come gli scarni ma suggestivi giardini del Bahrain o le ricostruzioni kitsch della vita in Oman (con una interessante storia sulle tecniche millenarie per il recupero delle acque).

E sappiate che verso sera (dalle 18 in poi) la calca diminuisce: può essere l’ora migliore per vistare la popolosa Cina o passeggiare nella (quasi) quiete del bosco austriaco.

Expo 2015, viabilità

6. SERVIZI (davvero) UTILI 

Dovessi esprimere sinteticamente la mia giornata all’Expo, direi: non ho visto Bottura, ma ho trovato le toilette. Solo i padiglioni più grandi (tipo il già citato Brasile) ne hanno al loro interno.

Altrimenti, sono situate nelle “stecche”, gli edifici laterali in legno in cui troverete anche tanti altri servizi, come farmacie, banche, tabaccai, bar e self service low cost se, dopotutto, i prezzi dei ristoranti interni ai padiglioni vi sembrassero (come in molto casi sono) esagerati.

Expo 2015, consigli pratici

7. RISPOLVERATE L’INGLESE 

L’esposizione universale riunisce genti che arrivano da più di 130 Paesi diversi. E molti, moltissimi di loro non parlano italiano o sanno solo dire “buongiorno, prego, per di qua, grazie, arrivederci “.

Invece, mostrano tutti una sufficiente conoscenza dell’inglese e tanta voglia di parlare proprio con voi. Certo, se avete bisogno di un’informazione troverete sicuramente qualcuno che vi aiuti a comunicare.

E le cosiddette “exhibition” (i filmati, le esposizioni e i percorsi che animano i padiglioni) sono tutte tradotte e/o sottotitolate. Ma il bello di incontrare tanta gente straniera tutta nello stesso posto è anche perdere cinque minuti in chiacchiere, chiedere, informarsi.

Quindi, non siate timidi e sfoderate la vostra migliore performance nella lingua d’Albione, anche se maccheronica. Nella maggior parte dei casi, loro non la parleranno meglio di voi.

Come annunciato, non ho raccontato nulla sul cibo che assaggerete. Non vi ho detto se sono più buoni gli involtini di verdure malesi o i lobster roll dei food truck americani. Se vale la pena prenotare una cena di Identità Golose o bersi una birretta sulla terrazza del padiglione Moretti.

Se approfondire la conoscenza dei vini gallesi al padiglione targato United Kingdom o acquistare un vasetto di harissa al gift shop marocchino. Non sto qui a sottolinearvi che da Eataly e McDonald’s potete andare tutti i giorni, mentre un kimchi coreano forse non vi ricapita presto. Cosa mangiare e cosa bere lo scoprirete da voi.

È l’Expo, bellezze.

[Crediti | Link: Dissapore, Expo. Immagini: OmniMilano, Corriere, Repubblica]