Il mio 2013: le cose che sono piaciute ai redattori di Dissapore

Il mio 2013: le cose che sono piaciute ai redattori di Dissapore

Abbiamo chiesto agli editor di Dissapore, o per meglio dire, agli editor di Dissapore che ancora rispondono a telefonate, messaggi su What’s App, appelli su Facebook e Twitter, minacce via Skype, di condividere il loro personale meglio del 2013. Agli irreperibili e agli insofferenti di ogni disciplina, i più sentiti auguri di una sbronza meno allegra del solito, ecco.

Sara Porro

Il meglio dell’anno: Sara Porro


Lauto Pasto del 2013, ovvero la migliore mangiata dell’anno:

Mirazur, Menton

Sono stata al Mirazur di Menton, pochi metri aldilà del confine tra Italia e Francia, in una splendida domenica di inizio autunno. Ho demolito un esteso e meraviglioso menu degustazione, complicato dal fatto che il pane in tavola – una semplice pagnotta con un’incisione a croce – fosse il più buono che io abbia mai mangiato. La cucina di Mauro Colagreco unisce precisione cartesiana e vena poetica, e il percorso è un crescendo di piatti gioiosi, fatti per godere. Tornando in auto verso Milano, l’amico seduto al mio fianco cantava felice “Oh what a perfect day / porcini and quinoa” .

Novità del 2013, vale tutto: ristoranti, pizzerie, gelaterie:

Taglio, Milano

“Eh, se sei così bravo allora provaci tu” dicono i ristoratori ai giornalisti gastronomici quando questi segnalano le mancanze dei loro locali. Detto fatto: così il giornalista e illustratore Gianluca Biscalchin, insieme a soci, ha aperto Taglio in via Vigevano 10 a Milano. Aperto dal mattino alla sera (ma chiude presto, intorno alle 21.30, e questo è un peccato), Taglio è parte bistrot, parte cocktail bar, parte bottega gourmet. Tutte le anime convivono in paradisiaca armonia, e il risultato è un posto incantevole, dove passare ore a sorseggiare caffè filtrato, o a fare scarpetta nel piatto delle Eggs Benedict.

Trasmissione televisiva del 2013:

Parts Unknown

L’episodio di Parts Unknown ambientato in Sicilia in cui Anthony Bourdain viene portato a pescare polpi surgelati, ha un accesso psicotico e si consola ubriacandosi di Negroni mi ha fatto pensare che vorrei il mio programma televisivo. Menzione della giuria per Orto e mezzo, su Laeffe, con l’incantevole Lisa Casali, paladina dell’autoproduzione e del no agli sprechi.

Recensione del 2013:

Leon de Bruxelles, Londra
Jay Rayner, critico gastronomico di The Guardian, scrive recensioni tanto più esilaranti quanto più feroci. In questa, in cui recensisce una semplice brasserie belga a Londra, così parla delle cozze: “Il mollusco all’interno della conchiglia è piccolo, rattrappito e asciutto; ogni conchiglia contiene quello che sembra lo scroto rinsecchito di un gatto senza pelo”. Sospiro e penso: anche io, un giorno.

Post del 2013:

The Cheap Bastard’s Ultimate Guide to Eating like a Total Cheap Bastard in Dallas
Una volta, l’immenso Bob Noto (tra i migliori fotografi di cibo al mondo, nonché l’uomo con zero gradi di separazione da chiunque conti qualcosa nel settore) mi definì “la food writer della crisi economica” per la mia propensione a recensire merendine e oscuri ristoranti cinesi. Si capisce quindi perché tra i miei punti di riferimento ci sia Alice “The Cheap Bastard” Laussade, qui alle prese con un’ampia guida ai suoi ristoranti preferiti di Dallas “dove cheap fa rima con  delizioso senza fare rima con diarrea”.

Persona del 2013:

Nigella Lawson
È facile immaginare sia stato un anno faticoso per Nigella Lawson, celebre chef TV britannica. Prima la foto in cui viene maltrattata dall’allora marito, Charles Saatchi, in un ristorante di Londra. Poi il divorzio: in ballo c’è un consistente patrimonio e si va giù pesanti con il fango, con le ex domestiche a sostenere che Nigella avesse problemi di droga. “La sua stella si è offuscata”, come direi se fossi il titolista di un giornale di gossip, e quindi quasi considero una responsabilità personale continuare a volerle bene, perché è una delle poche donne ad avere un rapporto aggraziato con i propri limiti. Una che mostra che si può cucinare sciattamente senza essere cattive madri, che si può essere sexy anche senza portare la 40 o senza avere 20 anni, che non c’è da scusarsi per avere perso un marito molto amato senza perdere l’appetito per la vita. A un grande 2014, Nigella.

Adriano Aiello

Il meglio dell’anno: Adriano Aiello


Lauto pasto del 2013, ovvero la migliore mangiata dell’anno:

Agriturismo Casa Scaparone
Secondo break gastronomico di un week end nelle Langhe già iniziato bene alla trattoria del Campo a Mango. Giornata faticosa, tempo caldo, prole irrequieta. L’attesa è lunga: il risultato la vale tutta. Dalla cascata di antipasti – come da usanza langarola – alle pietanze. Sontuoso il vitello tonnato. Il dolcetto della casa scorre a fiumi e il prezzo è irrisorio. Si va a letto satolli e felici.

Novità del 2013, vale tutto: ristoranti, pizzerie, gelaterie:

Enoteca La cieca
Piccolo, ispirato e ben gestito, con un calore che a volte latita a Milano. Un posto dove si chiacchiera, si beve bene, si incrociano molti eventi e ci si inventano cose semplici quanto efficaci. Come devastare un intero prosciutto con la dolce compagnia dello champagne. E se si è sufficientemente avveduti si prova a indovinare il bicchiere che si ha davanti con ovvi vantaggi economici e di autostima.

Trasmissione televisiva del 2013:

Unti e bisunti
Finalmente un po’ di aria fresca. Superiore ai molti modelli americani sul tema, il programma ha ritmo, occhio per facce e luoghi. E Chef Rubio funziona.

Recensione del 2013:

Dry, il buio oltre la pizza
La mia formazione preWeb tradisce da sempre una passione per la penna ispirata, intransigente e cartacea di Valerio Visintin, il critico che più divide il mondo del giornalismo gastronomico tra passato e futuro. Io che dei partiti presi non so che farmene me lo tengo stretto. Anche perché se sorprendersi delle false verità televisive (come quando scrive del “Cucine da incubo” italiano) lascia un po’ sorpresi, non saprei non voler bene a uno che scrive una cosa del genere: “Un autorevole collega, Veterano Bonilli – nemico giurato dell’altrui insonnia, che combatte strenuamente in ogni scritto -, mi ha accolto a distanza nella sua città d’adozione con due affettuosi tweet”.

Post del 2013:

La lievitazione naturale, questa sconosciuta: Marco Locatelli e il Paradiso della Pizza.
Una semplice e lunga intervista a Marco Locatelli del Paradiso della pizza di Vimercate. Su argomenti tecnici ma lucida, condivisibile e lontana dai soliti, noiosi talebanismi sulla pizza e da chi vuole trasformarla in una passione per pochi.

Persona del 2013:

Armando Castagno.
Perchè il suo umanesimo enologico racconta involontariamente me stesso e il mio modo di intendere la vita e la cosa non puó lasciarmi indifferente. Ma soprattutto ogni volta che lo vedo-leggo-sento raccontare un vino mi viene voglia di berlo o di andare in giro per cantine. Quindi credo che lo citeró per danni economici.

Andrea Soban

Il meglio dell’anno: Andrea Soban


Lauto pasto del 2013, ovvero la migliore mangiata dell’anno:

La Credenza, San Maurizio Canavese (TO)
Un pranzo al ristorante la Credenza di San Maurizio Canavese con i meravigliosi piatti dei due chef Giovanni Grasso e Igor Macchia, intervallati da lunghe chiacchiere sul gelato.

Novità del 2013, vale tutto: ristoranti, pizzerie, gelaterie:

Orsone, Cividale del Friuli (UD)
Orsone, il primo ristorante italiano di Joe Bastianich e famiglia, seriamente candidato al titolo di migliore del Nord-Est. Un modello di ristorazione calato tra i morbidi pendii e i vignti del Collio.

Trasmissione televisiva del 2013:

Masterchef Italia
Vince a mani basse “Masterchef Italia”. Bravo anche Antonino Cannavacciuolo, che con la versione italiana di “Cucine da Incubo” non ha fatto rimpiangere Gordon Ramsay. Chi ha davvero sparigliato è stata la combo Chef Rubio / Unti e Bisunti, trascinante e nuova. Meno bene “Street food heroes” su Italia 1, con un approccio spesso sopra le righe.

Recensione del 2013:

Chi può dirlo.

Post del 2013:

Logiche di distruzione del Made in Eataly
Per la discussione che ha generato, non posso non citare il veemente post dell’allora sconosciuto Tokyo Cervigni a tema Eataly. Per alcuni inutilmente provocatorio e poco oggettivo, incarna in realtà lo spirito originario del blog.

Persona del 2013:

Carlo Cracco
E ancora non lo abbiamo visto nella versione italiana di Hell’s Kitchen!

Giorgia Cannarella

Il meglio dell’anno: Giorgia Cannarella


Lauto pasto del 2013, ovvero la migliore mangiata dell’anno:

La Lanterna di Diogene, a Solara di Bomporto (MO)
Pranzo memorabile alla Lanterna di Diogene. Paste fresche da menzione d’onore, antipasti vegetariani tra i più gustosi mai mangiati: un’osteria Slow Food nel senso primitivo (vero e genuino) del termine. Dettaglio non trascurabile: la Lanterna è una cooperativa sociale gestita da disabili che allevano, coltivano e autoproducono tutto, dall’aceto alla pasta.

Novità del 2013, vale tutto: ristoranti, pizzerie, gelaterie:

Citabiunda a Neive (CN)
Dopo un anno speso a parlare più di pizza gourmet che di spending review, Citabiunda, che nasce come birrificio, assicura un rapporto prezzo-felicità altrove irreperibile. E si beve splendidamente per tutta la pizzata.

Trasmissione televisiva del 2013:

Unti e bisunti
Non solo per il picco ormonale provocato da Chef Rubio. Ha svecchiato la tivù nutrizionalpopolare italiana.

Recensione del 2013 e Post del 2013: 

Purché sia di Valerio Visintin
Può recensire i migliori cinesi di Milano o bacchettare le fooblogger, sfottere Dissapore o difendere Tripadvisor. Qualunque cosa scriva, Valerio Visintin, critico gastronomico del Corriere, riesce sempre a farmi sorridere. Anche sospirare, dopo essermi chiesta: “Perché non so scrivere così?”

Persona del 2013:

Aldo Zivieri
Macellaio partito da Monzuno, oscuro paesino dell’appennino bolognese, approdato nei ristoranti stellati di mezz’Italia. Connubio raro di passione, bravura, gentilezza e disponibilità.

Giulia Caligiuri

Il meglio dell’anno: Giulia Caligiuri


Lauto pasto del 2013, ovvero la migliore mangiata dell’anno:

Wicky’s Wicuisine, Milano
Propendo per trattorie e osterie, vino buono a volontà e caciara, ma i piatti di Wicky Pryan mi hanno conquistato. Pesce sciolto in bocca, sapori speziati poco familiari, vino israeliano (che mai avrei pensato di ordinare in un ristorante di Milano). Mangiavo e chiudevo gli occhi immaginando di essere altrove.

Novità del 2013, vale tutto: ristoranti, pizzerie, gelaterie:

Signorvino, Milano
Quanti vini e quanti vini buoni. Apoteosi dello star bene dietro il duomo di Milano. Fatto rarissimo per un’enoteca: è buono pure il tagliere.

Trasmissione televisiva del 2013:

Food Maniac
Lodare pubblicamente Simone Rugiati il tamarro? Non so quando ricapiterà su Dissapore, pertanto invito i fan a godersi il momento. Sia come sia ma Food Maniac, il suo programma su Youtube, oltre a divertire mi mette voglia di cucinare a qualunque ora della giorno e della notte.

Recensione del 2013:

Valerio Visintin vs Allan Bay: la verità, vi prego, su Baladin Milano
Non il post che ho scritto io per Dissapore, ma le recensioni vertiginosamente contrastanti dei due critici, l’idea di metterle a confronto. Nota a margine: però mi è passata la voglia di provare il locale.

Post del 2013:

Dire cose politicamente scorrette sulla Mascotte di Expo 2015 senza sentirsi in colpa
Expo 2015 non è la fiera di prosciutti a cui questa mascotte fa pensare. E il nostro Adriano Aiello mi fa molto ridere.

Persona del 2013:

Viviana Varese
Chef donna, un ruolo difficile. Alice, il ristorante milanese che ha chiuso quest’anno era fantastico, e sono pronta a scommettere che il suo ristorante dentro Eataly Milano, che aprirà nei primi mesi del 2014 sarà imperdibile. Simpatica, intelligente, genuina, professionale, brava. Vado avanti? Okay. La stessa sfilza di aggettivi vale per sua socia, Sandra Ciciriello.

Vincenzo Pagano con Gino Sorbillo e Marianna Vitale

Il meglio dell’anno: Vincenzo Pagano


Lauto Pasto del 2013, ovvero la migliore mangiata dell’anno:

Villa Crespi, Orta San Giulio (NO)
Il pranzo sontuoso del 2013 è da Antonino Cannavacciuolo. Il piccione, i plin alla genovese e la cena nell’ufficio con bistecca, patate e maionese guardando la partita. L’accoglienza è un concetto che va oltre la Mastercard.

Novità del 2013, vale tutto: ristoranti, pizzerie, gelaterie:

Marzapane, Roma
Una chef spagnola in grado di cucinare romanesco ha portato a Roma il bistrot parigino senza distrazioni. Parola d’ordine: commistione.

Trasmissione televisiva del 2013:

Servizio Pubblico
“Una vera bufala”, puntata shock di Servizio Pubblico realizzata da Stefano Maria Bianchi. La teoria del complotto nordista che vuole scippare al Sud una Dop importante e il copyright sulla “Terra dei fuochi”.

Recensione del 2013:

Bland cuisine and atmosphere don’t boost Eat’s silent dinners
L’idea di Eat, un piccolo ristorante a nord di Brooklyn, prometteva sfracelli: il giovane Nicholas Nauman aveva avuto l’illuminazione in un monastero indiano. Aprire nella Grande Mela un ristorante in cui si mangia senza parlare. E giù tutti i media a parlare del ristorante del silenzio. Fin quando non arriva Steve Cuozzo, critico del New York. Che stronca il ristorante con un paio di sentenze micidiali: “Mangiare in silenzio non è un’esperienza punitiva, è solo noioso”. Oppure, confronta il giovane Nauman con lo chef tristellato Eric Ripert che, buddista, rincara la dose: “Quando voglio mangiare in silenzio, o sto a casa o vado in un monastero”.

Persona del 2013:

Luciano Pignataro (in negativo)
Un esempio da non seguire. Descrivere comportamenti e titoli dei suoi post sarebbe impresa improba anche caricando tutto il Devoto-Oli su un computer. Meglio evitarlo con la stessa circospezione di una passeggiata lungo un marciapiede frequentato da scostumati padroni di cani.