Masterchef Italia 4 | 12 febbraio 2015. La Twittercronaca

Masterchef Italia 4 | 12 febbraio 2015. La Twittercronaca

Doppio dilemma da Twittercronaca: appisolarsi inevitabilmente accartocciandosi sul divano con Sanremo o farsi venire l’ansia da pressure test con MasterChef? E poi: twittare per uno o per l’altro (che poi è come un derby tra canone Rai e fattura di Sky).

Visto tutto quello che di imperdibile è successo nelle due serate passate di Sanremo, opto ovviamente per MasterChef, anche perché ho una nuova motivazione: tifare contro Federica. Fino alla scorsa puntata la suddetta non ha generato in me particolari sentimenti di amore o odio, ma dopo averla incontrata a Identità Golose qualche giorno fa, ora ho il dente avvelenato al punto giusto.

 

 

 

No, perché la dolce casalinga bresciana ha una spocchia addosso che è rara, e che è anche difficile da spiegare (c’entrano un posto a sedere, una giacca accartocciata su una poltrona abbandonata e un rientro in scena con pretesa piuttosto appariscente).

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Va beh, poco vi interessa immagino, ma sappiate che da questo istante tifo contro Federica e invece continuo a tifare per Nicolò, che da vicino è pure più carino che in tv.

Iniziamo con una mistery box da record: talmente enorme che Bastianich azzarda un “stasera si cucina King Kong”.

 

Invece non ci sono giganti animali esotici da fare al BBQ, ma i parenti dei concorrenti. C’è chi sgrana gli occhi, chi manca poco si faccia il segno della croce, chi ha qualche attimo di cedimento emotivo. Non se lo aspettavano, è evidente.

 

 

 

Attimi d’amore vero e di tenerezza, lacrimucce (o accenni e tentativi: questa edizione è particolarmente piagnucolante o sbaglio?) e poi i giudici riprendono le redini della puntata dalla deriva sentimentale, e annunciano la sfida.

La mistery box si giocherà con una ricetta che avrò 10 diversi ingredienti, scelti in dispensa dai parenti che, udite udite, cucineranno coi loro prediletti.

 

Per Amelia e Federica ci sono i fratelli, per Nicolò, Stefano e Paolo sono arrivate le mamme, per Maria il fidanzato e per Ariannona nostra il marito, anzi il maritino. Anzi “tesorino” come lo chiama lei ossessivamente.

 

 

 

 

Qualche parente, così a guardarlo e sulla sfiducia, potrebbe fare più danni nel fare la spesa che nel dare una mano ai fornelli. Ad esempio la madre di Paolo, povera stella lei che tutti su Twitter chiamano Emma Bonino e che sceglie, tra tutto il possibile, un’insalatina.

 

Stefano è galvanizzato dalla mammina, Federica dal fratello, Arianna da tesorino; solo Maria si diverte a maltrattare il fidanzato, che non è propriamente un MasterChef neanche lui. Nel frattempo, ai fornelli si cuociono guazzetti, verdure, carciofi e animelle. Di ogni, insomma, in alcuni casi i piatti non hanno un capo, una coda e nemmeno quello che ci sta in mezzo.

Questo spaccato famigliare nazionalpopolare, in contrapposizione alla famiglia con dozzine di figli a Sanremo, stuzzica le riflessioni socio-antropologiche del popolo di Twitter.

 

 

 

Mentre ci si fanno domande sui massimi sistemi, i tre piatti migliori risultano essere quelli di Nicolò, Stefano e Federica. E, neanche a dirlo, vince il perfetto maschio italico, innamorato della mamma (intitola a lei il piatto “Mom inspiration”), convinto di essere meglio di tutti, non troppo brillante a livello neuronale.

 

 

Federica, tra l’altro, è sportiva, la prende bene.

 

Eccoci di nuovo in dispensa col vincitore: Barbieri (stasera in grande spolvero), Cracco e Bastianich scoperchiano ben 7 scatole. E’ la fiera del volatile, ma ho il dubbio che niente sia un caso e che vinca la teoria della contro-programmazione. Stavolta ce l’hanno con L’Isola dei Famosi.

 

 

Ci sono: una quaglia, una alzavola, una beccaccia, un piccione, un germano reale, una faraona, un tacchino. Insomma, una sfilza di uccelli non facilissimi da cucinare.

Prendi ad esempio il tacchino: sanno tutti che ha il petto molto asciutto. Ma, che ne so, l’alzavola… Stefano, da vincitore, affida a ciascuno un pennuto da cucinare, cercando di mettere in difficoltà il prossimo.

Che con questo tipo di ingredienti non è un ospito così difficile. Abbiamo detto alzavola? Ecco, quella è tutta per Arianna.

 

 

 

Gaffe di Paolo che, così su due piedi non riconosce il tacchino e crede di trovarsi di fronte a una faraona.

 

Insomma, osservate da vicino questi uccelli:

 

Vi sembra una prova semplice? E, guardate un po’, salta fuori che Nicolò ha le idee piuttosto chiare a riguardo. Riconosce alla prima occhiata i diversi tipi, ostenta sicurezza aiuta gli altri a districarsi dagli imbarazzi. In effetti mi ero quasi dimenticata delle galline ornamentali.

 

 

Si ricomincia a sudare, davanti alle padelle. Tutti ci mettono l’anima, e poi scade il tempo e come sempre parte l’auto-applauso.

 

A Federica capita la faraona, Arianna armeggia con l’alzavola, ma anche gli altri non è che siano propriamente a loro agio.

 

 

 

Alla fine tra i peggiori, la peggio dei peggio è Federica. Maria va diretta al pressure, ma chi abbandona il grembiule è Federica. Il mio silenzioso gufaggio ha sortito l’effetto sperato. E’ ora che la signorina se ne torni a casa, le lascio ancora quei 40 secondi dovuti di lacrimevole saluto, poi però basta.

 

 

 

 

 

A vincere è Amelia, che se la cava davvero egregiamente a detta dei giudici, letteralmente estasiati dal suo piatto. Comincio a pensare che sia brava davvero. Sì, potrà anche esserlo, ma Nicolò mi sembra comunque avere qualcosa in più. Ora due minuti di pubblicità poi sarà tempo di esterna.

 

Attenzione: siamo a Roma, alle scuderie del Quirinale per la mostra di Frida Kalho. La vera notizia non è questa, ma piuttosto che Cracco non ci sarà, perché è nato Cesare, il suo bambino.

C’è chi prende la notizia come se fossimo in diretta, e chi ha più presente le tempistiche.

 

 

Il gioco è questo: fare un antipasto e un secondo per 13 artisti che si siederanno a tavola famelici come al solito. Il tutto ovviamente, ispirandosi a Frida Kalho e alla cucina messicana.

Il tutto in pochissimo tempo. Il tutto divisi in due squadre: una da tre persone e una da due. Ma cos è? Un gioco al massacro? Ne resterà solo uno?

Diciamo che la sfida è notevole, piuttosto difficile (stavolta viene chiesto anche di metterci del pensiero dietro, non è così facile). Perché, mi state dicendo che a voi se dico Frida Kalho non viene in mente subito una ricetta messicana rivisitata da realizzare in tempo zero?

 

 

A dare una mano ai concorrenti c’è Francisco Mendez che porta in dote un paio di esempi di piatti messicani per spiegare un po’ la rivoluzione copernicana di questa cucina (prima viene la salsa, poi il pollo d’accompagnamento).

 

 

 

Per la squadra rossa, capeggiata da Amelia, ci sono Arianna e Stefano (complimentoni per la scelta!!), per la blu Paolo (che Amelia incorona caposquadra) e Nicolò. In evidente inferiorità numerica, certo, ma stavolta sono inevitabilmente dalla parte del catechista.

 

 

 

In realtà si fa fatica a seguire quello che succede in cucina perché tutta l’attenzione è per i commensali. Se pensavate di aver visto l’inquadrabile ella puntata della moda di Milano, ora vi ricrederete.

Queste persone sono eccentriche, e ci sta (sai, sono artisti), ma ci vuole decenza: la tv è disimpegno, ma questi non dovrebbero parlare in questo modo del cibo.

Non dovrebbero, perché poi la gente crede che anche i critici gastronomici dicano cose simili, ma io vi assicuro che non è così.

 

 

 

 

Davanti ad un piatto, al quale evidentemente si deve trovare a tutti i costi un nesso con Frida Kalho, se no poi Enel si arrabbia, qualcuno riesce a dire cose davvero fuori dal mondo.

 

 

 

 

Diciamocelo: oltre ad essere imbarazzanti parlando di cucina, di cucina questi non credo ci capiscano qualcosa.

Eppure fanno il colpaccio e votano in maggioranza per la squadra blu, che inaspettatamente vince la sfida. Onore a Paolo (che ha fatto il capo solo sulla carta, poi si è lasciato fagocitare dall’ansia) e a Nicolò.

 

 

Al pressure test finale la protagonista è la colazione continentale, quella che ci piace tanto, tantissimo, ma che riusciamo a fare solo quando siamo in hotel. Amelia, Arianna e Stefano si sfidano a colpi di uova, croissant, tè, piatti inventati per la colazione.

Anche stavolta c’è relativamente poco tempo, un sacco di cose da fare. Si fa dura la vita degli aspiranti MasterChef, insomma. E Arianna, al solito, da prova di una notevole pochezza culinaria.

 

 

 

Alla fine, però, si salva per l’ennesima volta. Ha più vite di un gatto longevo. Salva meritatissimante anche Amelia, la migliore anche stavolta.

Stefano, invece, viene spedito direttamente all’ultimo pressure test con Maria. E si da del deficiente in modo molto roboante.

 

Maria e Stefano, coltello tra i denti e aqua a bollire sul fuoco. Perché stavolta ci si gioca tutto a suon di pasta. Dentro chi azzeccherà una gricia, una scoglio, e una norma. Facile?

Il tutto in 30 minuti, e con Cracco che ti osserva con quella faccia lì. Provateci voi.

Non è semplice, ecco perché poi in tutta questa confusione capita che i tre giudici insistono su cose tipo “la cipolla nella gricia, ma come non l’hai messa?” Ecco la genesi delle polemiche infinite.

 

 

Regna l’anarchia nel regno di MasterChef, non si capisce più come si cucinano i primi piatti romani, e l’aglio e la cipolla, e i concorrenti sudati e la paste impiantate peggio che a casa di mia nonna.

Anarchia pura. E in tutto questo ci saluta Maria.

 

Resta Stefano, che continua a non convincermi.

Vado a letto, ma non so se riuscirò a dormire. Non è tanto per la cipolla nella gricia, né per Bastianich che stasera sembrava uno dell’Accademia della Crusca; è per quel commensale che immaginava l’amplesso con Frida attraverso il piatto italo-messicano.

Quello proprio mi sa che faccio fatica a digerirlo.

[Crediti | Link: Dissapore, immagine: Masterchef.it]