Cracco e Lapo aprono un nuovo ristorante a Milano, sembra

Cracco e Lapo aprono un nuovo ristorante a Milano, sembra

Ci sono chef che se ne stanno in disparte nella loro cucina e altri che si fanno notare. Soprattutto se di cognome fanno Cracco e decidono di mettersi in affari con Lapo Elkann, l’eccentrico delfino di casa Fiat, trasformando una vecchia stazione di benzina in un nuovo avamposto del lusso.

Ma atteniamoci ai fatti.

Abbiamo un’ex stazione di servizio Agip, in piazzale Accursio a Milano, uno di quei luoghi dismessi e imbrattati dai graffiti che oggi fanno gola perché, si sa, se trasformati adeguatamente non possono che diventare trendy.

Lapo Elkann, il nipote di Gianni Agnelli, che decide di acquistarla e di utilizzare il garage per trasformarlo in un laboratorio-atelier dove personalizzare automobili e in futuro anche barche ed elicotteri, trasferendovi la sede della sua società “Garage Italia Customs”.

E poi Carlo Cracco (poteva mancare?) a occuparsi del piano superiore dove presto nascerà un ristorante, anche se la notizia sarà resa ufficiale soltanto al rientro dello chef dagli Stati Uniti, dove al momento sta partecipando a “Identità New York”.

Lapo, stazione di servizio a Milano

Ristorante Lapo, Cracco

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La struttura, concepita dall’architetto Mario Bacciocchi nel 1952 su incarico dell’Eni, abbandonata da trent’anni, ricorda una navicella spaziale: l’astronave Millenium Falcon di Guerre Stellari, per intendersi.

E immaginate cosa capiterebbe se sul Millenium Falcon si aprisse un ristorante e se a guidarlo fosse uno chef che tutti conoscono, se non per i suoi piatti almeno per Masterchef o per il volto sulle confezioni delle patatine.

A occuparsi della ristrutturazione e degli arredi sarà lo studio Michele De Lucchi (avete presente il padiglione Zero a Expo 2015?) con la consulenza di Davide Rampello: una Millenium Falcon del lusso, insomma.

Ristorante Lapo, Cracco

ristorante Lapo, Cracco

Sinergia, dunque. Creatività, anche. Italianità, certo, tra moda, cibo e architettura.

Quel che passa per la mente, tuttavia, è che l’italian style più autentico si trovi altrove, magari proprio in quelle trattorie che delle stazioni di benzina non hanno il fascino, ma i clienti.

[Crediti | Link e immagini: Repubblica, Milano]