New York: take a walk on the food side

New York: take a walk on the food side

Cibo chiama gastrofanatico anche e soprattutto in vacanza. Lui no, non ha la Lonely Planet sotto l’ascella a guidarlo, lui ha la SUA lista divisa rigorosamente per genere o zone, raccolta spulciando qua e là dai blog, chiamando gli amici fissati come lui, scrivendo mail a sconosciuti amici di amici, whatzappando a destra e sinistra, rispolverando gli appunti di mesi di studio.

Gli accompagnatori del turista gastrofissato saranno costretti a soccombere, probabilmente a ingrassare con lui.

Lo scruteranno sospettosi quando pretenderà di sapere o indovinare i giorni di frollatura di quel pezzo di carne esposto in bella vista, o quando in preda a satana vorrà acquistare un tagliere enorme o un affumicatoio casalingo con trucioli vari che lo costringerà inesorabilmente a comprare una valigia più grande per il ritorno, vivrà con lui i suoi momenti d’ansia all’aeroporto per la valigia che tarda ad arrivare.

Ecco quindi la mia personale top five dei luoghi nei quali ho trascinato i miei compagni di viaggio e che, lasciando per un momento da parte i 2.000 indirizzi di ristoranti, il gastrofissato cha va in gita a New York non può proprio perdersi.

Chelsea Market

1. CHELSEA MARKET

Ricavato nello spazio di una ex fabbrica di biscotti, qui il fissato food, di qualsiasi genere, dal tormentato cupcake dipendente, al più esigente dei mangiatori di lobster cum mano, trovano il loro paradiso. Al suo interno circa 35 indirizzi di food, da uno dei più forniti negozi di utensili da cucina «Chelsea Market Baskets», alle goduriose prelibatezze della panetteria «Amy’s Bread», che da primavera propone l’High Line picnic box, il cestino delle meraviglie da portare con sé durante le passeggiate sull’High Line che passa proprio sopra la testa del Chelsea Market.

Obbligatorio il passaggio dolci e marmellate da Sarabeth’s Bakery, impossibile non entrare da «Eleni’s Bakery», che udite udite dopo aver proposto per anni montagne di cupcake con la faccia di Obama, oggi li defila in un angolo del a favore di coloratissimi giga biscotti istoriati o bianchi da decorare con le proprie mani.

Posto d’onore va al «Lobster Place», dove ho visto la maggiore varietà di pesci, molluschi, ostriche, una “fabbrica” del lobster da mangiare appena bollito, zuppe di pesce, bottarga di ogni genere e sushi man pronti a servirvi.

Whole Foods Market

2. WHOLE FOODS MARKET

Il regno del cibo naturale e bio, il luogo in cui il gastrofissato vero si sentirà come nel migliore dei suoi sogni. Tanto che penserà a un trasferimento lampo a New York solo per poter andare ogni giorno lì a fare la spesa. Per una descrizione più approfondita rimando a questo post in cui ne avevamo descritto ogni gioia e dolore.

È il luogo imprescindibile per capire la cultura gastronomica americana, partendo dal banco della carne, dove attenzione attenzione! vi converrà andare accompagnati e sorvegliati, perché se anche non avrete la possibilità di cucinarla, la vorrete comprare tutta lo stesso e chiuderla in valigia. File alla cassa ordinate da numeri e pantoni, lacrima di gioia al solo ricordo.

Williams & Sonoma

3. WILLIAMS & SONOMA

Il paradiso dell’elettrodomestico e dell’utensile da cucina. Persino acquistare degli strofinacci vi darà soddisfazione. Qui dentro il sottovalutato rischio di comprare una batteria di pentole di rame a NY è altissimo, o un pratico slow cooker, o ancora un’enorme piastra di sale. Un’area stoica dedicata ai libri di cucina, ma anche cibi confezionati selezionati con dovizia.

Se va bene uscirete con cinque barattoli di farina per pancake che forse neanche vi piacciono, se va male la signora sorridendo vi saluterà come ha fatto con me dicendo di non preoccuparmi, avrebbe spedito tutto al mio indirizzo in Italia.

Greenmarket New York

4. GREENMARKET (Union Square)

Organic è la parola d’ordine e aggirarsi tra i banchi dei produttori agricoli locali, in mezzo a newyorkesi magri, vi darà la cifra di quanto stia cambiando l’abitudine alimentare degli americani.

Ogni lunedì, mercoledì, venerdì e sabato. La cultura locale passa attraverso una infinita varietà di pomodori mai visti prima, fiumi di pannocchie di mais, zucche d’ogni sorta, germogli, piante aromatiche, degustazioni e chiacchiere con i produttori. Un corso accelerato che insegna più di ogni ristorante.

Dean & Deluca New York

5. DEAN & DELUCA

Non è una novità, ma rimane una certezza per buoni pasti consumati tra un giro e l’altro. La regina delle gastronomie, aperta da Joel Dean e Giorgio Deluca nel 1977 a Soho, dopo diverse rivisitazioni il primo piccolo negozio è diventato 1.000 metri di bendidio.

Il banco gastronomia è commovente: dai sandwitch al pastrami, pollo fritto, burrito, caesar salad, insalata di cavoli (coleslaw) o di patate. Scone e bagel memorabili, banco chilometrico del pesce, della carne, dei formaggi, della frutta, del pane, dei dolci. Sugli scaffali ogni salsa, spezia, sale, chips, attrezzo da cucina possiate conoscere o ignorare.

Questi sono i cinque luoghi, che seppure non nuovi o appena sfornati, mi sogno ancora di notte. Ora tocca a voi: cosa non ci si può proprio perdere in gita a NY?

[Crediti | Immagini: Flickr/Steve Shook, Flickr/Pamela Deutchman, Flickr/RYO, Flickr/Todd Kelly, Flickr/Greenmarkets, Flickr/Valda Bailey]