Pranzo di Ferragosto: che gusto c’è se non puoi raccontarlo?

Pranzo di Ferragosto: che gusto c’è se non puoi raccontarlo?

La tentazione di ignorare Ferrragosto è più forte di quella che prova la Guardia di Finanza davanti al registratore di cassa di un bagnigno romagnolo. Poi qualcuno chiede: cosa fai? E io, che subito sento salire l’ansia da prestazione, cosa volete che risponda? Malgrado il Ferragosto dello spread e le fosche previsioni mangio. Come voi, in spiaggia, in città, in campagna, tra borse termiche, grigliate e pranzi al sacco. Con una differenza fondamentale: la Puglia. Dove basta un coltellino per essere felici (leggi: cozze e qualunque altra cosa abbia un guscio da aprire).

Dissapore torna domani ma nel frattempo scoprite le carte: cos’avete preprarato per il pranzo di Ferragosto, oppure, versione per soggetti più passivi che aggressivi: cos’hanno preparato gli altri per voi? Ristorante o un più sobrio pic nic? Pranzo per sopravvissuti in piscina o gavettoni e anguria sotto l’ombrellone? Forza, diteci tutto, il pranzo di Ferragosto che gusto c’è se non puoi raccontarlo?