Pranzo di Pasqua: anziché gli animalisti aiutiamo i pastori

Pranzo di Pasqua: anziché gli animalisti aiutiamo i pastori

Quale momento dell’anno è più propizio per tirare fuori il petto e far sentire tutto il proprio orgoglio veg? Sui social ve ne sarete accorti: i vegetariani, i vegani, gli animalisti e anche qualche VIP in cerca di consenso giovane e moralista giocano facile con i musetti degli agnellini, che hanno certo più presa delle oche di turno (retaggi di Heidi e Fiocco di neve, immagino, almeno nel mio caso).

Insomma, è Pasqua e a Pasqua (ogni anno di più, ogni anno peggio di quello prima) si scatenano le battaglie anti-agnello pasquale, non tanto come simbolo religioso, quanto come protagonista assoluto del menu degli italiani. Quest’anno la LAV (Lega antivivisezione), supportata da testimonial con chiare fattezze “divine” tenta il tutto per tutto e, a rischio di avvicinarsi a una sonora bestemmia in immagini, per colpire con un raggio più ampio.

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Stavolta, coraggiosamente, punta alle madri di famiglia, a quelle che sono andate alla Santa Messa la domenica delle palme e hanno comprato l’ulivo che ora sta lì in bella mostra all’entrata della cucina.

Punta a quelle signore di mezza età che di solito infornano l’agnello prima di andare a fare la comunione a Pasqua. Le stesse che andranno al mercato questo venerdì e affolleranno i banchi del pesce perché, cascasse il mondo, “il venerdì santo è di magro”.

Quest’ultima provocazione veg-blasfema arriva al cuore della questione: o sei buono o sei cattivo. E non sono io a banalizzare la questione, ma semplicemente è venuto il momento di schierarsi tra giusto e sbagliato, tra paradiso e inferno, tra acqua santa e diavolaccio.

Se mangi l’agnello stai tra i cattivi, è una questione morale di presa di coscienza. Sappilo, tu che pregusti con ardore vizioso il tuo abbacchio di domenica, sei un essere orribile e a te non verranno destinate altro che le fiamme.

Se volete salvare le vostre anime dal terzo cerchio dantesco c’è un solo mezzo: il menu di Pasqua vegano.

Una maionese senza uovo salverà le vostre anime peccaminose, gli agnelli torneranno a belare e vivrete tutti felici e contenti. Adamo ed Eva, vestiti di pellicce ecologiche e infradito di canapa intrecciata saranno intenti ad impastare seitan (ma qualcuno non diceva che “Satan eats seitan”?) e scaricare camion di acquisti solidali mortadella-free.

Nel frattempo, nel mondo reale, lo scottadito continua ad esistere, anche se la LAV ci ricorda che:

Negli ultimi cinque anni, però, si è registrato un crollo dei consumi della carne proveniente da questi animali: se nel corso del 2010 gli agnelli e i capretti macellati in Italia erano stati 4.834.473, nel 2014 ne sono stati macellati 2.129.064 (Fonte: Istat).” Loro non si accontentano e puntano a quota 0.

Pasqua, campagna Lav

Di forte attualità, in questo onirico mondo di animaletti parificati agli dei dell’Olimpo, arrivano anche i conigli.

Ci sono deputati come la forzista Vittoria Brambilla che propongono leggi per elevare i conigli allo status di “animale da affezione”, in modo che la macellazione risulti un reato punibile e il suo abbinamento con le olive taggiasche solo un retaggio medievale che meriterebbe il cilicio.

Per capirci, nonostante non creda di essere destinata a nessun Eden ultraterreno, mi ritengo una brava persona: non vado a messa la domenica, e non credo ci andrò nemmeno a Pasqua con sommo dispiacere di mia madre, ma mi comporto mediamente bene.

Certo, è vero: mangio carne. Con troppa frequenza mi immolo al suino, e in questa stagione l’agnello coi carciofi è una debolezza che mi concedo senza scrupolo, non mi pento, non mi dolgo.

Le campagne pubblicitarie che giocano sul bianco o nero non le sopporto. I moralismi da carnivori pentiti non mi piacciono. Se solo usassero un’arma diversa dall’agnellino carino, dal modello barbuto (s)vestito da Gesù, forse avrei anche io qualcosa su cui riflettere con più stimoli. (Non è detto, tra l’altro, che lo faccia già a mio modo, ma non sono qui a giustificarmi).

Per il prossimo anno attendo la sferzata finale con il testimonial d’eccezione: Papa Francesco. Allora Dante, dal suo cerchio di luce, riscriverà la terza cantica infilandoci un posticino per il popolo Veg pieno di spirito di tofu. Amen.