I ristoranti della settimana: carta stampata

I ristoranti della settimana: carta stampata

Per chi scrive le recensioni dei ristoranti il critico gastronomico della carta stampata? Beati i tempi in cui poteva coltivare la nicchia, ma oggi, con i portafogli che piovono sangue mentre online si trovano –GRATIS– blog attendibilissimi e social network aggiornati, chi è che compra una rivista per leggere recensioni di ristoranti?

Proprio qui interveniamo noi, radunando per i fortunati lettori di Dissapore le grandi firme della carta stampata di questa settimana: paludate, un po’ trombone ma ancora necessarie.

Armando al Pantheon

ARMANDO AL PANTHEON
salita de Crescenzi 31 – Roma

Armando al Pantheon, gricia

Gianni Mura, nella recensione del ristorante su Il Venerdì di Repubblica, ricorda trovandosi d’accordo come per il quotidiano inglese Guardian il locale sia tra i dieci di cucina romana da non perdere.

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Armando Gargioli apre una bottiglieria nel 1961, presto si uniscono il figlio maggiore, Claudio, e poi suo fratello Fabrizio, che vedono passare nel locale a due passi dal Pantheon avventori famosi come Astor Piazzolla, Nanni Loy, Jean Paul Sartre e Nino Rota.

Oggi che Armando non c’è più Claudio porta avanti la sua lezione: ingredienti doc, abbondanza di spaghetti (amatriciana, carbonara, cacio e pepe, gricia, ajo ojo e peperoncino), romanità verace (fettuccine con le rigaglie di pollo, tagliolini con ragù di baccalà, minestra con l’arzilla e anatra alle prugne ispirata nientemeno che da Apicio).

Carta dei vini con buone etichette e secondo Mura ricarichi corretti, ma ci sono opinioni diverse, sia sui prezzi dei vini che su quelli del menu.

Prezzi: antipasti 5/10 €, primi 9/13 , secondi 15/19, dolci 6/10.

Locanda Severino

LOCANDA SERAFINA
Largo Re Galantuomo 11 – Caggiano (Salerno)

Locanda Severino, piatto

Perché mai il viaggiatore dovrebbe uscire dalla Salerno-Reggio Calabria a Polla e raggiungere Caggiano? Se lo chiede Enzo Vizzari su L’Espresso; la risposta è scontata: il ristorante di Vitantonio Lombardo, cuoco che “lascia il paese per imparare il mestiere” e poi torna finalmente profeta in patria.

Al pian terreno e al primo piano della Locanda Serafina c’è il ristorante, dove lo chef oggi 36enne propone una cucina tecnica intrisa di Cilento “a prezzi che non hanno uguali” in locali di pari livello.

Alcuni esempi: la pizza in black, una pizza fritta di impasto al carbone vegetale con crema di ricotta, grana e tartufo, omaggio a Davide Scabin del Combal.Zero, gli strascinati in salsa di agnello con peperoncino e menta, il pasticcio alla Caggianese, una torta di pasta frolla farcita di formaggi e salumi “degna di figurare nella hit parade della cucina italiana (i riferimenti musicali di Vizzari non sono tra i più contemporanei), e Monte Crusko, “stravagante ma gradevole gelato di peperoni cruschi).

Prezzi: menu degustazione a 45, 55 e 65 €.

Esco bistrot mediterraneo

ESCO
Via Tortona 26 – Milano

Esco bistrot mediterraneo

Progettato per milanesi e non che la sera frequentano zona Tortona da uno chef proprietario attivo da anni a Milano, Francesco Passalacqua, il ristorante è nelle parole di Allan Bay che lo racconta su ViviMilano, inserto meneghino del Corriere, “molto bello, luminoso, elegante ma non formale, con cucina a vista, uno spazio bar e il classico tavolone da dodici per single.

Ma a colpire ancor di più l’autore di tanti bestseller culinari è il progetto del menu con i classici di sempre: battuta al coltello di fassone, ravioli del plin burro e salvia, antipasti caldi e freddi (insalata di porchetta, tacchino e calamari farciti), ottime focacce e pizze gurmet, più una manciata di piatti forti tipo tortelli di patate con gallinella e una costata di fassone.

Servizio veloce e soddisfazione garantita.

Prezzi: 30/35 €, bevande escluse.

A casa eatery, Milano

A CASA EATERY
Via Conca del Naviglio 37

A casa eatery, Milano

La prima cosa che Valerio M. Visintin nota nella recensione su ViviMilano sono le frequenti citazioni anni Cinquanta/Sessanta del locale, ospitato in una vastissima sala a elle attrezzata anche per l’aperitivo e il dopocena, in linea con la tendenza dei ristoranti progettati per ricreare un ideale ambiente domestico.

Grande e molto apprezzato lo spazio tra i tavoli tuttavia privi di tovaglia, “una moda ridicola”, sentenzia il severo critico del Corriere.

La cucina è ispirata almeno quanto l’ambiente, tra i piatti da ricordare al momento di ordinare spiccano le frittellone al baccalà, i paccheri allo scarpariello, la crema di ceci con i crostini e il polletto croccante.

Prezzi: siamo sui 30/35 €, bere a parte.

[Crediti | Corriere della Sera, Repubblica]