Le recensioni dei ristoranti che nessuno ha letto (neanche) questa settimana

Le recensioni dei ristoranti che nessuno ha letto (neanche) questa settimana

Per chi scrive le recensioni dei ristoranti il critico gastronomico della carta stampata? Beati i tempi in cui poteva coltivare la nicchia, ma oggi, con i portafogli che piovono sangue mentre online si trovano –GRATIS– blog attendibilissimi e social network aggiornati, chi è che compra una rivista per leggere recensioni di ristoranti?

Proprio qui interveniamo noi, radunando per i fortunati lettori di Dissapore le grandi firme della carta stampata di questa settimana: paludate, un po’ trombone ma ancora necessarie.

IlSanLorenzo, Roma

IL SANLORENZO

Via dei Chiavari 4-5, Roma

Il Sanlorenzo, Roma, spaghetti con i ricci

Enzo Vizzari, direttore delle guide L’Espresso, polemizza sulle pagine del settimanale romano con l’arcirivale di sempre, la Michelin, per il “telegramma con il quale la guida liquida il SanLorenzo di Roma, città nella quale parecchie ‘stelle’ paiono peraltro stravaganti”.[related_posts]

Limitarsi a scrivere del menu che offre “piatti moderni e specialità di pesce” da ben sei edizioni, “senza cambiare una virgola, né una parola” è in effetti riduttivo per “uno dei tre o quattro migliori ristoranti d’Italia”.  

Il proprietario Enrico Pierri, navigato chef napoletano da diversi anni nella capitale, assicura “piatti di pesce fresco che quasi respira”, ma al di là dei crudi “senz’altro oggi tra i migliori in circolazione”, gioie semplici ma intense come le linguine aglio e olio con calamaretti, rosmarino e colatura di alici, fritti leggerissimi, catalane di gamberetti rossi e scampi, spigole al sale.

Peccato non siano sempre disponibili chicche come gli scuncigli (lumachine di mare) in salsa verde su zuppa forte napoletana.

Bella la cantina, governata da Elena Lenzini, sommelier del ristorante, con “ovvia prevalenza dei bianchi e buone proposte di rossi”.

PREZZI: due menu da 65 e 85 €, intorno ai 90 € alla carta.

Trattoria San Giovanni, Piacenza

TRATTORIA SAN GIOVANNI

Via Garibaldi 49, Piacenza

Trattoria San Giovanni, Piacenza, un piatto

Si chiama trattoria ma “per come appare”, non lo è di sicuro. Più un ristorante moderno “cui gioverebbe qualche pianta qua e là”, precisa con apprezzabile senso estetico Gianni Mura sul Venerdì di Repubblica. Trattoria sì invece per le idee dei titolari, marito e moglie: “d’alto livello, con una bella carta dei vini, anche a calice e a mezze bottiglie, a prezzi onestissimi”.

Al San Giovanni si mangia bene quello che a Piacenza ti aspetti di trovare con apprezzabili sconfinamenti piemontesi (vitello tonnato in estate e bagna caoda in inverno), e attenzioni sul fronte bio specie per le verdure provenienti dall’orto di famiglia.

Da provare i salumi, gli anolini di stracotto in brodo di terza (cappone, manzo e vitello), il duetto di carne cruda battuta a coltello (cavallo e manzo), ma il “voto più alto va alla guancia di manzo glassata al Gutturnio si crema di patate di Vezzolacca, alta val d’Arda”.

Paste fresche, dolci della casa, servizio “premuroso e attento”.

PREZZI: antipasti 9/13 €, primi 9/12 €, secondi 10/15 €, dolci 5 €.

Osteria Le Ramine, Torino

OSTERIA LE RAMINE

Corso Tassoni 12, Torino

Osteria Le Ramine, Torino

La piccola e accogliente osteria in Borgo San Paolo, a Torino, è il caldo consiglio di Carlo Pietrini Petrini, fondatore di Slow Food, su i Viaggi di Repubblica. Al vecchio Carlin, più presumibilmente a uno dei suoi rampanti ghost-writer, piace molto il modo in cui Steven Lazzarini gestisce sia sala e cucina, quest’ultima incentrata sulla rilettura della tradizione piemontese.

“Buonissimi l’insalata russa, il bollito servito freddo con la giardiniera o la battuta al coltello”.

Ma lo chef e proprietario del locale eccelle nelle paste ripiene “riuscendo a valorizzare sia le paste che il ripieno, come nel caso dei piccoli agnolotti con seirass”. Tra i secondi, se vi piacciono, non perdete le lumache, e prima di terminare il pasto fatevi consigliare qualche formaggio da una selezione “ampia e curata”.

Piccola e “coraggiosa” la carta dei vini che valorizza i vitigni piemontesi considerati meno nobili, tipo freisa e grignolino.

PREZZI: 30 € per tre piatti, vini esclusi.

Ristorante Al Porto, Milano

AL PORTO

Piazzale Cantore, Milano

Ristorante al Porto, Milano, un piatto

Cambiato il pavimento, sistemato una sala e fatti altri interventi, insomma la classica rinfrescata. Ecco come hanno impiegato il mese di gennaio al ristorante Il Porto, ce lo rivela lo scrittore gourmet Allan Bay sul Corriere della Sera.

“Ma soprattutto hanno creato un elegante corner vicino all’ingresso, con un bancone a elle dove si possono mangiare rapidamente ostriche, pesce crudo e una manciata di piatti caldi”.

I cambiamenti si esauriscono qui, per il resto il locale aperto nel 1965 da Domenico Buonamici e oggi condotto insieme alla figlia Barbara riconferma la cucina di mare “alla milanese”, ispirata cioè dalle più diverse tradizioni italiane, che lo ha reso noto tra i milanesi.

“Tanto crudo, crostacei, fritti, griglia e molti classicissimi pescioni interi” in un ambiente piacevole, ravvivato ma sempre in stile marinaro.

PREZZI: dai 50 ai 70 €, bevande escluse.

[Crediti | L’Espresso, Venerdì di Repubblica, Corriere ViviMilano. Link: Dissapore, immagini: Cucineconvista, Il Cucchiaio, Scatti di Gusto]