Le recensioni dei ristoranti che nessuno ha letto questa settimana

Le recensioni dei ristoranti che nessuno ha letto questa settimana

Per chi scrive le recensioni dei ristoranti il critico gastronomico della carta stampata? Beati i tempi in cui poteva coltivare la nicchia, ma oggi, con i portafogli che piovono sangue mentre online si trovano –GRATIS– blog attendibilissimi e social network aggiornati, chi è che compra una rivista per leggere recensioni di ristoranti?

Proprio qui interveniamo noi, radunando per i fortunati lettori di Dissapore le grandi firme della carta stampata di questa settimana: paludate, un po’ trombone ma ancora necessarie.

Spazio Eataly Roma

SPAZIO-EATALY, p.le 12 ottobre 1492, Roma.

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Antonio Scuteri, giornalista di Repubblica e gourmet impenitente, riferisce su Viaggi di Repubblica la visita all’ultimo piano di Eataly, megastore farinettiano in versione romana, dove Niko Romito, tre stelle Michelin nel suo Reale Casadonna in Abruzzo, ha appena aperto Spazio: un laboratorio dove mette al lavoro (con i menu ideati dalla casa madre e la supervisione di chef di lungo corso) i cuochi diplomati nella sua scuola di formazione.

E come si è trovato? Bene, per “la passione (pur con qualche inciampo) dei ragazzi che arrivano al tavolo per descrivere i piatti”, e la “capacità di correggere ciò che non va”.

La cucina che assaggerete è “d’impianto tradizionale”, polpette di bollito e cime di rapa al consommé di cavoli, sedano e mela, tortelli di porro e pecorino (“meno incisivi”), fettucce con vongole e cime di rapa. Ma pure “con molta, moltissima tecnica dietro”, vedi le cotture lunghe come il delizioso pollo con patate, spinaci e caramello di peperoni, anche se “forse gioverebbe inserire in menu qualche piatto che veda di più il fuoco vivo”).

Da Spazio-Eataly per quattro portate si spendono 48 euro.

Ribalta pizza a New York, pizza salsiccia a e friarielli

RIBALTA PIZZA, 48 East 12th Street, New York.

Sul Venerdì di Repubblica Lucio Luca introduce gli italiani meno fortunati del Pres del Cons Matteo Renzi e di sua moglie Agnese, graditi ospiti in un recente viaggio, alle meraviglie un po’ paisà della pizzeria Ribalta. Dove si fa “la migliore pizza di New York secondo il magazine Time Out e le recensioni entusiaste di NYPost e New York Times”. La loro pasta al pomodoro “è la migliore della città, hanno scritto quelli del NYMagazine perché è la più fedele all’originale italiana”.

Rosario Procino e Pasquale Cozzolino (già chef nelle tournée di Vasco e Liga), che hanno aperto la Ribalta due anni fa nel Greenwich Village, dicono che cucinano  come se fossero a Napoli, così la pizzeria è diventata una specie di ambasciata italiana a New York, un po’ come il Bar Ferrara negli anni Settanta a Little Italy.

Ristorante Piero, San Severino Marche, un piatto

PIERO, viale Bigoli 24/28, San Severino Marche (Macerata).

Mamma Fernanda, racconta Gianni Mura sul Venerdì di Repubblica, ha passato 49 anni ai fornelli, ma ancora si definisce una casalinga che fa ristorazione. Ciò nonostante esibisce una “completa padronanza non solo nei piatti della cucina regionale (un eccellente vitello tonnato ci porta in Piemonte), anche nella ricerca a ritroso (l’anatra all’uvetta sultanina detta ‘ricetta tardo-gotica’)”.

Tra i 120 vini della carta, con “ricarichi più che corretti” al barbuto critico e scrittore “piace segnalare il Ciarliero, un simpatico rosso da Vernaccia nera, la cui briosa freschezza va a meraviglia sui salumi-maison: salame, ciauscolo, prosciutto, pancetta, lonza”.

Qualche altra segnalazione per dare l’idea: frittata al tartufo uncinato, una varietà di scorzone, coratella d’agnello all’uovo strapazzato, tortelli di patate con ricotta, baccalà in crosta di patate, agnello in fricassea.

Tre menu degustazione, tutti di 3 portate: tipico a 28 Euro, per intolleranti al lattosio 27, per vegetariani 21.

That's Vapore a Milano

THAT’S VAPORE, via Buonarroti 3, Milano.

Tra i molti ristoranti meneghini puntati su ViviMilano, inserto di metà settimana del Corriere, dal critico mascherato Valerio M. Visintin tanto caro a Dissapore, c’è il sequel di That’s Vapore che segue il primo locale in Porta Vittoria.

Cucina di carne, pesce e piatti vegetariani, voto: 6,5. Le pietanze da cuocere nel forno a vapore in mostra dietro al banco, si scelgono, prima di accomodarsi al tavolo. Ambiente, voto: 6/7. “Un quasi self-service divertente e goliardico con servizio super-gentile”.

Per Visintin il bello di That’s Vapore è la cucina leggera e sana, il brutto: poco spazio tra i tavoli. Prezzi tra 9 e 12 Euro.

[Crediti | Il Venerdì di Repubblica, Viaggi di Repubblica, ViviMilano, link: Dissapore, immagini: Slice, Milanoamodomio]