Dite agli chef come si fa l’espresso perfetto, e prendete il regalo Lavazza

Dite agli chef come si fa l’espresso perfetto, e prendete il regalo Lavazza

Sanno spumettizzare mortadelle, sferificare ostriche, gelidificare vitelli. Ma sanno fare un caffè? Conoscono erbe di cui si ignora l’esistenza da diverse ere geologiche, usano attrezzi degni della plancia di controllo della Nasa, ma hanno mai fatto un espresso?

Abbiamo approfittato di Identità Golose 2014, l’evento ad alta concentrazione di chef, e della collaborazione con il Training Center di Lavazza, nostro sponsor, per una piccola indagine: chiedere ai nostri beniamini come fare un espresso perfetto.

La ricetta delle ricette, il minimo comune denominatore di ogni giornata, la preparazione che ognuno di noi – anche per il solo fatto di trovarsi in terra italiana – pensa di saper padroneggiare. Lo pensa – appunto – ma sarà davvero così?

Fare un espresso perfetto è questione di misure, tempi, temperature. Un’arte precisa, come l’alta cucina del resto. E proprio gli italiani hanno trasformato la preparazione del caffè da una semplice infusione della polvere in acqua calda a una vera arte.

1) Qual è la dose di caffè macinato?

La prima cosa da non sbagliare è la dose di caffè macinato per ottenere una tazzina.

L’approccio a questo primo passo già rivela parecchio della vostra indole: precisetti, istintivi, faciloni, non sa-non risponde. Siete un tipo alla Crippa, Cedroni, Iannotti, Romito, tutti celebri chef? Una generosa Mazzucchelli? O siete evasivi come Cuttaia?

No, non è una questione di interpretazioni personali: la dose è precisa e una sola. Qualcuno ha davvero sballato. Noi lo sappiamo, e abbiamo riso forte…

2) Com’è la macinatura: grossa, media o sottile?

Importantissima, per la riuscita del caffè perfetto, è poi la macinatura dei chicchi. E anche se ognuno sembra avere una propria teoria – da Milone che tira in ballo la meteorologia, a Cracco che cerca la risposta nella meccanica quantistica, fino a Negrini che usa la sottile arte del confondere le idee – la risposta è univoca. Chissà chi ha dato quella giusta!

3) Quanto dura l’estrazione del caffè?

L’estrazione poi è il culmine della ricetta dell’espresso perfetto, non per niente il termine “espresso” è sinonimo di “fatto sul momento”. E la durata dell’estrazione ne determina la riuscita. Domanda che fa tremare anche i più secchioni: Romito si ritira, Cuttaia prova il Metodo Stanislavskij, Cracco, Cedroni e Negrini simulano sicurezza mentre la loro fronte si imperla di sudore.

4) Qual è la temperatura del caffè nella tazzina?

Ma è sulla temperatura del caffè nella tazzina che scuote definitivamente il self control dei nostri eroi: non aspettatevi più risposte compite, ma siparietti domestici. Heinz Beck confessa come lo beve (e che non lo prepara) e Bottura rivela che ogni mattina si prepara il caffè prima di accendere il telefono, altrimenti non riesce a pensare. Si, ma la temperatura?

Chi l’avrebbe mai detto che quella del caffè espresso fosse una ricetta tanto complicata!

E ora tocca a voi, rispondete alle quattro domande dell’espresso perfetto, che poi magari scopriamo che siete più abili e preparati dei grandi chef….

1. Qual è la dose di caffè macinato? 
2. Com’è la macinatura: grossa, media o sottile 
3. Quanto dura l’estrazione del caffè? 
4. Qual è la temperatura del caffè nella tazzina?

A chi risponde correttamente e nel modo più completo (non siate brevi) secondo il nostro insindacabile giudizio va il regalo Lavazza: la nuova macchina da caffè Espria (valore commerciale 130 euro).

Mi raccomando, tenete conto anche della crema  – l’icona che contraddistingue l’espresso dagli altri metodi di preparazione e di cui occorre padroneggiare, colore, consistenza e persistenza – e non meno importante della tazzina ideale per degustarlo.

Noi le risposte le abbiamo: ma non vogliamo essere gli unici depositari dell’espresso perfetto Lavazza, per cui aspettiamo ansiosi le vostre risposte alle 4 domande.

Via!

 

[Crediti | Video: Alberto Marzocchi]