Cinquanta sfumature di dolce ma sempre crostata è

Cinquanta sfumature di dolce ma sempre crostata è

Senza tempo, eterna e mai vecchia, la crostata è una certezza. È un ricordo, una carezza, un odore, la scatola di latta che la conteneva a pezzettini o la prima volta che hai impastato la frolla e fino all’ultimo hai pensato che non sarebbe mai stata insieme.

La crostata è distintiva, si divide per famiglie. Mai uguali, mai una precisa successione, mai le stesse dosi. È quella che tua madre non ha mai saputo fare, quella troppo dura di tua nonna, quella buona che hai mangiato alla festa di un amico, quella della panetteria sotto casa che compri per affezione troppo gialla e surreale. La crostata è le strisce di frolla decorative che ti lasciavano fare e che a tua volta tu lascerai fare a qualcun altro.

È senza stagioni o di tutte, dipende dalla confettura. È il dolce perfetto, informale quando vuole, tradizionale sempre o moderna e nuova se ci inventa un nuovo abbinamento. Con lei non si sbaglia mai, si regala, si propone come dessert a fine pasto, al tè delle cinque, si mangia fredda o tiepida quando, prima di andare a dormire, devi aspettare che si raffreddi e non ce fai. Mai. Perché lei invade la casa con la sua fragranza di burro e limone, aroma dolce di confettura, aspro di marmellata d’arance amare, profumata.

Riesce ad essere persino pretenziosa, è perfetta se perfetto è l’equilibrio tra spessore della frolla e quantità di ciò che la ricopre. Le strisce sembrano solo decorazione, invece tu li hai visti con i tuoi occhi, gli amanti dell’angolino con tante strisce o quelli che con indifferenza seriale pescano il pezzo con più marmellata.

La ricetta ce l’hanno tutti, giusto? Non la si chiede, non la si scambia, sembra banale. Ma noi facciamo quelli che se la dicono?

I miei ingredienti: 300 g di farina, 120 g di zucchero, 150 g di burro, 2 rossi d’uovo, 1 pizzico di sale, la scorza grattugiata di un limone, 250 g di confettura.

La preparazione consueta: impasto gli ingredienti lavorandoli poco. Metto in frigo per qualche ora la pasta avvolta nella pellicola. Stendo 2/3 della base, aggiungo la confettura e finisco con le strisce. Non taglio mai le striscioline con la rotella perché ognuno ha i suoi rituali e lo zig zag non mi è mai piaciuto. Inforno per 40’ a 180°.

Voi come la fate? Segreti, rituali, ricordi, novità dell’ultima ora sulla crostata?

[Crediti | Immagine: Gourmet]