Nella foto, cari lettori, potete ammirare lo stato di salute della critica gastronomica

Nella foto, cari lettori, potete ammirare lo stato di salute della critica gastronomica

Sì, certo, abbiamo visto quel segnaposto. E l’abbiamo fotografato. Qualcuno lo ha messo sul tavolo di un inutile ristorante emiliano. Che è ininfluente nominare adesso. Ma per amor del Cielo, cari lettori, cos’avrà voluto dirci chi l’ha messo sul nostro tavolo (su tutti i tavoli, ma vabbè), cos’avrà voluto farci scrivere con quel segnaposto?

“Le recensioni dei ristoranti come le conosciamo sono morte e sepolte.”

“No, le recensioni dei ristoranti come le conosciamo non sono morte eccetera, ma cambiate. Forse non in meglio”.

“Recensioni barattate con il dolce preferito. Ma dite che saranno credibili?”

“Non importa. Pur bullandoci che certe cose –puah– mai e poi mai, le recensioni dei ristoranti senza TripAvisor sono come le domeniche senza pastarelle”.

“Ad altri, invece, le recensioni di TripAdvisor fanno pensare che non ci sono abbastanza miniere. O campi di rieducazione. Visto che per inciso, si vendono un tanto al chilo”.

“Dicono che i foodblogger barattino il conto del ristorante con una recensione. Poi che c’entra: esistono i saldi. La recensione scritta “adesso, con il telefonino” vale un dolce.

“Con quanti dolci la Guida Michelin ringrazierà Sergio Lovrinovich, il suo nuovo direttore?”

“Pettegolezzo: verrà ringraziato con più dolci Lovrinovich o non so, Enzo Vizzari, direttore delle guide dell’Espresso?”

“Non ridete. Con il taglio dei budget, se i giornali, le riviste o le guide pagano le recensioni vediamo… una decina sestina terzina di dolci, è grasso che cola”.

“Il critico professionista non esiste più. Scrive recensioni solo chi ha tempo libero e una Visa che non lo supplica di non farlo. Incidentalmente, molti di loro sono foodblogger.”

“Chi ha bisogno del professionista quando un’armata di critici volontari inonda il web con informazioni ultra tempestive?”

“Tolleranza per i difetti di un piatto oppure adulazione dei pregi. Per districarsi nella recensione di un foodblogger bisogna saper leggere tra le righe”.

“Si fa presto a dire “Mostracela subito”. Chi scrive recensioni con il telefonino fa un sacco di errori. Non è che prima di mostrarvela può avere un minuto per correggerli?”

“Oltretutto buona parte degli errori li fa il correttore automatico dell’iPhone”.

[Ad ogni modo metto le mani avanti: il mio dolce preferito è l’uovo Fabergè: gelatina di champagne e cioccolato belga ricoperti di foglia d’oro commestibile. Sul costo possiamo metterci d’accordo]”

“… … …”.

Cari lettori, spiegatelo voi cos’ha voluto dirci la mano malandrina che ha messo sul nostro tavolo quel segnaposto. Qualunque cosa sia.