La moda si prende il cibo: Chanel va al supermercato, Moschino da McDonald’s, Prada al bar

La moda si prende il cibo: Chanel va al supermercato, Moschino da McDonald’s, Prada al bar

Il cibo é una moda, facciamocene una ragione, e ora sbarca anche sulle passerelle. Le modelle rimangono, ahimé, magre, eppure scordatevi insalate scondite, galette di riso e pollo lessato.

Dalle passerelle di Milano e Parigi l’imperativo é uno solo: ingozzatevi!

Alla borsa Baguette e al tacco a banana eravamo giá abituati, ma per saziare la nostra fame di moda ci voleva ben altro. Chi ci viene in soccorso é Jeremy Scott, eccentrico stilista americano, che ha trasformato l’ultima sfilata di Moschino in un’ode ai grassi saturi in versione couture.

Moschino come McDonald'sJeremy Scott, direttore creativo Moschino

L’ossessione per il fast food é evidente nelle divise da commesse di McDonald’s che diventano tailleur degni della sartorialitá di Madame Coco, mentre pacchetti di patatine, pop-corn e caramelle si trasformano per magia in sfarzosi abiti da sera, roba che nemmeno la fata madrina avrebbe potuto confezionare partendo dagli stracci di Cenerentola.

Un inno, dunque, al consumismo e al cibo spazzatura in cui non mancano nutrition facts, ingredienti e indicazioni alimentari vistosamente e contradditoriamente esibiti su uno scenografico abito da sposa.

Della serie: qualche etto prima del matrimonio lo perdo, tanto poi posso scofanarmi “finché morte non ci separi”.

Peccato solo che i dipendenti abbiamo spiegato quanto poco fashion sia lavorare da McDonald’s, accusando Moschino di sfottere i loro risicati salari con abiti che costano 1.000 dollari l’uno.

Non siete abbastanza sazi?

Niente paura. Mentre Prada progetta per maggio l’apertura da Harrod’s a Londra, del primo Pradasphere Bar, dove tra un cocktail e l’altro racconterà la storia del marchio, ieri, per la sfilata di Chanel, lo stilista Karl Lagerfeld ha trasformato il Grand Palais di Parigi in un supermarché très chic. Trentaquattro corridoi di scaffali riempiti con ogni ben di dio: limoni, conserve, caramelle, brodo, tutti prodotti a solo marchio Coop della maison francese, la doppia C.

Sfilata ChanelKarl LagerfeldSfilata Chanel al supermercatoSfilata Chanel al supermercatoSfilata Chanel, modelle alla cassaSfilata Chanel, Parigi, supermercatoSfilata Chanel, Parigi, supermercatoSfilata Chanel, supermerrcatoSfilata Chanel nel finto supermercatoSfilata Chanel, supermercato

Jambon Cambon, scatole di Coco Choco e lait de Madmoiselle.

Qui le modelle hanno fatto la spesa (lo so, il solo pensiero fa sorridere anche me) muovendosi con disinvoltura tra scaffali colmi di graziosi articoli culinari, carrelli e cestini per la spesa, borse imbustate nei contenitori per la carne a testimonianza che il cibo passa e si deteriora, ma lo stile resta.

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L’altoparlante annuncia la chiusura con un perentorio “Tutti alle casse”. Allora gli invitati iniziano a servirsi dagli scaffali. Ma il gioco è breve, alla cassa ci sono le guardie che sequestrano scatole e cioccolate.

E’ vero, la moda sta sdoganando il cibo, se lo sta prendendo. Ma c’è un limite a tutto.

[Crediti | Link e immagini: Daily Mail]