7 TIC (tipi italiani contemporanei) da supermercato

7 TIC (tipi italiani contemporanei) da supermercato

Senza saperlo, non eravamo ancora stanchi dell’estate e delle sue caratteristiche. Neppure del caldo. Lo abbiamo realizzato dopo, in questi giorni di settembre, obbligati dai primi temporali a vestire da autunno-inverno. Altra abitudine ricominciata col rientro in ufficio, la spesa settimanale nel solito supermercato. Odiatissimo o amatissimo, dipende dai casi.

Fortunatamente, ci sono le osservazioni psico-sociologiche.

Se per il “cosa si compra” i ruoli sono rigidi, una mamma compra sempre pannolini e omogeneizzati, il palestrato petti di pollo e polisalini, il single monoporzioni e 2 banane al colpo, la vecchietta prugne secche (fin qui ci erano arrivati anche gli autori di Masterchef), è il “come si compra“, che viaggia trasversalmente a qualsiasi target. Ho provato a catalogare alcuni casi (limite).

TIPO 1 – L’ORGANIZZATO.
Pianifica la sua spesa nel minimo dettaglio, nulla è lasciato al caso e non vi è spazio per l’euforia del momento. Esce di casa armato di: carrellino o borse in tessuto, cassettina in plastica suddivisa in scomparti per le bottiglie, borsa termica e, irrinunciabile: LA Lista. Che non è un qualunque pezzo di carta scarabocchiato di corsa con le parole a metà, trattasi altresì di un foglio A4 con tabella exel da lui appositamente creata, specchio fedele di tutto ciò che dovrebbero contenere frigo e dispensa e da cui depenna via via ogni voce inserita nal carrello. Quindi è anche accessoriato di penna.
— Il suo mantra è (ispirandosi a H. C. Andersen): “quel che io faccio è sempre ben fatto”.

TIPO 2 – IL PERFEZIONISTA.
Usa tutti i sensi per accertarsi che quello che finisce nel suo carrello sia intatto, puro, vergine, immacolato: tasta tutti i pacchi di biscotti per essere sicuro che non ve ne siano di sbriciolati, annusa tutti gli ammorbidenti per non rischiare incongruenze tra la fragranza dichiarata e quella effettiva; al reparto ortofrutta è noto anche come “il palpeggiatore di pomodori” e quando si dirige al banco gastronomia gli addetti cominciano a tremare e si inventano mansioni extra e indifferibili per non essere il prescelto dalla sorte attraverso il numerino. La fetta di salame deve essere del giusto spessore, il crudo debitamente rifilato e se, malauguratamente, il peso del cartoccio non dovesse equivalere alla grammatura richiesta, non si fa scrupoli a chiedere che venga tolta la mezza fetta di capocollo.
— La sua religione è: “cheffacciolascio?” vaderetro.

TIPO 3 – IL PROPOSITIVO.
Il suo carrello è dicotomico, rigorosamente suddiviso in a) alimenti sani/integrali/bio, che non devono entrare in contatto con b) cragnacce immonde, lussuriose, peccaminose. È fortemente intenzionato ad intraprendere un regime alimentare irreprensibile. Ma non subito. Ecco allora che fa scorta di frutta, verdura, fesa di tacchino, all brain in previsione del futuro, mentre per il presente indulge in cioccomerdate, ricordi di patata affogati in oli esausti, spaghetti cinesi liofilizzati e, in un estremo impeto di follia, gelato in vaschetta bigusto corredato di panna spray e toppig.
— La sua promessa è : da lunedì dieta (lunedì di quale settimana non è dato a sapersi).

TIPO 4 – L’INVIATO SPECIALE.
Soggetto di genere maschile, età variabile. Si aggira tra gli scaffali con espressione sgomenta rendendosi conto di aver sottovalutato la difficoltà dell’incarico assegnatogli (dalla componente femminile del nucleo famigliare di appartenza). Tra le dita tremanti regge un foglietto, ormai illegibile in seguito al nervoso spiegazzamento, in cui sono annotati nome, marca, sottocategoria specifica e spesso anche posizione geografica di ogni singola derrata. È consapevole che non porterà MAI a termine la missione nel MODO in cui gli è stato ordinato e sa che, una volta rientrato al campo base, passerà un atroce quarto d’ora e che la sua autostima avrà vissuto momenti migliori.
— La sua domanda è: perché io?

TIPO 5 – IL RISPARMIATORE SERIALE.
Colleziona volantini pubblicitari, studia le promozioni in atto, non dorme sonni tranquilli se non fa l’affare della vita. Compra Nmila rotoli di carta igienica in offerta nel primo supermercato, approfitta del 4×2 sulle merendine del secondo e fa scorta per 3 anni di capperi sotto sale nel terzo. Salvo poi tornare a casa e realizzare che non di soli carta igienica, merendine e capperi vive l’uomo…e farsi turlupinare dalla botteghetta sotto casa per 2 etti di mortadella stantia a 7 euri.
— Il suo slogan (D’Annunziano) è : memento risparmiare semper.

TIPO 6 – GD GIAMMAI!
Frutta solo dal contadino di fiducia, formaggio dal casaro fuori porta che conosce solo lui, la pasta se la fa in casa (si è pure comprato la macina per cereali portatile) e i pomodori li coltiva sul terrazzo (mi verrebbe da aggiungere uova solo Parisi, focaccia solo di Bonci, e yogurt solo Vannulo, ma mi trattengo). Epperò qualcosa al super è costretto a prender pure lui e allora? Se non siesce a trovare una persona fidatissima che, su pagamento, svolga il lavoro sporco conto terzi, adotta due diverse strategie: o si traveste, oppure si reca nel luogo maledetto in orari improbabili, onde esser certo di non essere avvistato da persone conosciute.
— Se lo incontri e devi ancora fare la tua buona azione quotidiana, fingi di non conoscerlo: te ne sarà eternamente grato.

TIPO 7 – IL CASUAL.
Passata di pomodoro: una a caso; pasta: una qualsiasi; prosciutto: faccia lei; caffè: è lo stesso, tanto con 6 cucchiaini di zucchero è tutto uguale; sale: monopolio di stato, tanto sempre sale è…
— Requisito per rientrare in questa categoria: “dissapore? Che roba è?”

Ora, alla luce di ciò, e se proprio non vi passa più, andate a fare la spesa al solito super, godetevi lo spettacolo e poi raccontate. Qualcuno si è riconosciuto?

[Crediti | Immagine: Luxirare]