Cosa si mangia nella mia città che nella tua non

Cosa si mangia nella mia città che nella tua non

“Primi spaventosi effetti delle radiazioni – È nato un pisano furbo”, così il Vernacoliere, mitico mensile satirico di Livorno, subito dopo la catastrofe atomica di Chernobyl. E ora Pisa e Livorno potrebbero ritrovarsi nella stessa provincia. Sia chiaro: la questione taglio delle province è sacrosanta, è la spending review, bellezza. Se non fosse che il campanilismo è un fattore irrazionale, a tavola poi.

Ma ve le figurate Modena e Reggio Emilia, separate per l’eternità dall’aceto basamico, riunite in una sola Provincia del Gusto? E i cantucci “di Prato” diventeranno “di Firenze”? Come reagiranno a Lodi davanti all’ipotesi di un mascarpone “di Milano”? Il bacalà alla vicentina farà comunella con quello veneziano che è più salato e si scrive con due c? La pasta e fagioli padovana convergerà in una generica fagiolata alla veneta? Cosa diranno i casertani, gelosissimi della mozzarella, completamente identificati con il latte di bufala, quando un giorno la gente di Benevento rivendicherà come propria la mozzarella migliore del mondo?

Certo, se il numero di calorie è giusto, se la pietanza è succulenta, si sconfina volentieri, ma di solito i genovesi pensano al pesto, i torinesi alla bagnacaoda, i romani all’amatriciana, a Firenze c’è la mitiha fiorentina, le mamme bolognesi tengono legati i figli maschi col ragù come nelle barzellette, a Napoli la pizza è il piatto migliore del mondo, ai palermitani non toccate gli arancini.

All’inizio la tagliola delle province doveva scattare automaticamente entro aprile 2012. Ora per la resa dei conti si parla di fine anno: 43 salvate 64 accorpate.

Insomma, abbiamo ancora tempo per fare del sano campanilismo abboffatorio, pertanto, in qualità di esponenti della lobby del carboidrato, accorpiamo pure i vizi ma teniamoci le virtù.

Diteci dove vivete e cosa si mangia nella vostra città (provincia) che nelle altre non.

Valgono rogne di confine tipo (1) io sono di Cuneo a Torino il nostro Castelmagno se lo sognano, o rinfocolando la rivalità lombarda (2) il salame d’oca di Mortara fa rosicare quelli di Pavia. Anche contese interregionali (3) Cu cu Aqualagna, vuoi mettere il tartufo bianco di Alba (4) o come ha detto Gianfranco Vissani a quelli di Matera, giustamente orgogliosi del loro pane: “Ma che, avete scopiazzato Altamura?”. Ohibò.

Abbiamo voluto la morte delle province? Almeno teniamoci le rivalità.

[Crediti | Link: Dissapore, immagine: Corriere della Sera]