Ma come, la Torta Pistocchi alla Coop? Non è una qualunque Coop, è l’Unicoop di Firenze

Ma come, la Torta Pistocchi alla Coop? Non è una qualunque Coop, è l’Unicoop di Firenze

Flirt estivi: l’estate non può passare senza. Vale tutto, persino il flirt tra Torta Pistocchi e Coop, non una qualunque Coop ma l’Unicoop di via di Novoli a Firenze.

Sostrato della storia è Facebook, personaggi e interpreti 1) Andrea Gori, trattore fiorentino di lungo corso, editor di Dissapore e cliente di 2) Claudio Pistocchi, pasticcere, ideatore della torta al cioccolato “riempipista come Crazy in Love di Beyoncé“, cosi definita a causa della dipendenza che induce. 3) Alcuni passanti.

Andrea Gori – Claudio, ho visto le tue tore alla Coop, possibile?
Claudio Pistocchi – Caro Andrea, non siamo “alla Coppe”, siamo nel nuovo punto vendita Unicoop di via di Novoli, che NON è un supermercato qualsiasi ma un posto che assomiglia molto a Eataly. Dove le torte vengono vendute allo stesso prezzo del laboratorio, quindi senza nessuna turbativa di mercato. Che mi sembra cosa diversa dallo squalificare un prodotto su un anonimo scaffale di supermercato dove magari lo vendono anche a prezzi scorretti.

A. G. – Lo sai che il mi babbo è inflessibile… chi fa affari con la Coop non li fa con noi!

C. P. – Come preferirete. Noi siamo sempre gli stessi, sono i tempi che cambiano, e di questi tempi sputare sul lavoro non è sano. Io credo che sia importante salvaguardare il prodotto e la sua immagine, sono convinto che essere in quel punto vendita non sia affatto disdicevole ma un punto di forza anche per i nostri rivenditori dato che i clienti vedono la correttezza del prezzo e capiscono la differenza.

PRIMO PASSANTE – Cos’avrebbe di così losco la COOP da non farci affari?

C.P. – Infatti. La visibilità che danno al prodotto è importante per “spingerlo” anche dove l’abbiamo sempre servito. Il passaggio di gente che c’è stata lì in un mese me lo sogno. Lo so che tanti bottegai ancora sono restii ma abbiamo dati positivi. I tempi cambiano, restare indietro è pericoloso e inopportuno, il che non significa buttarsi allo sbaraglio, sia chiaro.

SECONDO PASSANTE – Claudio, non è che tra poco fai una torta con ingredienti di seconda scelta e la servi all’ outlet di Barberino del Mugello? Come l’hanno presa quelli che vendono la torta nei piccoli negozi o nelle pasticcerie?

TERZA PASSANTE – Non ho una visione della vita così manichea, non la vedo nell’ottica: piccole produzioni = eccellenza, grandi produzioni = disgusto. Da quando lavoro ho visto tutto e il contrario di tutto: il contadino che spruzza le peggiori cose sulle uve da cui ricava mille bottiglie di nettare superchic, il grande produttore di pomodoro la cui etichetta sta in tutte le scansie d’italia che controlla personalmente la materia prima. La serietà non ha niente a che vedere con le dimensioni aziendali.

QUARTO PASSANTE – Claudio, va dove ti porta “i’ “bisnesse”.

QUINTO PASSANTE – L’Unicoop di via di Novoli è un gran bel punto vendita, non è per nulla disdicevole esserci, siete in compagnia di altri bei marchi come il vostro. Quanto alle scelte ideologiche o noi o i comunisti della Coop lasciamo stare.

A proposito, la nuova Coop del quartiere fiorentino di Novoli punta sulle eccellenze toscane e italiane, alimenti bio, antimafia e di piccoli produttori, oltre a un rapporto più umano col cliente. Giornali gratuiti, wi-fi, un po’ Eataly un po’ Mercato di San Lorenzo. Obiettivo dichiarato trasformare i socicop in piccoli gastrofanatici avidi di yogurt naturali, paste artigianali, Patanegra, cantucci di Prato e appunto Torte Pistocchi. Se avrà successo, il punto pilota sarà replicato in altri capoluoghi di provincia.

E ora, it’s te lo dico io time: guelfi o ghibellini?

[Crediti | Link: Coop Firenze, immagine: Il Venerdì di Repubblica]