Come si fanno le guide dei ristoranti (il caso Conti Roero)

Il ristorante Conti Roero di Monticello d'Alba (Cuneo)

Una delle cose che ci ha colpiti durante la presentazione della Guida Michelin Italia 2010, è stata la gragnuola di ristoranti costretti alla chiusura durante l’annus horribilis 2009. Dice, vabbeh… ristorantucoli. Manco per niente. Parliamo di mangiatoie dotate di una o due stelle Michelin. La lista è epocale. Il 4 Mori di Varese, la Locanda del Palazzo di Barile (Potenza), La Via romana di Bordighera (Imperia), La Bitta nella pergola di Genova, Il Vesta di Tivoli (Roma), L’Acquamatta di Capolona (Arezzo), il Gallopapa di Castellina in Chianti (Siena), La Terrazza di Montecchio Montecchia di Crosara (VR), L’Arsenale di Cavegnano d’Adda (LO), Il Castello Banfi di Montalcino (Siena), il Fini di Modena. Cui si aggiunge il Gambero Rosso di San Vincenzo, ma questa è un’altra storia. E il ristorante Conti Roero di Monticelli d’Alba (Cuneo) pure lui chiuso stando alla Michelin?

Quando abbiamo letto questa email arrivata ieri alla nostra casella di posta elettronica, lo abbiamo depennato dall’elenco.

Spett. le direzione Dissapore, sono Fulvio Siccardi titolare del ristorante Conti Roero di Monticello d’Alba. Scrivo per avvisarvi che il nostro ristorante non è chiuso, a suo tempo avevamo mandato una mail alla guida Michelin avvisandoli che nel corso del 2010 avremmo chiuso ma, non era specificata nè una data nè tantomeno un periodo. Noi pensavamo di avere chiesto soltanto che la stella non venisse confermata, e non ci siamo resi conto del disguido. Vi chiedo gentilmente di correggere le cose pubblicate per evitare che il nostro ristorante chiuda davvero in anticipo.
Grazie e distinti saluti
Fulvio Siccardi

Em, ecco, um… cosa ne pensate? Che prima di scrivere certe cose, la guida più rilevante del pianeta non senta il bisogno di rispondere a una mail, suona bizzarro. Se i Galli hanno poca dimestichezza con la tecnologia, almeno alzino il telefono.

L’episodio precedente di Come si fanno le guide dei ristoranti (Il caso Cascina Lenga).