Manuale di conversazione per addomesticare i foodblogger al ristorante e non pensarci più

Cari ristoratori, stellati, bistellati, tristellati, aspiranti stellati. Avrete senz’altro notato che da qualche mese gira per l’Italia un’aspirante scrittrice, giornalista fuori casta, blogger accanita con la fissa per la gastronomia. Si introduce, a volte sola a volte accompagnata, nei nostri locali, e noncurante delle lamentele dei vicini, e dei compagni di tavolo, fotografa tutte le portate con la sua fotocamera, grazie a Dio, compatta.

Sono uno di quelli cui dà fastidio il flashare delle macchine fotografiche nei ristoranti. Nelle trattorie e nelle pizzerie, vi dico, lo posso anche sopportare, ma nei locali con qualche pretesa lo trovo poco opportuno. Come trovo poco opportuno lo squillo di un telefonino (almeno la food writer in questione, la nostra Lorenza Fumelli, spegne la suoneria).

L’altro giorno, tra un flash in un occhio e una conseguente fortuita forchettata sulla guancia (sto esagerando ma enfatizza la narrazione), durante un bel pranzo da Salvatore Tassa ad Acuto (FR), ho partorito questa insana idea per cloroformizzare la Fumelli rendendola (quasi) innocua, e con lei tutti i blogger che scattano immagini da pubblicare, inclusi tutti gli appassionati che coltivano segretamente l’hobby del dish-watching casalingo autorizzando così la Fumelli, inconsapevolmente, a far di foto. Peggio della pornografia.

Bene, segnatevi la soluzione: la Fumelli’s key, 3 diverse soluzioni, niente meno.

1) Una chiavetta con le foto di tutti i piatti del menù da tenere come ricordo. Se siamo in presenza di una versione meno esigente della Fumelli può bastare e, perché no, può far piacere anche al cliente diciamo… semplice, sempre più raro ormai.

2) Una per i professionisti con un maggior numero di foto, qualche informazione sui piatti e sul ristorante, la cartella stampa per accontentare anche le Fumelli più esigenti.

3) La Fumelli’s special per blogger più accaniti, che ha per gadget, come portachiavetta, una benda anti-Fumelli per renderla innocua durante tutto il pasto e per farle testare le esperienze sensoriali senza macchine fotografiche e note al margine. Tanto ne scriverà poi.

Cosa ne pensate?

[Crediti | Link: Salvatore Tassa, immagine: Lorenza Vitali]