Napoletanità è una tazza di caffè Passalacqua

Napoletanità è una tazza di caffè Passalacqua

Anche se il caffè è la bevanda più diffusa del mondo dopo l’acqua, io che sono napoletano perfino nei luoghi comuni, rientro tra i viaggiatori che mettono in valigia la moka e l’indispensabile macinato. Specie da quando, 20 anni fa, sono stato in Brasile –primo produttore nonchè secondo consumatore mondiale di caffè– dove invece delle meravigliose tazzine che pensavo di gustare, mi sono sciroppato una serie di brodini lunghi di colore indefinito. Il problema è che per noi italiani (sottocategoria: napoletani) caffè ed espresso coincidono, e da protocollo, l’espresso si ottiene con l’infusione ad alta pressione di acqua (9 atm ca) più 8/10 grammi di Coffea Arabica e Robusta.

A Napoli, dove “’a tazzullella ‘e cafè” è consuetudine a tutte le ore, abbondano i bar inseribili in un’ipotetica Guida Michelin dell’espresso, ma i miei preferiti sono pochi.

Il primo informale e rapido è MEXICO, propaggine diretta della torrefazione “Passalaqua” (partenopea DOC) che dal 1948 delizia i passanti della centralissima Piazza Dante. Ha altre sedi in città e compare anche a Benevento e Avellino. Poggiate sul banco il tagliando colorato che ricorda i vecchi biglietti degli autobus e in pochi secondi si materializza un espresso da sturbo. Qui, incredibilmente, è ancora in uso la tradizione del “sospeso”, cioè del caffè che generosi avventori (anche turisti) lasciano pagato per i meno fortunati: a Napoli il caffè non è un genere voluttuario ma di prima necessità, dunque non si nega a nessuno.

Il secondo indirizzo è il fastoso GAMBRINUS adiacente Piazza del Plebiscito e Palazzo Reale: qui, in una specie di museo dalle sale affrescate, con 90 centesimi degustate storia e cultura napoletana. Dal 1890, sono passati tra i tavolini del Gambrinus Gabriele D’Annunzio, Salvatore Di Giacomo ed Eduardo Scarfoglio.

Viceversa, quando ho voglia di variare sul tema e non controllo la cacaodipendenza, vado al Lindt store all’interno dell’Outlet della Reggia di Caserta, dove con per 2 euro si ordina il “Varesino”, delizioso caffè al cioccolato servito con un cucchiaino tutto da mangiare.

E voi di che caffè siete? Ci suggerite gli indirizzi imperdibili della vostra città?