La Cucina di Donna Carmela: più quiete che slanci

La Cucina di Donna Carmela: più quiete che slanci

Se è vero che gli chef parlano attraverso i piatti, possiamo (e vogliamo) trascurare il fatto di non aver potuto incontrare, durante la nostra cena alla Cucina di Donna Carmela, lo chef Andrea Macca, giovanissimo allievo di Ciccio SultanoIl locale è all’interno di un antico casale di Giarre, tra l’Etna e il mare, dimora siciliana di fine ottocento oggetto di un recente recupero architettonico, un po’ disperso tra stradine buie e limoneti. Una certezza per la zona, dove la scelta imprenditoriale per l’alta cucina sembra zoppicare.

All’esterno, un ampio giardino con ulivi secolari, piante mediterranee e tropicali. Al suo interno, salta subito all’occhio la scelta di un ambiente volutamente rilassante, elegante ma non formale. In sala solo sei tavoli attorno a un living con divani e camino.

Seduti a un grande tavolo quadrato troviamo una comitiva di turisti inglesi intenta ad ascoltare in religioso silenzio la descrizione del Vigna Barbagalli, Etna Rosso prodotto dalla famiglia Faro, proprietaria del ristorante.

Ad accoglierci non c’è il maître Emanuele Fioretti, che ha da poco lasciato Donna Carmela, e la sua mancanza si nota. Difficilmente sostituibile la sua capacità di far viaggiare con i racconti sui vini, portando i clienti dentro la loro storia. Un valore aggiunto che riusciva a regalare al ristorante e ai suoi ospiti un background ammaliante per cui a cuor leggero si pagava il conto.

L’arduo compito è affidato ad Alessandro Mancuso, premiato l’anno scorso come miglior sommelier Ais del Sud-Italia. Meno accademico e ingessato rispetto al passato, bravo nella scelta dei vini, peraltro organizzati in una carta molto chiara.

PIATTI

pane, donna carmela

Il menu è cambiato da alcuni giorni e noi ne approfittiamo per provare Eugenia, la nuova degustazione tra terra e mare.

insalata di mare, donna carmela

Il percorso di sei portate inizia con un’insalata di mare dove l’elemento principale è il polpo proposto su crema di patate all’aceto forte. La freschezza degli ingredienti, il loro profumo, è un buon viatico per il successo della serata.

triglie, donna carmela

Il menu prosegue tuttavia con il piatto meno riuscito della cena: triglie rosse di scoglio con crema di erbette aromatiche, riduzione delle triglie, carciofo, arancia, mandorle ammollate e crostino di pane. Il sapore delle triglie è esaltato da una riduzione delle stesse, ma lo spicchio d’arancia che le accompagna non ha la freschezza degli agrumi nostrani e anzi ha il tipico e deludente sentore delle “arance vecchie”.

Disattenzione imperdonabile in Sicilia.

spaghetti astice donna carmela

Decisamente meglio gli spaghettoni fatti in casa e trafilati al bronzo, conditi con ragù di astice. Perfetta la cottura degli spaghetti, il gusto dell’astice rimane intatto e non oppresso dalla cottura e dagli altri ingredienti.

raviolo, donna carmela

L’altro primo piatto è un raviolo con ricotta e tenerezze servito con vellutata di burro salato e crema di zucchina longa. Esteticamente bello, ma a dominare, forse un po’ troppo, è la vellutata, non è facile da apprezzare come meriterebbe il delicato ripieno, in perfetta armonia con la pasta fresca.

capocollo, donna carmela

Il piatto migliore della serata è il capocollo con salsa al cioccolato, tortino di patate con taccole e fave di cacao. Perfetto e non scontato l’accostamento di ciascun ingrediente.

donna carmela, cannolo

La proposta del dolce sembrerebbe banale: un sicilianissimo cannolo di ricotta su latte di mandorla accompagnato da un sorbetto al cacao. Ma la scorza è sublime, una versione più leggiadra della classica ricetta isolana. Leggera, friabile, buonissima. Frittura perfetta. Ne vorremmo un altro, subito.

amaro amara, donna carmela

GIUDIZIO

donna carmela, logo

Nel complesso l’abbinamento dei piatti proposti è coerente nella sua ascesa di sapori, ma rispetto alle precedenti visite, pecca di genialità. Eccellenti, sia pure con qualche isolata eccezione, gli ingredienti utilizzati. Impeccabili e gentilissimi gli addetti alla sala.

Il conto, 80 euro per ciascuna degustazione accompagnata da due vini al calice, ci sembra tuttavia un po’ eccessivo.

La cucina di Donna Carmela

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L’avventura immersa nell’atmosfera calma di Donna Carmela, finisce. Torneremo di certo.

Torneremo magari per goderci, nella stagione giusta, la minnuzza di San’Agata, rivisitazione in chiave marinara, del dolce catanese ideato da Macca.

E’ in questo piatto, assaggiato in passato, che si intravede quello che più seduce degli chef: il genio.

INFORMAZIONI:
Donna Carmela
Contrada Grotte, 5
Carruba di Riposto (CT)
Tel. +39 348 5952412
E-mail ristorante@donnacarmela.com