Sanlorenzo a Roma: Ristorante denso, alto tasso di vippume inviso ai più

Ci hanno detto che gusti e modi di vivere delle élite vengono imitati, anche inconsapevolmente, anche controvoglia. Dipende dalle élite. Prendiamo i ristoranti per dire, vip e politici come clienti sono spesso sinonimo di conti astronomici, odiose disparità nel servizio e qualità nazionalpopolare. Con le dovute eccezioni. A volte capita che al fascino del locale nel centro di Roma, corrispondano un servizio comunque cortese e una cucina scrupolosa introdotta dal magnetico banco del pesce all’ingresso. Sì, quel pesce si può anche comprare.

Per scoprire lo stile di vita della classe dominante –il Sanlorenzo ha in effetti una clientela vip, a volte ostentatamente vip– faccio subito una sosta in bagno. Scoprendo una saletta riservata per 15 persone e la fascinosa cantina a vista dove, volendo, è possibile mangiare (penso subito alle elite ma apprendo che basta prenotare, la cantina è aperta a tutti).

Al mio tavolo arriva un pane incontrollabilmente buono, ma è bene limitarsi, malgrado l’attesa lunga qualche minuto di troppo. Ordinare crudo e ostriche non renderebbe giustizia all’abilità dello chef, mi hanno detto, però la tentazione è forte.

Ignoro il menu degustazione da 85 euro e ordino alla carta: tagliatelle di seppie per antipasto, ovvero il mollusco tagliato a filangé con olio, carciofi e mentuccia. Poi, spaghetti ai ricci di mare ricchi e cremosi, tagliata di tonno, il cui tasso di banalità è smorzato dal sapiente uso di cipolline alla brace, pomodori verdi e olive. A giudicare dagli splendidi calamaretti ripieni di ricotta con gamberi rossi battuti e friarielli, le infiorescenze della cima di rapa tipici del napoletano, in cucina devono esserci origini partenopee. Confermato, lo chef Enrico Pierri è di Napoli. Molti dolci golosi, carta dei vini ampia, articolata, anche profonda viste le annate, i cui ricarichi —ricorderete— avevano fatto storcere il naso al regista-sommelier Jonathan Nossiter (e comunque è un destino, tocca sempre a me scegliere l’etichetta appena terminata).

Conto da 75 euro per tre portate, vini esclusi, abbondando con crudo e crostacei ovviamente si sale. Ristorante denso e interessante, alto tasso si vippume inviso ai più.