Sposarsi: Finché rinfresco non vi separi

Se prima della crisi sposarsi era “il sogno di convolare” oggi convolare è decisamente un sogno. E il rinfresco, visto che siamo su Dissapore, incide almeno per il 40%. Diciamo che a parità di cibo (aperitivo rinforzato, antipasto, bis di primi, un secondo, frutta e il dolce) il costo oscilla tra gli 70 e i 200 euro, dipende dal posto, e se si mangia seduti a tavola o a buffet.

Per non separarti prima ancora del matrimonio cerchi lumi dai wedding planner ricevendo consigli sulla cosa che va ora, il matrimono con il filo conduttore, dall’abito della sposa alla tavola. Per capirci, il vestito anni ’50 non va d’accordo con il sushi. Bene i fiori per decorare le lasagnette, a patto che siano gli stessi del bouquet. Sì, io però volevo parlare di soldi.

Viene fuori che:
Per meno di 100 invitati molti specialisti neanche si prendono la briga di organizzare il pranzo. Li rabbonite affittando ville con piscina e viali di accesso in stile Versailles.
Viceversa, con più di 100 invitati ottenete i menù con le vostre facce sopra, il parcheggio, l’aria condizionata (!) e il trionfo di frutta affogata nella fontana di cioccolato.
— L’aperitivo in attesa degli sposi è obbligatorio, rassegnatevi a prosecco, analcolici e succhi di frutta. Incoraggiati i più costosi Bellini e Mimosa, sempre associati ai vol-au-vent che diventano voul au vent, volevant, voulevoul o pizzette secondo l’estro del momento.

Tendenza trasversale sono le isole, buffet monotematici sparsi vieppiù per il giardino. Tra irrinunciabili e inevitabili spiccano:

L’isola dei frittini (detto anche il tavolo dei vezzeggiativi): mini supplì, crocchettine di patate, listarelle di melanzane, mozzarelline in carrozza, verdurine dell’orto, patatine e cuoricini di carciofi;
L’isola del pastore: latticini e formaggini, fagottini di bresaola e ricotta in presa diretta;
L’isola del salume: prosciutto al coltello, mortadella, capocollo, lonzino, pancetta, lardo, guanciale, salami in trionfo e porchettona affettata al momento. Contorno di marmellatine, gelatine e mieli a terminare la desustazione.

Per budget rinforzati:

L’isola del pesce: cascate di salmoni affumicati, pesci spada, cernie e piccole verdure, scampetti al limone, polipetti con patate e cocktail di gamberi in bellavista su scie di salsa rosa. Della serie, chi non muore si rivede.
L’isola della pizza: il pizzaiolo sforna pizza alla cipolla, pizze farcite, rustici e focacce dal forno su ruote.
L’isola del kebab: pollo e misto-Africa (?) con camerieri in tema e musica araba in filodiffusione. Una filiazione è l’isola dell’etnico con pollo al curry madras e latte di cocco, chili con carne di manzo e fagioli rossi, mais e guacamole, polpettine tailandesi in salsa piccante.
L’isola del sushi (o sushy, come lo chiamano alcuni) con nigiri, California rolls, maki e chef abbigliati alla nipponica. Volendo, potete avere anche l’isola flambè, l’isola fondue bouguignonne e quella delle ostriche, che include cameriere in tenuta marinara e rete da pesca sulle spalle possenti.

E ora inizia il pranzo.

Tra i primi vanno forte i classici con il risotto che batte la pasta. Chic ed economico, con una base comune si fa il classico tris aggiungendo verdure, pesce o profumi di rosmarino, menta e basilico.

I secondi non regalano sorprese, filetti e scaloppe in salsa, in gabbia e in crosta, oppure gamberoni al brandy, scampi al gratin e salmoni scottati Accompagnano verdure in fantasia, in bellavista, in trionfo o alla moda dello chef.

Capitolo dessert, e qui piace strafare. Va forte il trionfo di dolci, ma il vero dilemma, detto dei cupcake decorati necessariamente come l’abito della sposa, è la torta nuziale. E qui, scatta inevitabile il dibattito:

Cake design, che attira i mozziconi di sigaretta come il miele con le api o classica?

Orsù, decidete, tanto ormai il più è fatto, mancano solo le partecipazioni, l’addobbo floreale, il bouquet, le fedi, le bomboniere, i confetti, il parrucchiere…tulle, pizzi e macramè degli abiti. Dico, non vorrete essere meno belli di William e Kate.

[Crediti | Link: LeiWeb, The Hairpin. Immagini: iStockphoto, The Hairpin]