Dire che tutti i ristoranti chiudono è un cliché. Per un tavolo si aspettano anche 293 giorni

Dire che tutti i ristoranti chiudono è un cliché. Per un tavolo si aspettano anche 293 giorni

“Quel titolo, ‘Un buon nome per un ristorante potrebbe essere Presto Chiuso’ è un bel titolo ma crudele”. Ironia fuori luogo, ci hanno scrittto alcuni ristoratori dopo aver letto che nel 2011 in Italia sono scomparsi quasi 9mila ristoranti, come tutti i locali di Milano più altri 3mila. “Siamo messi male, cortesemente non infierite”. Okay, si cambia: oggi solo buone notizie. Cenare fuori costa ma per alcuni ristoranti è ancora caccia al tavolo. Ecco, parliamo di questi.

Presente la classifica World’s 50 best restaurants 2012? Top ten alla mano, il settimanale Panorama ha richiesto il primo tavolo con tre coperti, disponibile per una cena in una delle giornate di maggiore afflusso, ovvero il venerdì, il sabato o la domenica sera. Andiamo dai 293 giorni di attesa de El Celler de Can Roca, in Spagna, ai 45 de L’Osteria Francescana di Modena (prima della chiusura estiva).

Certo, non sono posti che lasciamo con la pancia malamente piena, si parla di 10 tra i migliori ristoranti del pianeta. Però, approfittando dei lunghi tempi d’attesa, potremmo far cassa comune sulle alternative, che grazie alla perizia della raffinata specialista Fiammetta Fadda, Panorama suggerisce. Approfittatene, se siete in giro per il mondo.

NOMA, Copenhagen, Danimarca.
Giorni di attesa: 111.
L’alternativa: Relae. Uno dei giovani emergenti del nuovo corso della cucina nordica. Christian Puglisi, trent’anni, di Messina, cresciuto in Danimarca, ha lavorato al Noma ma esprime uno stile personale che combina prodotti locali con sapori siciliani. Arredo volutamente disadorno, piatti centrati sulla varietà dei sapori.

EL CELLER DE CAN ROCA, Girona, Spagna.
Giorni di attesa: 293.
L’alternativa: Les cols. A Olot, 20 minuti da Girona, un ristorante minimalista nell’arredo, con la stessa filosofia di cucina creativa e giocosa del Celler. La maestria tecnica si esercita su combinazioni di sapori catalani stagionali: pomodori neri dell’orto, erbe e fiori, paesaggio vulcanico di cioccolato con ratafià e grano sareceno.

MUGARITZ, San Sebastian, Spagna.
Giorni di attesa: 14.
L’alternativa: Nerua. E’ a Bilbao, a 60 km da San Sebastian, ma la mano del giovane Josean Alija, culturalmente alta e sperimentale, affine al Mugaritz, vale il viaggio. La sua cucina, nel ristorante all’interno del Museo Guggenheim, rifiuta il dogma del km zero, ma crede nella concentrazione dei sapori ottenuti quasi a crudo.

D.O.M., San Paolo, Brasile.
Giorni di attesa: 22.
L’alternativa: Dalva e Dito. Aperto nel 2009, è il bistrot del D.O.M.. Qui lo chef esprime in maniera meno complessa il suo credo nel valore delle antiche ricette brasiliane, dalle polpette di manioca al pesce del giorno con palmite al forno, trattati con tecniche contemporanee e proposte in un locale di gusto internazionale.

OSTERIA FRANCESCANA, Modena, Italia.
Giorni di attesa: 45.
L’alternativa: L’erba del re. L’allievo di Massimo Bottura, in tre salette di tono contemporaneo, fa una cucina che alterna un salto nel passato con riflessioni contemporanee. Tortellini del dito mignolo in brodo di cappone e tagliolini agli asparagi, pesce e squacquerone.

PER SE, New York, Usa.
Giorni di attesa: 60.
L’alternativa: Cru. Nel Village, uno spazio riposante, elegante, senza eccessi, con una favolosa lista dei vini a prezzi eccezionali e la cucina di uno chef con radici classiche, capace di offrire tanto una razza al burro nero quanto una lingua di vitello e lenticchie in salsa remoulade.

ALINEA, Chicago, Usa.
Giorni di attesa: 80.
L’alternativa: Blackbird. Adesso che ha aperto il nuovissimo Next el Bulli, andare da Grant Achaz ad Alinea è più facile. Trovare altrove la sua cucina provocatoria è impossibile. Tuttavia nel minimalista Blackbird lo chef Paul Kahan prepara piatti ispirati e sorprendenti, come il foie gras con nocciole, radici di prezzemolo e lime speziato.

ARZAK, San Sebastian, Spagna.
Giorni di attesa: 8.
L’alternativa: Bernardina. Nel barrio antico della città, un ristorantino di sostanza con prodotti di qualità e cucina locale fatta molto bene. Una parte della carta è dedicata ai pintos, un’altra ai famosi prosciutti di Pata Negra di Joselito.

DINNER by Heston Bluementhal, Londra, Gran Bretagna.
Giorni di attesa: 56.
L’alternativa: Rules. Nel cuore di Covent Garden dal 1798, vanta di essere il più antico ristorante di Londra e di avere mantenute intatte le ricette della cucina inglese ottocentesca, quella stessa che Heston Bluementhal ha ripreso al premiato Dinner.

11 MADISON PARK, New York, Usa.
Giorni di attesa: 28.
L’alternativa: Craftbar. Lo spazio è arioso e luminoso, l’atmosfera disinvolta, la cucina di atmosfera americano-contemporanea e di ottima fattura come nell’originale Craft di Tom Colicchio, una delle leggende della ristorazione americana. Granchi con salsa aioli, merluzzo con radici marinate, appetizer e magnifica lista dei vini.

[Crediti | Panorama, Link: Dissapore, World’s 50 Best Restaurants, immagine: Contemporist]