I surgelati sono satana?

I surgelati sono satana?

Ci sono infinite soluzioni da mettere in pratica quando si arriva a casa alle 10 di sera disperati, divorati dai morsi della fame. Voi che fate? Mangiate un poco consolatorio vasetto di yogurt? Vi intestardite e vi mettete lo stesso a cucinare per convincervi che la vostra vita in fondo è normale? Fate digiuno, ordinate la pizza, vi mettete a piangere, svuotate il frigo mangiando le prime sottilette che vi capitano sotto mano? O vi fate un surgelato?

Non inorridite, so che voi, bravi gourmetti avrete già preparato qualcosa di meraviglioso da consumare in questi casi e nel vostro freezer regnano solo materie prime di alto livello. Ma ci dovrà pur essere una via d’uscita diversa?

A forza di sentirne parlare, con tutti i pregiudizi del mondo, sono entrata a fare un giro da Picard. Per chi non l’avesse mai sentito ed è possibile, (in Italia esiste solo in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia) si tratta di un marchio che distribuisce prodotti surgelati. Da produttori di ghiaccio (primi del ‘900) a distributore di surgelati. Aprono il primo negozio a Parigi nel 1974. Oggi ha 800 punti vendita in Europa ed è il preferito dai francesi, che si sa, mangiano molto bene, ma a casa cucinano da cani.

Quindi armata di pazienza e con molta curiosità entro in questo grande parco giochi del surgelato: freezer allineati divisi per prodotto, personale sorridente che ripete di continuo “buonasera”, le più diverse varietà di prodotto (scopro solo dopo che sono circa 700). Vorrei comprare tutto, dal petto d’anatra al cosciotto d’agnello immerso in un reparto carne di tutto rispetto, ai ravioli di verdura da cucinare al vapore infilati nel corridoio dedicato alla cucina etnica. Pesce in quantità, già ricettato o nudo e crudo: astici e aragoste, cicale, granchi, polipi di diverse dimensioni. Un’infinita varietà di verdure, croissant pronti da cuocere, dessert dal bell’aspetto con cui già uno di immagina di fare un figurone alla cena successiva, mentendo sull’origine ovviamente.

Alla fine ho comprato, accompagnata da grandi sensi di colpa e sono uscita dal negozio in modo furtivo, nascondendo il sacchetto pieno sotto la giacca. Arrivata a casa ho cucinato, non ho avuto il coraggio di comprare i prodotti già ricettati, ho provato carne, pesce e verdure. Niente male ho pensato, ma non l’ho detto a nessuno.

Fino a che alcuni amici a cena, mi propinano un gustoso cracker di sgombro e quando chiedo la ricetta, dicono felici Picard. Entro nel mondo dei surgelatori francesi e vengo subito a sapere che ci sono gastro fissati che organizzano cene luculliane utilizzando solo questi prodotti. E non mi stupisco, ci sono le cene Bimby, esiteranno anche le cene Picard. Magari ci sono pure gli incontri Findus e noi qui non lo sappiamo. Ricordo per esempio in un periodo remoto di aver provato Bofrost. All’entusiasmo della consegna a domicilio e la grande varietà, seguì mutismo alle citofonate insistenti degli uomini in divisa del surgelato, che forse erano pagati a provvigione o erano semplicemente insistenti di natura.

Quindi domando anche a voi: il surgelato (non di nostra produzione) è per forza sintomo di qualcosa di indegno o si riescono a mangiare anche cibi onesti?

[Crediti | Immagine: Flickr/GrusiaKot]