Ristorantopoli: i bei tempi di quando Franco Fiorito detto “Er Batman” era un uomo libero

Ristorantopoli: i bei tempi di quando Franco Fiorito detto “Er Batman” era un uomo libero

Adesso lo sappiamo: non dovendo preoccuparsi del conto, tanto quello lo paghiamo noi, assecondavano uno status symbol forse impolverato ma sempre efficace, la smargiassata a tavola, dagli spaghettini al caviale all’orgia di ostriche e champagne, o direttamente al bancone del bar, protagonista l’aperitivo rinforzato (8.800 euro). Sono i nostri amati politici: tesorieri, presidenti, consiglieri o governatori regionali intralciati nel pieno della scalata sociale dalla passione per la cena al ristorante. Gratis.

Ora che i bei tempi di quando Franco Fiorito detto er Batman era un uomo libero, con licenza di bancomat, vogliamo ricordarli in una specie di galleria degli indimenticabili. Non consumate troppo le coronarie!

Filippo Penati, Al Porto

FILIPPO PENATI
Accusato di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti.
Il Porto, Milano.
Gran buongustaio del centrosinistra, durante le Regionali del 2010 si fa rimborsare rotonde abbuffate di pesce fresco nei ristoranti di Milano. 232 euro per quattro persone al “Porto” di piazzale Cantore, 250 euro da “Sorrisi e baci” in via Modena, 63 per un pranzo alla trattoria “Bagutta”.

Luigi Lusi, La rosetta

LUIGI LUSI.
Arrestato per aver sottratto circa 25 milioni di euro dalle casse del suo partito.
La Rosetta, Roma.
Chi lo chiama “Predone” non coglie il valore della sfida al sistema e la genialità del Lusi. Non si spendono 180 euro dei nostri soldi per un piatto di pasta e caviale pesato col bilancino dalle parti del Pantheon se non si è tesorieri. E non si diventa tesorieri se non si ama il tesoro.

Belsito, focaccia ligure

FRANCESCO BELSITO.
Accusato di riciclaggio, appropriazione indebita aggravata e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Focaccia ligure.
Poco da spartire con la sinistra al caviale di Lusi e Penati, gusti semplici, in linea con il passato da buttafuori della discoteca genovese Cezanne. Usa ripetutamente la focaccia ligure per conquistare le simpatie di Umberto Bossi, non più capo del suo ex partito.

Roberto Formigoni, ristorante, Cracco

ROBERTO FORMIGONI.
Indagato per corruzione con l’aggravante della transnazionalità.
Ristorante Cracco, Milano.
Il 19 aprile scorso, Carla Vites, moglie del ciellino Antonio Simone, arrestato per riciclaggio scrive una lettera al Corriere. “I rapporti con Daccò (faccendiere anche lui in carcere per associazione a delinquere, ndr) sono sotto gli occhi dei molti chef d’alto bordo dove Formigoni veniva regolarmente nutrito a spese di Daccò stesso, vuoi Sadler, vuoi Cracco, vuoi Santin, vuoi Aimo e Nadia, per non parlare dei locali à la page della Costa Smeralda”.

Francesco Battistoni, Pepenero

FRANCESCO BATTISTONI.
Non (ancora) indagato.
Pepenero, Capodimonte.
Successore di Fiorito-Batman come capogruppo Pdl alla Regione Lazio, habitué del ristorante “Pepenero” a Capodimonte, sul lago di Bolsena, dove pare che la tagliata di tonno sia davvero squisita. Ma da qui a spendere 5mila euro per una cena di 80 persone (lui rettifica: 4mila) ce ne passa. Specie se il locale, intimo e raffinato, ne contiene solo 40.

Paolo Nanni, ristoranti

PAOLO NANNI.
Indagato per peculato.
Tre ristoranti lontani tra loro nella stessa sera.
“E’ che mi dovevo fare in quattro, ero l’unico consigliere regionale dell’IDV”. Un vorticoso quinquennio (2005-2010) vissuto sugli scranni dell’Emilia Romagna, capogruppo e destinatario di 180mila euro l’anno di fondi pubblici. Ma forse non bastavano. Ora a Paolo Nanni, 66 anni da Casalecchio, vengono rinfacciate le ricevute di 3 cene consumate la stessa sera in ristoranti diversi e lontani tra loro. Ha commentato: “Potrei aver consumato l’antipasto in un locale, il primo in un altro, e il dessert in un altro ancora”. Sul serio.

Veronica Cappellaro, Gran Caffè Martini, roma

VERONICA CAPPELLARO.
Non (ancora) indagata.
Gran Caffè Martini, Roma.
E’ la trentottenne che sta facendo discutere per la presenza alla festa della cacca, singolare “party a tema” organizzato da un imprenditore nel romano Palazzo Ferrajoli. Il suo ruolo di presidente della Commissione Cultura della Regione Lazio consiglierebbe maggiore prudenza. Ma lei, amica personale di Berlusconi, è tipo impulsivo. 17mila euro di soldi pubblici per una serie di cene da “Pasqualino al Colosseo”, e 8800 euro per un aperitivo al “Bar Martini”. “Ma che me ne frega a me… No, dico: mi volete mettere in croce per un aperitivo?”.

Francesco Fiorito, Pasqualino al Colosseo

FRANCO “ER BATMAN” FIORITO.
Arrestato per peculato.
Pasqualino al Colosseo.
Colpisce che Er Batman, viste le sue ingenti disponibilità, non si sia mai imbattuto, neanche per caso, in un locale gourmet. Meglio la sicurezza neocafona del pesce crudo, meglio spendere 8mila euro per cene da “Pasqualino”, locale onesto, chiaro, ma fuori dal giro delle stelle Michelin che pure, ai tipi come Fiorito, dovrebbero fare il loro effettaccio.

[Crediti | Link: Paese Sera, immagine: Cinque Giorni]