When in Rome. Circonvenzione premeditata di turiste foodie

When in Rome. Circonvenzione premeditata di turiste foodie

È nei momenti difficili che tiriamo fuori il meglio di noi. Passare l’estate in città aguzza l’ingegno. E cosa fare a Roma quando sei single e non disdegneresti un po’ di compagnia? Si tengono gli occhi aperti e aiutati che il ciel ti aiuta. Come presenza non mi lamento, ma non ho l’addominale scolpito né l’occhio azzurro, ad andar bene potrei definirmi un sexy ugly, categoria umana che ha fatto la fortuna di Benicio Del Toro o Anthony Bourdain. Le frecce al mio arco sono invece l’abilità nel linguaggio, la battuta pronta e soprattutto le conoscenze enogastronomiche. Queste ultime si sono rivelate, negli anni, decisive nel conquistare il pubblico straniero.

Gli obiettivi si possono incontrare per strada, ma il progresso ci ha dato Facebook, Twitter e una miriade di blog e siti gastronomici. La tesi di partenza è sempre quella, peraltro verissima: la stampa estera (americana, in particolare), sempre sul pezzo quando gioca in casa, in Italia non riesce a trattenersi dal consigliare luoghi turistici, decaduti o semplicemente mediocri. Vuoi mangiare e bere come uno del posto, passare una giornata come un foodie autoctono? L’unico modo è farti suggerire le destinazioni da uno di loro.

Alla richiesta di indirizzi caldi da parte di chi sta per recarsi nella Città Eterna, è giusto dedicare un po’ di tempo (la prima volta, poi il copiaincolla è vostro amico). Bisogna produrre una lista aggiornata ed esaustiva, a prova di bomba, ed essere disponibili a fare da guide ai piaceri romani del palato: nove volte su dieci l’appuntamento è fissato. Ora potete giocarvi le vostre carte tirando fuori tutta la vostra conoscenza della Roma low cost. Di seguito l’itinerario che ho scelto di recente per introdurre una graziosa australiana e le sue altrettanto graziose amiche al gastromondo dell’Urbe.

Il primo impatto è con la cucina tipica: si va da Danilo in via Petrarca per assaggiare la migliore carbonara di Roma. Il locale è piccolo, stratipico e non conosciutissimo nemmeno dai romani, un eccellente biglietto da visita. Essere automuniti consente di risparmiare alle ragazze l’utilizzo dei farraginosi mezzi pubblici romani sotto il sole cocente, e andare di corsa verso Neve di latte, il tempio del gelato capitolino. A questo punto è giusto fare due passi nella storia: Colosseo, Fori e poi rotta verso Trastevere, per rinfrescarsi con una birra o due al Ma Che Siete Venuti a Fa’, eletto due anni fa dai geek di Ratebeer miglior beer pub del mondo.

E’ il momento di giocare il jolly, chiedo alle ragazze se una quarantina di minuti di trasferimento sono okay e prenoto un tavolo all’aperto da Tonda, avvertendo del mio imminente arrivo bottiglia-munito. Perché diciamolo, i trapizzini accompagnati da una bella magnum di Champagne sono tutta un’altra storia.

E’ ormai passata mezzanotte, è ora di fare un rapido assessment di colei che è divenuta l’evidente obiettivo della serata. E’ sveglia e vispa, forse un po’ brilla ma in grado di reggere ancora. Il canto del cigno è quindi al Jerry Thomas Speakeasy, il fascino irresistibile del club segreto dell’America proibizionista e cocktail freschi realizzati in modo eccelso: inevitabile preludio all’ultimo atto di una serata da incorniciare.

Questo è solo un esempio, i locali da cui pescare sono numerosissimi, l’importante è che siano di qualità, informali e si possano categorizzare in due righe. Dare un paio di opzioni per ogni tappa mostrerà che la città è nelle vostre mani.

Tutto così semplice? Pare di sì, è la magia della Roma foodie!

[Crediti | Link: Trattoria Danilo, Dissapore, Intravino, The Jerry Thomas Project. Immagine: The Braser]