Roland, lo scroccone dei ristoranti, condannato a due anni e due mesi

Condannato lo scroccone dei ristoranti di Firenze Diceva Roland: «Sono tedesco, non pago», adesso il giudice lo ha condannato a due anni e due mesi di carcere, con il divieto, anche se cittadino comunitario, di rimanere in Italia

Roland, lo scroccone dei ristoranti, condannato a due anni e due mesi

Lo avevamo lasciato che diceva “Pagano gli italiani. Io sono tedesco”.

Adesso Roland —lo scroccone che per mesi ha imperversato nei bar e ristoranti di Firenze (dal celebre Caffè Giacosa davanti a Palazzo Strozzi in giù) bevendo e mangiando senza tirare fuori un centesimo, è stato condannato a due anni e due mesi di carcere.

Nonostante sia cittadino comunitario la giustizia italiana, nei panni del giudice Gaetano Magnelli, ha ordinato l’allontanamento dal nostro Paese.

E siccome Roland Siedler, 38 anni, tedesco, barba lunga e capelli corvini, quasi sempre gentile con le forze dell’ordine (nel senso che mangiava, non pagava, veniva denunciato, persino arrestato con divieto di dimora ma poco dopo rilasciato, secondo codice), potrebbe reiterare il reato, non uscirà dal carcere di Sollicciano, dove è rinchiuso in attesa di essere rispedito in Germania.

roland scroccone

Impossibile non citare, tra i colpi di Roland che i ristoratori fiorentini ricordano meglio, le bevute a sbafo a un tavolino del Caffè Strozzi: somma non pagata 80 euro, e nello stesso giorno tre birre scolate al bar di Palazzo Vecchio, sempre senza tirare fuori un centesimo.

Oppure la fiorentina di pura carne chianina fatta fuori al ristorante Gallo Nero di Greve in Chianti, annaffiata da buon vino toscano docg.

Perché lui, Roland, secondo la ricostruzione degli inquirenti, non è un clochard qualunque: furbo e gentile quando è il caso, parla addirittura tre lingue, e niente sembra spaventarlo.

Ma il meglio di sé lo ha dato al Caffè Giacosa, dove ha lasciato un biglietto con scritto in italiano che avrebbe pagato la chiesa cattolica, ovviamente prima di andarsene senza saldare il conto.

Il giorno appresso, non riconosciuto dal personale del caffè, si è accomodato in uno dei tavolini del dehors con vista su via Tornabuoni, ha mangiato un toast e un panino accompagnati da 6 birre ignorando il conto di 55 euro.

Tanto “pagano gli italiani. Io sono tedesco”.

P.S. e pensare che la richiesta di un provvedimento meno temporaneo da parte della giustizia italiana era valsa a Dissapore lo sfottò del quotidiano francese Le Monde.

[Crediti | Link: Corriere Firenze]