Il Buonappetito – Come distinguere la sagra verace dal trappolone

Le sagre sono la gioia e il cruccio dell'estate italiana. La gioia quando sono veraci, durano poco e si mangia genuino. Il cruccio quando c'è un menu che pare di stare in pizzeria, sono quasi permanenti e si mangia come al bar della stazione

Il Buonappetito – Come distinguere la sagra verace dal trappolone

Ah, le sagre: cruccio e gioia dell’estate italiana.

Non c’è serata più bella di quella passata in un prato, in riva al mare, ai piedi dei monti a mangiare, bere, ballare, fare il trenino a-e-i-o-u e a ballare il Ballo del pinguino.

E non c’è fregatura più grande di quella riservata dalle fiere farlocche, che ti rifilano roba del discount spacciandola per tipica.

La sagra può essere l’apice della gastronomia popolare o la più scorretta concorrenza alle trattorie.

Ma riconoscere le sagre veraci da un trappolone non è difficile. Eccovi alcune caratteristiche salienti delle due tipologie:

LA SAGRA VERACE

1) Ruota attorno a un piatto, a un prodotto tipico o a una tradizione, sia il fritto di acciughe, il cinghiale o San Giovanni;

2) Propone musica danzante a base di gruppi di liscio dai nomi inarrivabili, tipo Simpatia o New Tropical. Senza arrivare ai Castellina Pasi, nel nordovest va per la maggiore la reginetta Tonya Todisco;

3) E’ pubblicizzata dai classici manifestini formato A3 di color evidenziatore: giallo, fuxia…

4) Dura massimo qualche giorno;

5) Il testimonial è un toro, un personaggio del paese, una figura tipica;

6) E’ gestita da una proloco o una società di mutuo soccorso;

7) A cucinare ci sono anziani, a servire ragazzini, tutti volontari;

8) Ci vanno i vostri genitori;

9) Si mangia magari non perfetto, ma genuino.

LA SAGRA TRAPPOLONE

1) C’è un menu che pare di stare in pizzeria: gamberoni alla piastra (anche in Val d’Aosta), insalata di mare, prosciutto e melone, pizzette, salsiccia e patatine;

2) Non ha l’orchestra ma la playlist tecnhodance imprestata dall’amico con i subwoofer sulla Ford Fiesta custom;

3) E’ semi-permanente, da giugno a settembre, cambiando magari sfumature: da sagra della porchetta passa a sagra del galletto a sagra della salsiccia senza soluzione di continuità;

4) E’ pubblicizzata in radio con spot che ricordano la voce delle giostre (aaAAaa-mmici! Soooolo questo uicheeeeEEeend…”;

5) Il testimonial è uno del Grande Fratello 2012 che nessuno ricorda chi sia;

6) E’ gestita dai titolari di un ristorante o di una discoteca vicini;

7) A cucinare ci sono microonde, a servire sotto-occupati inviperiti;

8) I vostri genitori non l’hanno mai sentita nominare;

9) Si mangia come al bar della stazione.