Vegani vs. onnivori Testaccio edition

Versione testaccina dello scontro tra vegani e onnivori. Nel mercatino rionale di Testaccio, a Roma, tra una commerciante vegana e una pescivendola finisce a manate in faccia

Vegani vs. onnivori Testaccio edition

Stavolta la battaglia del secolo tra vegani e onnivori finisce a manate nfaccia. Anzi, ridimensioniamo: a banchi de noccioline a tera.

La sfida tra gladiatrici alimentari si svolge a Roma, nel mercatino rionale di Testaccio, dove Barbara, commerciante di prodotti vegani e vegetariani, ha aperto da poco il suo banco. Va da sé che tra salumieri e macellai ha pochi amici, anche a causa dei volantini dal tono veg-propagandistico. Anzi, sono parole sue: “vengo a malapena tollerata”.

La situazione degenera e porta allo scontro con la dirimpettaia, che nel mercatino di Testaccio gestisce il banco del pesce.

Ricostruiamo. La caciara social-alimentare va avanti da mesi, ricordando tafferugli di quartiere noti a tutti. Musica alta, controllo dei vigili. Permessi nella norma.

Ma la presenza dei volantini, anzi, dei cartelli no pesce e no carne fa ribollire il sangue agli altri commercianti. Barbara viene ripresa per ogni comportamento fuori norma: dalla carità verso i più deboli alla presenza di prodotti aromatici.

E il quattro novembre scorso, proprio l’odore intenso del’incenso ayurvedico fa scattare la scintilla per il Ku Klux Klan anti-veg: la pescivendola irrompe nella piccola oasi di Barbara, intimandole di smetterla con gli odori intensi. Risposta:

“Parla per te, che puzzi de pesce”.

E Sparta fu. Anzi, la Roma der Colosseo.

Tra presunte manate ricevute da Barbara e smentite della dirimpettaia (“giuro sula tomba de mi madre che nun glielò data la manata ‘n faccia e tte ggiuro, se tornassi ‘n dietro gliela darei”) il mercato di Testaccio diventa l’arena di uno dei piccoli grandi dilemmi del mondo contemporaneo: la convivenza, per alcuni forzata, tra persone che seguono alimentazioni alternative e chi, invece, non si pone troppi dilemmi.

pescivendola mercato testaccio

Ma non finisce qui: Barbara è intenzionata a sporgere denuncia sia verso la sua dirimpettaia che verso la polizia, visto che non si è sentita adeguatamente protetta dalle minacce neroniane di “dare fogo” allo spazio veg.

Al netto della comicità involontaria che la versione testaccina degli scontri tra vegetariani e carnivori sparge copiosa, colpisce che anche un semplice mercato rionale venga toccato dai cambiamenti ideologici.

Però, i metodi per risolvere le questioni, quelli non cambiano. Si giura sempre sulla mamma quando accade qualcosa, e alla fine la manata l’ho data alle noccioline, ma adesso ‘n faccia gliela darei.

Vegani o carnivori, quando si è in arena è tutto lecito.

[Crediti | Link Roma Today]