Lorenzo Cogo: il Balotelli della Cooking Cup 2012

Lorenzo Cogo: il Balotelli della Cooking Cup 2012

Giovani chef in gara tra padelle e fornelli su una barca a vela impegnata in una regata nella laguna di Venezia. Potrebbe essere una prova adatta a “Cucina senza frontiere”, versione gastronomica del defunto programma televisivo invece è la “San Pellegrino cooking cup”. Una gara che mette in palio venerdì 22 e sabato 23 giugno il titolo di “young chef” dell’anno 2012.

I concorrenti saranno giudicati da una giuria di giornalisti e maestri internazionali tra i quali spicca il nome di Massimo Bottura. In giuria per l’Italia anche Mauro Colagreco, chef del ristorante Mirazur di Menton in Francia, Franco Favaretto, chef del Baccalà divino di Mestre, Francesca Barberini del Gambero Rosso channel.

Se avete sempre pensato che associare regate e buona cucina (o buona cambusa) fosse impossibile per via del mal di mare dovete ricredervi. Siamo già alla dodidecsima edizione della Cooking Cup il cui bizantino regolamento prevede, se abbiamo capito bene, sfide sportive e culinarie. A chi va la coppa? A chi conquista più punti in tre prove diverse.

La prima di abilità velistica: vince l’equipaggio che percorre la distanza tra il Lido di Venezia e l’isola di San Giorgio nel minor tempo possibile.

Al tempo impiegato si sommano i punteggi ottenuti dagli chef di ogni singola imbarcazione.

Bottura & co valuteranno un “cavallo di battaglia” di ciascun giovane maestro, presentato in una cena di gala alla vigilia della competizione, ma soprattutto quel che riusciranno a preparare sulla barca con gli ingredienti proposti dall’Alma di Gualtiero Marchesi durante la regata.

Una sfida che mette a prova i nervi saldi dei concorrenti. Un “fil rouge” dove servono massima concentrazione e lo stomaco di ferro per tenere lontano il mal di mare. Le speranze azzurre sono riposte in Lorenzo Cogo, venticinquenne talentuoso chef del ristorante El Coq di Marano Vicentino (Vicenza), che proverà a vincere l’ambita coppa per i colori italiani, sarebbe la prima volta.

Le referenze ci sono tutte, giovane ma già chef fatto e finito, formazione da globe-trotter e ciliegina sulla torta, lo stage al trendissimo Noma di Copenhagen, sotto l’occhio attenzo di René Redzepi. Volete che uno così si faccia spaventare da un po’ di onde?

[Fine Dining Lovers]