Barilla vince la guerra dei grandi sul cibo dei piccoli contro Plasmon

Barilla vince la guerra dei grandi sul cibo dei piccoli contro Plasmon

L’abbiamo descritta come la guerra dei grandi sul cibo dei piccoli. Ricorderete, a inizio dicembre, la serie di pubblicità comparative con cui Plasmon (proprieta della multinazionale americana Heinz) lanciava i propri prodotti paragonandoli ai biscotti le Macine del Mulino Bianco e alla pasta i Piccolini, (entrambi proprietà Barilla) definiti “per adulti” in quanto “possono contenere livelli di pesticidi anche molto superiori ai limiti di legge”. Barilla aveva risposto per le rime: “pubblicità ingannevole, scorretta ed eticamente biasimevole, i prodotti alimentari sono regolamentati da norme internazionali che definiscono i necessari livelli di sicurezza”. A completare la replica l’inevitabile slogan: “Le mamme italiane sanno quello che fanno”.

Una guerra finita in tribunale.

E ieri il Tribunale di Milano ha dato ragione a Barilla: “la pubblicità comparativa di Plasmon nei confronti di Barilla è illecita perché raffronta prodotti tra di loro non omogenei, oltre che denigratoria ed ingannevole”.

La pubblicità comparativa resta quasi tabù in Italia, dove si preferisce il confronto indiretto, meno rischioso specie dal punto di vista legale. Ma ha indubbiamente dei lati positivi. Le regole sono chiare, si può fare solo tra prodotti tra di loro omogenei e richiede dati incontestabili su cui basare la comparazione. Per capirci: il detersivo che lava più bianco che più bianco non si può, è una cosa, Il detersivo “X” che lava più bianco del detersivo “Y”, un’altra. Negli Stati Uniti, dove l’abitudine di prendersi a cazzotti sorridendo è molto più diffusa, nella storia della pubblicità comparativa è entrata anche Apple con la spassosa serie I’m a Mac, I’m a Pc.

E però, siccome l’Italia è il paese dove non perde mai nessuno, Plasmon si prende il merito di una vittoria per i consumatori: in seguito alla guerra degli slogan Barilla si è impegnato ad apporre sulle confezioni della linea Piccolini la scritta “per consumatori sopra i 3 anni” perché il suo baby-food è conforme alle norme che regolano gli alimenti per adulti ma supera in alcuni valori i limiti della Normativa Infanzia.

E vissero tutti felici e contenti? Incluse le mamme che finora hanno nutrito a Piccolini i loro figli?

[Crediti | Link: Corriere.it]