Cara pubblicità, ogni volta tette, solo tette, anche la Perrier finisce sulle tette, e insomma

Per tutti gli anni ’80 il marchio Perrier mi incuteva rispetto. Con la vigorosa effervescenza naturale e quella bottiglia verde a forma di goccia allungata, era praticamente sinonimo di acqua minerale.

Nemmeno le tracce di benzene trovate in alcune bottiglie nel febbraio ’90 spensero il mito, essì che le Perrier furono ritirate dal commercio per 5 mesi. Ora, io lo so che qualche tetta qua e là si lascia guardare, e che oggi Dita Von Teese fa la parte della femme fatale come poche. Ma certi legami con i marchi, non so se funziona così anche per voi, sono più forti di quello che un paio di tette riesce a spiegare. Ecco perché ‘stavolta la sintassi pubblicitaria della Perrier mi è parsa cervellotica.

Aggiornamento delle 9:55 | Il commentatore (?) Axelle segnala che nella comunicazione Perrier (un tempo piuttosto rigida, ma non nel senso che intendete voi) la svolta porno-soft risale addirittura al 1985, come scritto qui. Di seguito potete vedere lo spot in cui una mano femminile accarezza una bottiglia di Perrier che manipolata con saggezza esplode infine in un mare di bollicine.