Carlo Petrini ha detto qualcosa di sinistra

Immagine 10Slow Food è nata vent’anni fa per contrastare McDonald’s. I più vecchi di noi ricordano ancora lo scandalo provocato dall’apertura del primo fast food americano in Italia, giusto nel cuore di Roma. Fu la rivolta a uno stile di vita e da Piazza di Spagna partì un movimento che oggi ha soci in tutto il mondo. Venti anni dopo Petrini è ancora lì che combatte il simbolo stesso della globalizzazione. Questa volta l’odiato panino ha messo in crisi il rapporto con il Ministro Luca Zaia che, se non idilliaco, comunque funzionava.

Davanti alla figuraccia internazionale fatta con il McItaly però, anche il paziente Carlin non ci ha visto più e ha scritto un duro articolo pubblicato oggi su la Repubblica. Certo, l’aplomb che conviene al fondatore di una comunità intercontinentale c’è tutto, ma le domande al ministro Zaia sono dure e precise. La prima riguarda i “favolosi introiti” che i produttori di formaggi e salumi italiani incasserebbero da McDonald’s: “quanto pagate ai contadini le materie prime?” si chiede Petrini “i prodotti italiani sono già presenti nella grande distribuzione ma non escono bene in termini di redditività”.

Insomma, prezzi da fame anche quando compra McDonald’s con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura? Certo sarebbe uno scandalo se si scoprisse che i produttori vengono sfruttati con il timbro della Repubblica Italiana. La seconda, più che una domanda è una critica al tentativo di Zaia di “globalizzare il gusto italiano”. Ecco, se c’è una cosa che fa incazzare Carlin è la parola globalizzazione e se poi ci mettete vicino le parole “gusto italiano”, Slow Food sale in cattedra e boccia il Ministro: “Il gusto, come l’identità, ha valore soltanto quando esistono differenze. Globalizzare un gusto significa omologarlo fino a farlo scomparire”. Parole pesate col bilancino ma pesanti come un macigno. O come una lapide sull’operato di Zaia, se preferite.

Fine della collaborazione tra Slow Food e il ministro? Staremo a vedere. Di certo il ministro non potrà liquidare Carlo Petrini come ha fatto con il Guardian, accusato di veterocomunismo. In attesa di sviluppi (si dice così, vero?) non perdetevi domattina le “nostre” domande a Zaia. Le trovate domani, all’ora della colazione su Intravino, l’altro blog di Dissapore Media. Al ministro chiederemo ragione di una presenza costante in tutto ciò che fa, quella del Gruppo Cremonini. A cominciare da uno strano Prosecco comparso sugli scaffali di IKEA…