Coppie allo sfascio: depuratori e caraffe filtranti sono inutili se non dannose

Erano una coppia da fumetti dei supereroi, lui muscolosissimo, lei bella, colorata e sinuosa. Erano da sempre oggetto di curiosità: lui, il rude reazionario che esercita sull’acqua un’opportuna terapia, lei, la principessina chic che la libera dalle impurità. Forse lei aveva conquistato lui, o era il contrario, certe cose non sono mai chiare. Di sicuro, e le carte di credito se n’erano accorte, insieme avevano conquistato un posto in casa nostra. Una coppia solida: depuratore e caraffa filtrante.

Ma ora, come in un film di Terminator, il ministro della Salute Renato Balduzzi decreta la fine della coppia come la conosciamo.

Le caraffe filtranti eliminano “le caratteristiche di potabilità dell’acqua”, vengono vendute senza controllo e sulla base di disposizioni vecchie e “inadeguate per la salvaguardia della salute”.

Ma non finisce così, ce n’è anche per l’altra metà della coppia.

Allo stesso modo, gli impianti fissi per il lavello di case private e ristoranti “dovranno rispondere a nuovi requisiti di sicurezza dei materiali, oltre a essere accompagnati da istruzioni d’uso dettagliate”.

Scusate la brutalità, possiamo fare due conti?

Quello delle caraffe e dei filtri è un mercato fiorente, il primo dato italiano disponibile, relativo al 2010, parla di 820 mila unità vendute, diventate oltre un milione l’anno successivo. A questo aggiungiamo le spese per i depuratori domestici, in qualche caso, molto elevate.

E ora venite a dirci che l’unico scopo di questi apparecchi è “modificare le proprietà organolettiche (sapore, odore, colore)” e una non ottimale manutenzione “potrebbe addirittura far perdere all’acqua le caratteristiche di potabilità” (ad esempio i corretti valori di Ph). Come se nulla fosse aggiungete che “non vengono costruiti con materiali idonei all’uso alimentare, sono sprovvisti di manuali per la manutenzione e di scadenze certe”, fondamentali per la nostra sicurezza.

Cosa dovremmo farci ora noi con le nostre caraffe Brita, Laica Auchan o Viviverde/Coop? E cosa, con complicati depuratori a osmosi inversa o semplici gasatori?

Va bene, caro ministro Balduzzi, prendere finalmente una posizione chiara e porre fine al Far West delle caraffe, ma accidenti, non poteva pensarci qualcuno prima di lei? Così ci toglie una delle poche certezze rimaste, così lei ha distrutto un matrimonio solido e se lo faccia dire, pure un po’ glam. E io pago.